"Stamattina una processione infinita di gente diretta a piazza Tahrir, davanti la sede della televisione di Stato e la residenza presidenziale, ora una festa altrettanto infinita per dare sfogo ai tanti giorni di protesta che hanno portato alla caduta di Hosni Mubarak".
Agenzia Misna - Raggiunto dalla MISNA nella casa dei missionari comboniani a due passi da piazza Tahrir, padre Luciano Verdoscia racconta “il momento storico” di un paese guidato alla riscossa da giovani nati e cresciuti sotto la presidenza Mubarak. “Ho incontrato molti giovani in questi giorni - continua padre Luciano - che hanno sottolineato proprio questo fatto: non aver conosciuto altro, se non questa realtà”. Da qui, sottolinea ancora il missionario, “è partito il cambiamento, da questa voglia di nuovo e libertà che è andata crescendo nei giorni andando oltre le previsioni, sorprendendo il regime, le opposizioni, gli altri paesi”. Partecipare alle manifestazioni di piazza, aggiunge l’interlocutore della MISNA, significa andare a una festa: “Ad eccezione dei momenti di tensione e degli scontri, gli egiziani hanno mostrato il loro carattere, la loro personalità e c’è stato un orgoglio diffuso a veder trasformare il proprio paese in questo modo”. Secondo il missionario è stata ancora una volta, come successo in Tunisia, una rivoluzione condotta anche grazie ai nuovi sistemi di comunicazione, a internet, all’aria nuova che si respira nel mondo arabo. “Dopo la Tunisia, l’Egitto – conclude padre Verdoscia – ma contrariamente a Tunisi, il Cairo è uno dei centri nevralgici del Medio oriente e ciò che avviene qui può avere influenze determinanti in tutto il mondo arabo”.
Agenzia Misna - Raggiunto dalla MISNA nella casa dei missionari comboniani a due passi da piazza Tahrir, padre Luciano Verdoscia racconta “il momento storico” di un paese guidato alla riscossa da giovani nati e cresciuti sotto la presidenza Mubarak. “Ho incontrato molti giovani in questi giorni - continua padre Luciano - che hanno sottolineato proprio questo fatto: non aver conosciuto altro, se non questa realtà”. Da qui, sottolinea ancora il missionario, “è partito il cambiamento, da questa voglia di nuovo e libertà che è andata crescendo nei giorni andando oltre le previsioni, sorprendendo il regime, le opposizioni, gli altri paesi”. Partecipare alle manifestazioni di piazza, aggiunge l’interlocutore della MISNA, significa andare a una festa: “Ad eccezione dei momenti di tensione e degli scontri, gli egiziani hanno mostrato il loro carattere, la loro personalità e c’è stato un orgoglio diffuso a veder trasformare il proprio paese in questo modo”. Secondo il missionario è stata ancora una volta, come successo in Tunisia, una rivoluzione condotta anche grazie ai nuovi sistemi di comunicazione, a internet, all’aria nuova che si respira nel mondo arabo. “Dopo la Tunisia, l’Egitto – conclude padre Verdoscia – ma contrariamente a Tunisi, il Cairo è uno dei centri nevralgici del Medio oriente e ciò che avviene qui può avere influenze determinanti in tutto il mondo arabo”.
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