"Inizia l’ultima tappa del cammino” dice alla MISNA Paolo Carsetti, del Forum dei movimenti per l’acqua, pensando al referendum contro la privatizzazione del 12 e 13 giugno.
Agenzia Misna - Sabato il centro di Roma è stato invaso dai cittadini che chiedono l’abrogazione della cosiddetta legge Ronchi, un pacchetto di norme che entro il 1° gennaio 2012 impone di affidare la gestione del servizio idrico a società private o miste, nelle quali però i privati detengano almeno il 40% delle azioni.
“Nelle prossime settimane – sottolinea Carsetti – si terranno centinaia di iniziative: l’acqua è un diritto umano universale e non può essere ostaggio delle logiche del profitto”. L’anno scorso la lotta per l’acqua bene comune ha permesso di raccogliere un milione e 400.000 firme, molte di più delle 500.000 necessarie per organizzare il referendum. Questo impegno civile è nato dall’esperienza della privatizzazione avviata nel 1994 dalla legge Galli, una scelta che non ha portato né riduzioni delle tariffe per i consumatori né miglioramenti della qualità del servizio. “Negli ultimi 10 anni le bollette sono aumentate del 60% – calcola Carsetti – mentre gli investimenti sono diminuiti da due miliardi a 700 milioni di euro l’anno”. I dati del Forum sono in linea con quelli del Comitato ministeriale di vigilanza sulle risorse idriche: l’occupazione nel settore si è ridotta del 15-20% e il livello di dispersione è restato alto, attorno al 35%.
Nel corteo romano l’impegno per l’acqua pubblica si è coniugato con l’opposizione all’energia nucleare, un’altra grande questione sulla quale gli italiani potranno esprimersi il 12 e il 13 giugno. Erano più d’uno gli striscioni con su scritto “Vogliamo l’acqua e il sole mica la luna”.
[VG]
Agenzia Misna - Sabato il centro di Roma è stato invaso dai cittadini che chiedono l’abrogazione della cosiddetta legge Ronchi, un pacchetto di norme che entro il 1° gennaio 2012 impone di affidare la gestione del servizio idrico a società private o miste, nelle quali però i privati detengano almeno il 40% delle azioni.
“Nelle prossime settimane – sottolinea Carsetti – si terranno centinaia di iniziative: l’acqua è un diritto umano universale e non può essere ostaggio delle logiche del profitto”. L’anno scorso la lotta per l’acqua bene comune ha permesso di raccogliere un milione e 400.000 firme, molte di più delle 500.000 necessarie per organizzare il referendum. Questo impegno civile è nato dall’esperienza della privatizzazione avviata nel 1994 dalla legge Galli, una scelta che non ha portato né riduzioni delle tariffe per i consumatori né miglioramenti della qualità del servizio. “Negli ultimi 10 anni le bollette sono aumentate del 60% – calcola Carsetti – mentre gli investimenti sono diminuiti da due miliardi a 700 milioni di euro l’anno”. I dati del Forum sono in linea con quelli del Comitato ministeriale di vigilanza sulle risorse idriche: l’occupazione nel settore si è ridotta del 15-20% e il livello di dispersione è restato alto, attorno al 35%.
Nel corteo romano l’impegno per l’acqua pubblica si è coniugato con l’opposizione all’energia nucleare, un’altra grande questione sulla quale gli italiani potranno esprimersi il 12 e il 13 giugno. Erano più d’uno gli striscioni con su scritto “Vogliamo l’acqua e il sole mica la luna”.
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