lunedì, gennaio 03, 2011
In questo inizio del 2011, sono già numerosi i sanguinosi attacchi in varie zone dell'Iraq. Da segnalare anche un nuovo attentato ai danni della comunità cristiana irachena. Una donna è stata uccisa a Baghdad nella sua abitazione. Il servizio di Giancarlo La Vella: ascolta.

Radio Vaticana - La drammatica situazione dei cristiani iracheni, ricordata ieri dal Papa in occasione del dolore espresso all’Angelus per l’eccidio dei copti in Egitto, annovera purtroppo un altro fatto di sangue. Si è trattato probabilmente di un attacco preorganizzato e studiato nei minimi particolari. Un gruppo di uomini armati alle prime ore di oggi ha fatto irruzione nell’abitazione della donna, situata nel quartiere Al Wahda della capitale irachena. Secondo l’ipotesi più probabile, Rafah Toma, questo il nome della donna, è stata freddata da un commando che ha utilizzato pistole munite di silenziatore, proprio a motivo della sua fede. Sempre secondo fonti locali, la vittima abitava nei pressi della cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Soccorso, teatro il 31 ottobre scorso del sanguinoso attacco da parte di terroristi di al Qaeda, nel quale morirono oltre 50 persone. Con la stessa tecnica, sono stati eliminati nelle ultime ore anche poliziotti e militari locali. Ma quella descritta è solo l’ultima delle violenze che stanno caratterizzando in Iraq l’inizio del 2011. Almeno una decina le vittime tra le forze dell’ordine irachene di vari attacchi avvenuti in varie zone del Paese del Golfo. Vittime anche tra le forze americane presenti ancora in Iraq. Due soldati statunitensi sono stati uccisi la notte scorsa nel corso di uno scontro armato nella regione di Baghdad. Si tratta delle prime perdite subite dal contingente Usa nel 2011. Sale così a 4.432 il totale dei militari di Washington che hanno perso la vita dal marzo 2003, quando scattò l'invasione per rovesciare il regime di Saddam Hussein. Altre vittime causate da un’autobomba esplosa stamani a Baquba, davanti ad un ufficio dei Servizi d’informazione della polizia. Il 2011, dunque, inizia per l’Iraq drammaticamente in linea con il 2010, che, tra l’altro, è stato caratterizzato da un'inattesa inversione di tendenza: l’anno scorso, infatti, sono morti più iracheni rispetto al 2009. Un tributo di sangue che rischia di rendere ancor più difficoltoso il processo di stabilizzazione interno, che vede proprio nella convivenza pacifica tra le varie etnie e comunità religiose del Paese uno dei corollari fondamentali.

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