La nostra Monica Cardarelli ci parla del libro di Lorenza Farina edito dalle Paoline
Ci sono situazioni che hanno dell’incredibile, dell’irreale, e fermarsi a pensare che siano realmente accadute non è concepibile da nessuna mente umana. Eppure esistono, sono esistite e dobbiamo rendercene conto. Una di queste è l’olocausto: un intero popolo sterminato, e soprattutto, ed è quello che maggiormente ferisce, le modalità con cui questo sterminio è stato compiuto, cercando cioè di togliere e di disconoscere la dignità dell’essere umano per milioni e milioni di persone.
Un fatto storico, dunque, anche se inverosimile. A volte, di fronte a tali situazioni preferiremmo chiudere gli occhi e riaprendoli avere davanti al nostro sguardo un orizzonte ben più roseo. È ciò che ha fatto per un attimo Jarek, il bambino protagonista della storia narrata nel libro “La bambina del treno” di Lorenza Farina, edito da Edizioni Paoline.
Si tratta di un libro per bambini, semplice nel linguaggio e accompagnato dalle illustrazioni di Manuela Simoncelli che ne arricchiscono il racconto. La delicatezza con cui viene narrata la breve storia di Anna, la bambina del treno, è sufficiente a far comprendere a grandi e piccini la portata di quanto accaduto.
Non si tratta però di una favola in cui ci sono i buoni e i cattivi; non c’è la strega e poi subito il Principe Azzurro che salverà la principessa; no, in “La bambina del treno” non c’è un lieto fine così come non c’è stato per tantissimi ebrei deportati al campo di sterminio di Auschwitz.
Un lampo, nemmeno il tempo di accorgersi cosa stesse succedendo e Anna e la madre vengono spinte a forza nel vagone di un treno merci che generalmente trasportava bestiame. Anna ha paura, ha fame, si stringe ancora di più alla sua mamma, tanto che un signore con una lunga barba bianca accende una piccola candela per rasserenarla e le dà un tozzo di pane che le era rimasto in tasca.
Un breve viaggio il loro. Resteranno fermi in una stazione per alcune ore, in piedi, accalcati l’uno all’altro, finché non scenderà la notte e con essa il treno riprenderà il suo percorso fino ad Auschwitz.Quando inizia ad albeggiare la mamma prende in braccio Anna e l’avvicina alla feritoia per farle prendere un po’ d’aria ed ecco il miracolo: l’incontro. Da quella piccolissima grata, Anna intravede i campi di grano, il cielo azzurro e gli uccelli che volano, il sole della bella giornata e tra i campi, uno sguardo. È un bambino, Jarek, che rimane a fissare Anna e a ricambiare lo sguardo. Pochi istanti, i due si salutano con la mano ma qualcosa è successo.
Jarek corre verso casa, e riceve il rimprovero della mamma perché continua a disubbidirle andando nel campo a vedere passare i treni. Perché lui aveva capito che non si trattava di treni ‘normali’. C’era qualcosa che anche Jarek percepiva, ma non sapeva chiaramente cosa. Infatti, i grandi a casa parlavano sempre sotto voce e lui non era mai riuscito a capire cosa dicessero, però sentiva che c’era qualcosa di terribilmente incredibile.
Quella mattina, dopo aver incontrato lo sguardo di Anna, per un attimo aveva capito. “Ciò che lesse negli occhi della bambina che lo aveva salutato dal vagone, gli fece raggelare il sangue, come se avesse ascoltato una fiaba terribile. Vide la bambina scendere dal treno insieme alla sua mamma in una stazione illuminata da una lugubre luce al neon. C’era un silenzio opprimente, rotto solo dalle urla degli altoparlanti. Vide delle casette circondate dal filo spinato e un camino da cui usciva del fumo denso e nero. Vide degli uomini scheletrici e pallidi che indossavano vestiti a righe, dei soldati con i cani al guinzaglio. Quei riflettori fortissimi sembravano lune, lune di un altro pianeta… Jarek chiuse gli occhi, perché non volle più conoscere il seguito di quell’orribile storia. Li riaprì e rivide il cielo azzurro, gli uccelli che volavano e i campi di grano. ”
Jarek continuerà a tornare di nascosto al campo per vedere i treni passare, sperando di incontrare di nuovo lo sguardo della bambina. Perché, malgrado tutto, il miracolo era avvenuto: i due sguardi si erano incontrati, Anna aveva lasciato qualcosa della sua seppur breve vita.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.