Dalla Terra Santa il nostro abbraccio e la nostra preghiera per i fratelli copti e per tutti i cristiani che soffrono a causa della loro fede
Iniziato lo scorso 28 dicembre, si concluderà domani 5 gennaio 2011 il Pellegrinaggio in Terra Santa della Presidenza nazionale di Azione Cattolica, a cui partecipano 50 rappresentanti di quasi tutte le regioni italiane insieme ad alcuni membri della Presidenza nazionale e ad alcuni consiglieri nazionali e collaboratori degli uffici centrali dell’associazione. L’iniziativa si inserisce nel rapporto di prossimità che da sempre unisce l’Azione Cattolica alla Terra Santa, secondo lo stile di un incontro che riguarda non solo i luoghi santi e le tracce della presenza storica di Gesù in questa terra, ma le “pietre vive” di una comunità cristiana che in modo particolare - negli ultimi tempi - chiede la vicinanza spirituale e fisica dei fratelli di fede.
Un pellegrinaggio dunque tanto più significativo in queste giornate drammatiche per le minoranze cristiane presenti in molti Paesi del mondo, e in particolare per la Chiesa copta in Egitto, gravemente colpita dalla strage di Alessandria d’Egitto, l’ultimo giorno del 2010, in cui hanno perso la vita 22 persone e centinaia sono i feriti.
«Abbiamo sentito molto questo grave fatto e pregato per le vittime e per i feriti insieme a Sua Beatitudine mons. Fouad Twal, Patriarca della Chiesa latina, con il quale abbiamo celebrato la Giornata mondiale della Pace - così mons. Domenico Sigalini, Assistente ecclesiastico generale dell’AC, che sottolinea - Questo nostro pellegrinaggio, il nostro aver incontrato i rappresentati delle molte realtà di Chiesa cristiana presenti in Terra Santa, e con loro ebrei e musulmani, vuole dire che la strada del dialogo in nome dell’unico padre è da intraprendere con nuovo slancio. Pur nel rispetto delle proprie identità di Chiesa e di Fede, dobbiamo tutti impegnarci a cercare la via dell’incontro e della convivenza pacifica. Nella convinzione che la libertà religiosa è la prima delle libertà di ogni uomo; la sua assenza, il suo mancato rispetto, come ci ricorda papa Benedetto XVI, “offende Dio e l’umanità intera”».
«Per tutti i cristiani la Terra di Gesù non è solo un luogo geografico biblicamente importante, ma è soprattutto un luogo interiore e spirituale che tutti vorrebbero abitare. L’esperienza di conoscenza e di scambio del pellegrinaggio favorisce l’incontro con la Chiesa e con i cristiani di questa terra, con le pietre vive insieme ai luoghi», e quanto sottolineato dalla Vicepresidente nazionale dei Giovani di AC, Chiara Finocchietti: «Ancora una volta, mentre percorre le vie di Gesù, l’Azione Cattolica invita tutti a raccogliere concretamente e semplicemente gli appelli della Chiesa Madre di Gerusalemme in modo da sostenere e da essere vicini alla minoranza cristiana che vive nei due popoli di questa terra, testimone di Cristo in dialogo con tutti i credenti».
Nel corso dei 9 giorni di pellegrinaggio, alla visita dei luoghi santi di Betlemme, Gerusalemme, Nazaret si sono alternati gli incontri con i responsabili della Chiesa locale – il Patriarca della Chiesa latina, Sua Beatitudine Fouad Twal; i suoi vicari mons. William Shomali e p. David Neuhaus; il Custode di Terra Santa, fra Giambattista Pizzaballa; mons Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare e vicario Patriarcale per Israele – e quelli con le esperienze in prima linea nel sostegno alle necessità della popolazione (il Caritas Baby Hospital di Betlemme, l’asilo delle suore comboniane di Betania, le scuole francescane di Gerico). In Terra Santa, la speranza di un futuro migliore è fragile, ma è anche resistente. Soprattutto se avrà il nostro aiuto.
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