La nuova maggioranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti approva la revisione della riforma sanitaria di Obama. Il voto, che comunque non cambierà la legge, è molto importante dal punto di vista politico.
PeaceReporter - Sulla riforma della Sanità negli Stati Uniti si sono giocate ben due campagne elettorali. La prima, quella presidenziale condotta da Barack Obama nel 2008 ha portato all'elezione dell'ex senatore dell'Illinois alla carica politica più alta negli States. Allora, l'uomo del "Change" metteva al primo posto del suo programma di governo l'aggiornamento del sistema sanitario, che sarebbe stato allargato a quanta più gente possibile. Fra questi i nullatenenti, e tutti coloro che non erano coperti da un'assicurazione medica. Dopo l'elezione, e l'avvio di un iter tortuoso per la sua approvazione, il nuovo disegno di legge è riuscito a trovare la firma presidenziale solo lo scorso marzo. Da allora la battaglia della frangia repubblicana, che invece di un allargamento a 30 milioni di cittadini, spingeva per una soluzione molto più limitata, è riuscita a cavalcare l'onda del malcontento popolare.
Le elezioni di metà mandato dello scorso 2 novembre, hanno chiuso il cerchio. Tra i temi toccati dai repubblicani, per attirare le fasce moderate dei democratici, e dal Tea Party per affermarsi sulla scena politica, c'è stata anche la Riforma sanitaria. Durante lo scontro mediatico per il risanamento economico del Paese, la riforma è stata presa ad esempio di spreco di denaro pubblico in una congiuntura troppo difficile per gli Usa. Risultato: ribaltamento politico alla Camera e risicata maggioranza dei democratici in Senato. Questa nuova situazione ha portato, pochi giorni fa, alla votazione di un progetto di revisione - passato con 245 voti contro 189 - del più importante punto del programma politico di Barack Obama. Il voto molto importante dal punto di vista politico, non dovrebbe comunque produrre risultati significativi a livello pratico visto che i democratici continuano a mantenere la maggioranza in Camera alta e al presidente stesso è concesso il diritto di veto per bloccare ogni possibile futuro cambiamento.
Ecco come ha affrontato il tema la stampa internazionale.
New York Times
Washington Post
Los Angeles Times
Le Monde
The Guardian
Der Spiegel
El Pais
PeaceReporter - Sulla riforma della Sanità negli Stati Uniti si sono giocate ben due campagne elettorali. La prima, quella presidenziale condotta da Barack Obama nel 2008 ha portato all'elezione dell'ex senatore dell'Illinois alla carica politica più alta negli States. Allora, l'uomo del "Change" metteva al primo posto del suo programma di governo l'aggiornamento del sistema sanitario, che sarebbe stato allargato a quanta più gente possibile. Fra questi i nullatenenti, e tutti coloro che non erano coperti da un'assicurazione medica. Dopo l'elezione, e l'avvio di un iter tortuoso per la sua approvazione, il nuovo disegno di legge è riuscito a trovare la firma presidenziale solo lo scorso marzo. Da allora la battaglia della frangia repubblicana, che invece di un allargamento a 30 milioni di cittadini, spingeva per una soluzione molto più limitata, è riuscita a cavalcare l'onda del malcontento popolare.
Le elezioni di metà mandato dello scorso 2 novembre, hanno chiuso il cerchio. Tra i temi toccati dai repubblicani, per attirare le fasce moderate dei democratici, e dal Tea Party per affermarsi sulla scena politica, c'è stata anche la Riforma sanitaria. Durante lo scontro mediatico per il risanamento economico del Paese, la riforma è stata presa ad esempio di spreco di denaro pubblico in una congiuntura troppo difficile per gli Usa. Risultato: ribaltamento politico alla Camera e risicata maggioranza dei democratici in Senato. Questa nuova situazione ha portato, pochi giorni fa, alla votazione di un progetto di revisione - passato con 245 voti contro 189 - del più importante punto del programma politico di Barack Obama. Il voto molto importante dal punto di vista politico, non dovrebbe comunque produrre risultati significativi a livello pratico visto che i democratici continuano a mantenere la maggioranza in Camera alta e al presidente stesso è concesso il diritto di veto per bloccare ogni possibile futuro cambiamento.
Ecco come ha affrontato il tema la stampa internazionale.
New York Times
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Los Angeles Times
Le Monde
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