«Il Colonnello ha ignorato il nostro avviso». Navi USA nel Mediterraneo. Sarkozy: «Assicureremo l'attuazione della risoluzione Onu. I nostri caccia stanno impedendo i raid su Bengasi»
Muammar Gheddafi «è ancora in tempo per evitare il peggio, conformandosi senza ritardi e senza riserve» alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Al termine del vertice sulla Libia che si è tenuto a Parigi, e che ha dato ufficialmente il via libera ad un'azione militare contro il Raìs, il presidente francese Nicolas Sarkozy concede così al leader libico l'ultima possibilità di scongiurare l'offensiva militare. «La porta della diplomazia si riaprirà quando la sua aggressione finirà - ha spiegato il leader francese -, la nostra determinazione è totale. Ognuno è messo davanti alle sue responsabilità. Il leader libico e «tutti coloro che sono ai suoi ordini - si legge nella dichiarazione finale del vertice di Parigi - devono immediatamente porre fine agli atti di violenza contro i civili, ritirarsi da tutte le aeree in cui sono entrati con la forza, rientrare nelle loro caserme, e consentire un pieno accesso umanitario». «Non possiamo più assistere ai massacri in Libia restando con le braccia conserte» ha anche aggiunto il presidente della Ue, Herman Van Rompuy.
CACCIA FRANCESI SU BENGASI - L'intervento militare delle forze alleate in Libia è sostanzialmente già iniziato. A spiegarlo è stato lo stesso Sarkozy, parlando brevemente alla fine del summit e spiegando che caccia francesi stanno già impedendo gli attacchi aerei del Colonnello contro Bengasi (teatro sabato di violenti scontri). Il presidente francese ha anche aggiunto che l'aviazione è pronta a colpire i tank del Colonnello che assediano la città. I «Rafale» francesi sono in volo sulla Libia da ore senza incontrare ostacoli.
NAVI USA - Unità navali americane dispiegate nel Mediterraneo, nel frattempo, si stanno preparando a bombardare la contraerea e le piste di atterraggio degli aeroporti e delle basi in Libia, nel quadro delle operazioni finalizzate alla creazione della «no fly zone» sui cieli del Paese, operazioni che verranno condotte da aerei di Paesi europei e arabe, spiegano fonti americane ed europee citate dal Washington Post. Aerei provenienti da Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Emirati arabi uniti stanno cominciando a convergere sulle basi in Italia e intorno all'Italia, si precisa. Il comando e il controllo dell'operazione sarà assunto dagli Stati Uniti dalla loro base di Napoli.
TORNADO A TRAPANI - A Trapani sono stati rischierati i caccia Tornado dell'Aeronautica militare che potrebbero essere impiegati sulla Libia: si tratta - secondo quanto appreso dall'Ansa - dei Tornado ECR di Piacenza, specializzati nella distruzione delle difese missilistiche e radar, e dei Tornado IDS di Ghedi (Brescia), con capacità di attacco. Insieme ai Tornado, sono stati schierati nella stessa base anche i caccia Eurofighter di stanza a Grosseto. Nella base di Trapani sono già schierati dei caccia F-16, aerei radar Awacs della Nato e aerei per il rifornimento in volo. Intanto, sei F-16 danesi sono atterrati alla base aerea di Sigonella, in Sicilia. Anche questi velivoli sono pronti a partecipare a operazioni militari in Libia, già dalle prossime ore.
BERLUSCONI IN FRANCIA - Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha partecipato al vertice all'Eliseo dove, accolto a Parigi da Nicolas Sarkozy. Nessun rappresentante dell'Unione africana, invece, ha preso parte al summit. L'UA, hanno precisato le fonti dell'Eliseo, si riunisce a Noukachott, capitale della Mauritania, per affrontare gli aspetti diplomatici della crisi libica.
«I MISSILI LIBICI NON SONO UN PERICOLO» - L'Italia parteciperà all'intervento mettendo a disposizione sette delle proprie basi militari. Queste le indicazioni di Ignazio La Russa, confermate dopo il summit parigino dallo stesso premier. Per ora l'Italia metterà a disposizione solo delle basi, ha ribadito il premier, ma «noi siamo disponibili a fornire mezzi» ove richiesto per l'intervento in Libia. I missili libici, ha aggiunto il rpesidente del Consiglio, non rappresentano un pericolo per il nostro Paese. «Voglio tranquillizzare gli italiani - ha detto Berlusconi -. Le forze armate ieri hanno fatto un esame approfondito e la loro conclusione è che non ci sono armi libiche in grado di raggiungere il territorio italiano». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato informato telefonicamente dal nostro premier dell'andamento e dell'esito della riunione di Parigi. Il capo dello Stato, ha spiegato una nota del Quirinale, si è compiaciuto dell'importante intesa raggiunta, per il contributo dato e per l'impegno assunto dall'Italia. Nel confermare che la partecipazione italiana all'intervento militare in Libia non si limiterà alla messa a disposizione delle basi, ma vedrà il Paese in prima linea nella «coalizione dei volonterosi», La Russa aveva utilizzato in mattinata una espressione colorita, sottolineando che il governo di Roma non si limiterà a fare «l'affittacamere». «Proprio perché siamo vicini alla Libia - aveva detto La Russa - il nostro ruolo non può essere quello degli affittacamere, di quello che offre le basi e dà le chiavi di casa: il nostro ruolo deve essere propositivo, moderato ma determinante».
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