martedì, gennaio 25, 2011
La Perfetta Letizia, nell'approssimarsi della "Giornata della Memoria", vuole rendere omaggio alle vittime dell'Olocausto, del nazionalsocialismo e del fascismo e a chi, a rischio della vita, ha protetto i perseguitati. Fino al 27 gennaio, data in cui si celebra la giornata commemorativa, pubblicheremo le ultime lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana, per gentile concessione della banca dati dell'INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia).

Don Aldo Mei
lettera ai genitori, scritta il 04-08-1944

Babbo e Mamma,
state tranquilli – sono sereno in quest’ora solenne. In coscienza non ho commesso delitti. Solamente ho amato come mi è stato possibile. Condanna a morte: – 1º per aver protetto e nascosto un giovane di cui volevo salvare l’anima. 2º per aver amministrato i sacramenti ai partigiani, e cioè per aver fatto il prete. Il terzo motivo non è nobile come i precedenti – aver nascosto la radio.
Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell’odio io che non ho avuto vivere che per amore! «Deus Charitas est» e Dio non muore. Non muore l’Amore! Muoio pregando per coloro stessi che mi uccidono. Ho già sofferto un poco per loro....È l’ora del grande perdono di Dio! Desidero avere misericordia; per questo abbraccio l’intero mondo rovinato dal peccato – in uno spirituale abbraccio di misericordia.

Che il Signore accetti il sacrificio di questa piccola insignificante vita in riparazione di tanti peccati – e per la santificazione dei sacerdoti.
Oh! la santificazione dei sacerdoti. Oggi stesso avrei dovuto celebrare Messa per questa intenzione – invece di offrire Gesú – offro me a Lui, perché faccia tutti santi i suoi ministri, tutti apostoli di carità – e il mio pensiero va anche ai confratelli del Vicariato, che non ho edificato e aiutato come avrei dovuto. Gliene domando umilmente perdono. Mi ricordino tutti al Signore. Sia dato a ciascuno un’offerta di 75 lire per una applicazione di S. Messa a suffragio della povera anima mia.
Almeno 100 Messe che siano celebrate pei riparare eventuali omissioni e manchevolezze e a suffragio della povera anima mia.
A Basilio – Beppe e loro mogli e figli carissimi – alla Nonna e Argia – alla zia Annina, Carolinn, Livia, Giorgina – Dante, Silvio, Annunziato, ecc., e a tutti i parenti – a tutti i conoscenti, a tutti i Ruotesi, cosa dirò? Quello che ho ripetutamente detto ai miei figli di adozione, i Fianesi. Conservatevi tutti nella grazia del Signore Gesú Cristo – perché questo solamente conta quando ci si trova davanti al maestoso passo della morte – e così tutti vogliamo rivederci e starcene indissolubilmente congiunti nella gioia vera e perfetta della unione eterna con Dio in cielo.

Non più carta – all’infuori di questa busta – e anche la luce sta per venir meno. Domani festa della Madonna potrò vederne il volto materno? Sono indegno di tanta fortuna. Anime buone pregate voi tutte perché mi sia concessa presto – prestissimo tanta fortuna!

Anche in questo momento sono passati ad insultarmi – «Dimitte illis – nesciunt quid faciunt». Signore che venga il Vostro regno! Mi si tratta come traditore – assassino. Non mi pare di aver voluto male a nessuno – ripeto a nessuno – mai – che se per caso avessi fatto a qualcuno qualcosa di male – io qui della mia prigione – in ginocchio davanti al Signore – ne domando umilmente perdono. Al Sacerdote che mi avviò al Seminario D. Ugo Sorbi il mio saluto di arrivederci al cielo. Ai carissimi Superiori del Seminario, specialmente a Mons. Malfatti e al Padre Spirituale D. Giannotti – l’invito che mi assistano nel punto più decisivo della mia esistenza – la morte – mentre prego il Signore a ricompensarli centuplicatamente come sa far Lui.

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Nella notte tra il 3 ed il 4 agosto 1944, una pattuglia di SS lo condusse a piedi, fuori dalle mura medicee, vicino a Porta Elisa. Fu costretto a scavarsi la fossa e fatto genuflettere sull’orlo per essere ucciso con un colpo di pistola. Gli fu riconosciuta la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria. (leggi tutto)
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Altre lettere pubblicate:
- Romolo Cani. Lettera alla Moglie, scritta in data 10-02-1944, Faenza (RA)
- Odoardo Focherini. Lettera a figli, scritta il 15 Agosto 1944
- Armando Amprino (Armando), Dal Carcere, il 22 dicembre 1944
- Aulo Magrini. Testamento spirituale.
- Ferruccio Valobra (Capitano Rossi).Carceri Giudiziarie di Torino, 22.9.1944
- Adelio Pagliarani. Lettera alla Madre, scritta il 16-08-1944
- Giuseppe Pelosi (Peppino). Verona 16 Marzo 1944

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