mercoledì, marzo 16, 2011
Gli eroi sconosciuti di Fukushima Daiichi, e cosa rischiano i giapponesi

Greenreport - Il disastro nucleare giapponese somiglia sempre più ad una Chernobyl orientale: stessa segretezza e "riservatezza" dei dati, stesso nascondimento della gravità dell'incidente alle autorità governative, stesse modalità "progressive" dell'innalzamento del livello del rischio, stessa disperata e frenetica attività per bloccare la fusione del nocciolo e poi l'emissione di radioattività, perfino con gli elicotteri che bombardano di acqua e ritardante le centrale e la squadra di "liquidatori", di "kamikaze-samurai" che si sacrificano per salvare Tokio e il Giappone dall'avvelenamento nucleare innescato dal terremoto/tsunami e inoculato da anni dalla inaffidabile Tepco e da una lobby nucleare che ha mostrato di avere in mano, nel democratico Giappone del 2011 come nell'ormai esausto regime sovietico del 1986, le leve per controllare la politica e per tentare di nascondere ai media e all'opinione pubblica la gravità dei due incidenti nucleari più gravi della storia.

La Commission de recherche et d'Information Indépendantes sur la radioactivité (Criirad) francese, uno dei più prestigiosi centri indipendenti che si occupano di nucleare, dice che i livelli di esposizione a distanza dalla centrale di Fuikushima sono altissimi e spiega come vengono misurati: «Espresse in µGy/h (microgray all'ora) o µSv/h (microSieverts) all'ora, queste misure forniscono informazioni sul "débit de dose", vale a dire sul livello di esposizione esterna. Per un confronto, il livello normale (o livello di fondo naturale o livello di radiazione ambientale) è inferiore a 0,1 µSv/h (dell'ordine di da 0,03 a 0,06 µSv/h).

A nord dell'area della centrale di Onagawa, a circa 120 km a nord-est di Fukushima Daiichi i valori di riferimento erano da 0,03 a 0,06 µSv, qui l'aumento dei livelli sembra essere iniziato il 12 marzo intorno alle 19,00 ora locale: 0,2 µSv/h alle 21,00; 0,4 µSv/h alle 22,00. «Nel giro di minuti i livelli delle dosi aumentano fortemente (fattore 100), superano 10 µSv/h con un massimo di 21 µSv/h il 13 marzo verso le 2,00 del mattino (cioè quasi 1.000 volte il livello normale). Dopo i livelli diminuiscono abbastanza regolarmente (leggero picco a 8,3 µSv/h verso le 10,00 il 13 marzo) ma lentamente. Martedi 15 marzo alle 16,00 ora locale I risultati sono compresi tra 1,1 e 5,4 µSv/h. Questi valori restano quasi 100 volte superiori al normale e attestano la presenza persistente di masse d'aria contaminate e/o di irradiazioni emesse dalle particelle radioattive che si sono depositate al suolo».

L'agglomerato metropolitano di Tokyo è situato a 230 km a sud-ovest di Fukushima Daiichi, secondo il Criiarad «Lunedi 14 marzo, i risultati disponibili indicano dei livelli di radiazioni normali, fluttuanti intorno agli 0,05 µSv/h. La municipalità di Tokyo ha annunciato che il "débit de dose" aveva raggiunto 0,81 µSv/h tra le 10,00 e le 11,00 (Hl) cioè una moltiplicazione per 16 del livello di fondo, poi era ridisceso a 0,075 µSv/h. Questi valori traducono l'arrivo, e poi il riflusso, di masse d'aria contaminate sulla regione».

Sul sito nucleare di Tokai, 115 km a sud-ovest di Fukushima Daiichi, «L'aumento è stato leggermente maggiore, raggiungendo stamattina (il 15 marzo, ndr) 1,2 µSv/h (contro da 0,03 a 0,05 µSv/h la sera prima). Questa evoluzione era prevedibile visto l'orientamento dei venti (venti da est e da nord)».

A Fukushima Daiichi il 12 marzo, dopo l'esplosione del reattore 1, il livello nelle immediate vicinanze della centrale aveva raggiunto 1,5 mSv/h, cioè più di 10.000 volte il livello normale. «Questo valore era già molto preoccupante: in 40 minuti di presenza una persona riceve, solo a causa dell'irradiazione esterna, una dose uguale al limite massimo ammissibile in un anno, cioè 1 mSv/anno - scrive il Criiad - Ricordiamo che I limiti di dose (dosi efficacy o a "corps entier") sono di 1 mSv/anno per le persone normali e di 20 mSv/anno per i lavoratori più esposti. Non corrispondono a dei livelli di non rischio ma di rischi massimi ammissibili. Per esempio, per 100.000 persone esposte a 1 mSv, ci si attende 5 decessi per cancro radio-indotti».

Secondo il Criirad, dopo l'esplosione dell'edificio che ospita il reattore 2, che ha comportato una perdita del contenimento, «Le autorità giapponesi hanno pubblicato dei livelli di esposizione esterna eccessivamente elevati: Reattore m. 3 : 400 mSv/h (milliSieverts all'ora); Reattore n. 4: 100 mSv/h; Reattore n. 2 e 3: 30 mSv/h. Con dei valori così elevati (1 milione di volte e più il livello di fondo naturale) non si è più nel settore delle dosi di radiazioni deboli o molto deboli, con patologie che si manifestano dopo un tempo di latenza (per esempio, più anni o più decenni per il cancro) ma nel settore delle forti dosi di irradiazione. Le forti dosi di irradiazione provocano una distruzione massiccia delle cellule, distruzione che può alterare il funzionamento di certi organi. In questi casi, gli effetti si producono rapidamente (secondo il livello di dose in qualche ora, giorni, settimane o mesi) e presso tutte le persone esposte alla soglia corrispondente (con delle sensibilità individuali). Gli effetti variano secondo gli organi e sono tanto più gravi quanto più elevate sono le dosi. In qualche ora di esposizione, le dosi a "corps entier" possono in effetti raggiungere molti Sieverts: con danni gravi alle cellule più radiosensibili, quelle del midollo osseo, della mucosa intestinale, cellule basali della pelle... Per esempio, la sindrome midollare é provocata dalla distruzione dei ceppi di cellule che assicurano il rimpiazzo dei globuli e delle piastrine del sangue. Più la dose é importante, più il numero di cellule distrutte è importante, più gli effetti sono gravi. L'irradiazione provoca anche il calo del numero dei linfociti, dei neutrofili e delle piastrine, provocando dei rischi di decesso per infezione ed emorragia (da cui il trattamento per trapianto del midollo osseo). La sindrome gastro-intestinale è conseguente alla distruzione dei ceppi di cellule situati nelle cripte intestinali e che assicurano il rinnovamento della mucosa intestinale, il che provoca una perdita della funzione digestiva. Evidentemente I rischi di effetti differiti, e in particolare il cancro, non spariscono a forti dosi, ma si aggiungono agli effetti deterministici. La sindrome nervosa è caratterizzata da disorientamento, prostrazione, convulsioni».

Non sappiamo praticamente nulla su come sia organizzato il lavoro della cinquantina di eroici "liquidatori" rimasti a Fukushima Daiichi (rotazione delle squadre per limitare i tempi di presenza ed esposizione) quel che sappiamo è che i lavoratori ed i vigili del fuoco stanno mettendo sicuramente a rischio la loro salute per evitare che una nuova tragedia nucleare si trasformi nell'apocalisse atomica. L'International atomic energy agency (Iaea) non ha trovato di meglio che il valore di 400 mSv/h è certo elevato ma che si tratta di un «local value at a single location and at a certain point in time». Il Criirad sottolinea che «L'informazione non è documentata (né per l'ora né per la durata) ed è importante precisare che dei valori di 100 mSv/h e 30 mSv/h sono anche loro dei valori elevati, perfino eccessivamente elevati. Quindi, niente permette di concludere che il valore di 400 mSv/anno era il più elevato del sito (solamente 3 risultati sono stati pubblicati e occorre metterli in rapporto alla superficie del sito). L'Iaea indica che alle1,00 del mattino (ora francese) il livello delle dosi misurato all'entrata della porta principale era di 11,9 mSv/h e, 6 ore più tardi, di 0,6 mSv/h (cioè ben più di 1 000 volte il livello normale). Ricordiamo che ora dopo ora le dosi si accumulano e che diversi giorni sono già passati dalla dichiarazione della situazione di emergenza. In più, le cifre non tengono conto che la dose ricevuta per esposizione esterna, vale a dire a causa dell'irradiamento ionizzante emesso dagli atomi radioattivi che si disintegrano e che sono situate a distanza dell'organismo (un po' come una persona può essere esposta agli UV emessi dal sole). Bisogna aggiungere a questa esposizione le dosi di radiazioni ricevute a causa della contaminazione interna e soprattutto dell'inalazione di gas, alogeni ed aerosol i sospensione. Questo è vero per il settore della centrale come per tutte le regioni del Giappone dove sono stati constatati aumenti dei livelli di dosi».

Per questo per il Criirad «E' indispensabile conoscere i livelli di contaminazione dell'aria: le attività volumetriche, in Bq/m3 (becquerels per metro cubo d'aria), per ciascuno dei radionuclidi presenti, in ogni caso per i più significativi sul piano sanitario. E' indispensabile conoscere l'attività dei prodotti di fissione come lo iodio 131, il cesio 137, gli isotopi di krypton e di xenon ... e dei transuranici (isotopi di plutonio, dell'americio). Il secondo parametro chiave per la valutazione dei rischi che corre la popolazione riguarda l'intensità dei depositi al suolo che determina in gran parte il livello di contaminazione della catena alimentare. Ricordiamo che, ad oggi, si ignora tutto della quantità di radioattività emessa nell'ambiente. Le dichiarazioni ufficiali parlano volentieri di emissioni "controllate". Questa presentazione è più che discutibile. Si tratta infatti di emissioni radioattive associate alle operazioni di ripressurizzazione, operazioni dettate dalla necessità (tra due mali, bisogna scegliere il minore) e che non permettono assolutamente di controllare la radioattività emessa. A questo si aggiungono le emissioni associate ad incendi, rotture di tubazioni o altri incidenti che si sono avuti totalmente fuori controllo»

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