Il nostro Stefano Buso ripercorre l'intera vicenda della piccola Yara
Nessuno vorrebbe scrivere una cronaca così atroce. Questo perché quasi tutti abbiamo famiglia e figli. Prima che cronisti siamo genitori, mariti e papà. Confesso che mentre scrivo questo pezzo sono turbato e commosso. Yara Gambirasio scompare il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, un piccolo comune del bergamasco. Quella tragica sera la ragazza esce dal palazetto dello sport per far ritorno a casa, e dal quel momento nessuno l’ha più vista. Di lei non si sa più nulla. I giorni a seguire sono un tam tam di cronaca, ricerche, appelli, collegamenti televisivi e via discorrendo. E ancora, supposizioni, interviste e infinite domande. La più ricorrente e martellante è: dove è finita Yara? Si fanno avanti mille ipotesi mentre le ricerche degli inquirenti procedono senza sosta. In modo particolare si cerca di ricostruire metro per metro il percorso usuale che faceva la ragazzina per recarsi alla lezione di ginnastica. Già, quegli infinti settecento metri dalla sua abitazione fino al palazzetto dello sport. La comunità di Brembate è incredula e sotto shock. Nessuno si dà pace per l’improvvisa scomparsa della giovane. Tuttavia la speranza non abbandona né la famiglia né gli abitanti del paese, anche quando viene fermata una persona che sarà presto rilasciata poiché completamente estranea alla vicenda.
Arriva il Natale ma a Brembate di Sopra i riflettori non si spengono sul caso di Yara Gambirasio. Proseguono le ricerca nella zona, in modo particolare nei pressi del cantiere del centro commerciale in costruzione tra i comuni di Brembate e altri limitrofi. Ricerche che vanno avanti nonostante il freddo, la pioggia e le condizioni climatiche avverse. Tutti sono fortemente motivati a ritrovarla. Al tempo stesso, vengono ascoltati amici, conoscenti e potenziali testimoni. La macchina delle ricerche è instancabile. Nessuno sembra voler dar spazio al pessimismo. Si procede a testa bassa nonostante passino giorni e settimane…
Un po’ per volta “l’ombrello mediatico” si chiude su questa triste vicende. I telegiornali e i quotidiani danno sempre meno spazio al caso. La notizia, seppur grave, perde il fervore iniziale. Ma le ricerche della povera Yara non hanno sosta. Fino al 26 febbraio, quando nell’erba alta di un campo vengono trovati i resti della povera ragazza. Il resto è descritto in modo minuzioso dalle agenzie di stampa e dai giornali di ieri e di oggi. Le ultime notizie danno voce all’ipotesi che si è trattata di una morte violenta. A caldo il parroco di Brembate ha affermato: ''Nelle favole tutto finisce bene ma adesso sappiamo cosa è un orco e siamo preoccupati perché l'orco è tra noi''.
L’epilogo di questa storia è dei più tristi e inquietanti. Il giorno del dolore è iniziato sabato per questo grosso centro in provincia di Bergamo. E un po’ tutti ci sentiamo idealmente vicini alla comunità e alla famiglia di questa sfortunata ragazza: nessuno in cuor suo immaginava una fine così efferata. Ogni flebile speranza si è dissolta il 26 febbraio 2011 e il dolore ci accompagnerà ancora per tanto tempo. Ora sono necessarie due cose: il cordoglio per la famiglia Gambirasio e ogni sforzo per assicurare al più presto alla giustizia chi si è macchiato di questo orrendo delitto.
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