mercoledì, dicembre 29, 2010
Per la prima volta in Olanda: migliaia di giovani sono attesi domani a Rotterdam per partecipare fino al primo gennaio al 33.mo incontro europeo organizzato dalla comunità ecumenica di Taizé, iniziativa avviata nel 1978 del fondatore Frere Roger, al fine di promuovere la riconciliazione tra i popoli. Il servizio di Roberta Gisotti: ascolta

Radio Vaticana - Come ogni anno arriveranno non solo dai Paesi europei ma anche da fuori il continente e lasceranno un segno indelebile nelle famiglie e nelle parrocchie, che li accoglieranno nella città natale di Erasmo. Pregheranno insieme, scambieranno esperienze ed idee, progetteranno il loro futuro. Al nostro microfono è il priore della Comunità di Taizé, fratel Aloise:

D. - Fratel Alois, quali attese per questo nuovo incontro a Rotterdam? Sappiamo che la gioia è una delle parole chiave su cui i giovani saranno chiamati a riflettere. Il Papa stesso ha augurato ai giovani: "Dio vi conduca alle sorgenti della gioia"...

R. - La gioia è al centro della nostra fede. E, dobbiamo riscoprire la gioia di credere in Dio, perché soltanto così saremo davvero pronti a prenderci le responsabilità per la vita, nella Chiesa, nelle società e vivere nella fiducia in Dio.

D. - Lei consegnerà ai giovani, a Rotterdam, la sua Lettera scritta in Cile, dove si è svolto di recente il secondo Incontro internazionale dei giovani in America Latina. Quali contenuti ha messo in risalto in questa Lettera?

R. - Ho sottolineato soprattutto questo: che i giovani possano prendersi il rischio della fede. Oggi nella società tanti di loro cercano un orientamento, ma non è facile trovarlo e soprattutto trovarne uno che duri per tutta la vita. Speriamo che molti giovani lo trovino nella fiducia in Dio.

D. - Si dice spesso, in questi nostri tempi, che i giovani non hanno più la speranza di un avvenire migliore…

R. - Sì. Ci sono tante situazioni difficili per i giovani. Il futuro spesso sembra chiuso, ci si chiede come possa continuare la vita, come trovare un futuro per loro e per la società. Ma della fede in Cristo possiamo essere sicuri, perché Cristo apre un cammino di comunione. Penso che l’esperienza della comunione della Chiesa, come anche della comunione internazionale - Cristo che riunisce tutti i popoli e tutti i continenti in questo nostro incontro - possa dare coraggio ai giovani di oggi.

D. - Quali emozioni riporta dall’incontrare quei tanti giovani provenienti da vari Paesi e da molte realtà così diverse tra loro?

R. - L'emozione di vedere che hanno sete di trovare un senso per l’esistenza. (vv)

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