I danni causati dall’alluvione in Veneto secondo le prime stime sono di diverse centinaia di milioni di euro, oltre 121 i comuni colpiti e migliaia le persone sfollate e in ogni caso in grave difficoltà…
Padova - Alcune province del Veneto sono state aspramente provate dalle ultime esondazioni di fiumi importanti, soprattutto il Bacchiglione, mettendo in ginocchio parecchie aree del padovano e vicentino. Ora, lentamente, le acque si sono ritirate lasciando posto a fango e detriti. Al posto dei campi ci sono laghi e pozze d’acqua di dimensioni nemmeno tanto ridotte, a Casalserugo, Bovolenta e altri comuni della bassa, in pratica la parte sud del capoluogo patavino, non distante dalla laguna veneta. Il sindaco di Vicenza – vicino alla sua gente – ha parlato di una città stremata. Nel capoluogo berico tutti hanno messo da parte lo sconforto, si sono rimboccati le maniche e senza attendere aiuti e pacche sulle spalle hanno ripulito scantinati, case, strade, viottoli e quant’altro. L’operosità della gente di queste parti è ammirevole, come del resto la generosità, aspetto peculiare del popolo veneto.
A Padova c’è stato un briefing con i rappresentanti del Governo per capire l’entità dei danni e soprattutto per stanziare i primi aiuti economici. Le cifre sino ad ora proposte appaiono inadeguate per risollevare una terra che è stata “piegata” dall’acqua. I danni sono davvero ingenti: auto, cantine, botteghe, argini inzuppati dall’acqua, strade e campi. Migliaia di veneti hanno subito danni per migliaia di euro, va da sé che moltiplicando il tutto, alla fine ne esce una cifra esorbitante – sull’ordine di centinaia di milioni di euro.
Già da oggi secondo le previsioni meteo sono in arrivo altre perturbazioni che dovrebbero scaricare in pianura ancora acqua. Per fortuna i fiumi Piave, Livenza, Brenta e Bacchiglione non dovrebbero essere più implementati dalla neve che oramai si è tutta sciolta.
Secondo qualcuno i danni di questi giorni sono addirittura più gravi dell’alluvione di 44 anni fa, quella del ‘66. Il presidente della Regione Veneto ha inviato una lettera al presidente del Consiglio sollecitando «un consistente intervento statale». Oltre alla cronaca, coi primi inesorabili bilanci “emergono” le ben note considerazioni: Veneto, costiera amalfitana, Calabria, crotonese e quasi tutto il territorio della Penisola è ad alto rischio idrogeologico. Prevenire è meglio che intervenire a posteriori, soprattutto costa meno. Ogni volta che accadano queste sciagure i buoni propositi, le promesse e le iniziative non mancano, anzi abbondano. Si deve tuttavia costatare che non solo in Italia non cambia mai nulla, ma gli alluvionati (piuttosto che i terremotati) sono gli unici che pagano lo scotto delle calamità ma anche di una paurosa sottovalutazione dei problemi geologici e ambientali.
A Padova c’è stato un briefing con i rappresentanti del Governo per capire l’entità dei danni e soprattutto per stanziare i primi aiuti economici. Le cifre sino ad ora proposte appaiono inadeguate per risollevare una terra che è stata “piegata” dall’acqua. I danni sono davvero ingenti: auto, cantine, botteghe, argini inzuppati dall’acqua, strade e campi. Migliaia di veneti hanno subito danni per migliaia di euro, va da sé che moltiplicando il tutto, alla fine ne esce una cifra esorbitante – sull’ordine di centinaia di milioni di euro.
Già da oggi secondo le previsioni meteo sono in arrivo altre perturbazioni che dovrebbero scaricare in pianura ancora acqua. Per fortuna i fiumi Piave, Livenza, Brenta e Bacchiglione non dovrebbero essere più implementati dalla neve che oramai si è tutta sciolta.
Secondo qualcuno i danni di questi giorni sono addirittura più gravi dell’alluvione di 44 anni fa, quella del ‘66. Il presidente della Regione Veneto ha inviato una lettera al presidente del Consiglio sollecitando «un consistente intervento statale». Oltre alla cronaca, coi primi inesorabili bilanci “emergono” le ben note considerazioni: Veneto, costiera amalfitana, Calabria, crotonese e quasi tutto il territorio della Penisola è ad alto rischio idrogeologico. Prevenire è meglio che intervenire a posteriori, soprattutto costa meno. Ogni volta che accadano queste sciagure i buoni propositi, le promesse e le iniziative non mancano, anzi abbondano. Si deve tuttavia costatare che non solo in Italia non cambia mai nulla, ma gli alluvionati (piuttosto che i terremotati) sono gli unici che pagano lo scotto delle calamità ma anche di una paurosa sottovalutazione dei problemi geologici e ambientali.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.