Un’interessante ricerca del Telefono Azzurro rivela che, nel solo 2010, il 40% delle telefonate di bambini ha rivelato una storia di abusi e maltrattamenti, all’interno delle mura domestiche o in ambienti che dovremmo considerare sicuri, come le scuole. E’ possibile prevenire tali violenze? Quali provvedimenti potrebbero adottare i genitori?
Grazie al Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro, è stato possibile analizzare le telefonate in entrata nel biennio 2008-2010, suddivise per regioni: la Lombardia risulta essere al primo posto, con il 55% delle telefonate da parte di bambini che hanno subito abusi di varia natura; al secondo posto troviamo il Lazio, con il 13% di denunce. Leggendo questi dati, viene da chiedersi come sia possibile che così tanti bambini (circa 10mila in più degli anni precedenti) siano vittime di violenze, senza nessuno in grado di proteggerli, nemmeno all’interno dell’ambito familiare. Dai dati analizzati, emerge che il 54,7% degli abusi vengono fatti sulle bambine ed il 45,3% sui bambini, in un età compresa tra 0 e 10 anni per il 56,1% dei casi. Stabilire come sia possibile tutto ciò non è semplice e dipende da caso a caso; una violenza, sia essa fisica che psicologica, può inoltre protrarsi nel tempo.
Gli ultimi fatti di cronaca ci hanno insegnato come sia possibile subire abusi in ambienti apparentemente sicuri, come dovrebbero essere le scuole; recentemente infatti sembra sia aumentato il numero di asili nido e scuole materne chiusi per denunce di violenze, tutte a carico delle stesse insegnanti. A partire dalla vicenda di Rignano Flaminio, nella quale tutti gli alunni di una scuola materna della zona sarebbero stati vittime di abusi sessuali tra il 2005 e il 2006, fino ad arrivare alla recente indagine che ha coinvolto due maestre di una scuola privata in provincia di Milano, accusate di violenze fisiche e psicologiche su bambini in tenera età, sembra che il mondo della scuola d’infanzia non sia più quel posto sicuro e felice che ci siamo sempre aspettati; i molti esempi di cronaca, tra cui anche l’asilo nido di Pistoia, le cui maestre furono filmate mentre usavano violenza sui piccoli alunni, hanno terrorizzato le migliaia di famiglie che ogni giorno affidano i propri piccoli a persone che dovrebbero tutelarli e proteggerli, con la paura che possano trasformarsi in mostri senza scrupoli, capaci di usare violenza fisica su bambini che saranno segnati per il resto della loro vita.
Il problema si pone nel momento in cui i bambini vengono lasciati nelle strutture apposite, dove il genitore difficilmente avrà modo di controllarli, per il resto della giornata. Cosa si potrebbe fare, per essere sicuri di tutelare in pieno i nostri bambini? Sicuramente non farsi prendere dal panico, pensando che ogni struttura d’infanzia possa recare danni ai propri alunni: la stragrande maggioranza degli asili nido e delle scuole materne sono assolutamente ambienti sicuri, sereni e con personale altamente specializzato. Sono le eccezioni che sconvolgono le regole: solo nel caso in cui esistano dei precisi segnali, avremo il dovere di agire, facendolo nel minor tempo possibile. Non è facile saper cogliere disagi di questo tipo, perché si tende sempre ad attribuire un dato comportamento al carattere specifico di ogni bambino: una guida molto utile ci viene fornita dal Telefono Azzurro, che parla di una netta distinzione tra casi evidenti dovuti a precisi segnali fisici e casi meno evidenti, in cui gioca un ruolo fondamentale la psicologia umana. Nel primo caso, un abuso di tipo fisico, attribuibile ad atti di rabbia o di violenza sessuale, può essere riconosciuto grazie ai segni fisici che il nostro bambino può presentare, come ad esempio graffi, morsi o segni di dubbia natura, non attribuibili al semplice gioco; nel secondo caso, quando i segni fisici non sono presenti oggettivamente ma esistono all’interno della psiche del bambino, sarà utile affidarsi alla profonda conoscenza che ognuno di noi ha del proprio bambino: sappiamo quando dimostra un turbamento, riconosciamo un brutto momento della sua vita e possiamo essere in grado di capire se un disagio è dovuto ad un problema di tipo caratteriale o se c’è qualcosa di più profondo.
E’ importante sapere che tutti gli abusi recano disagi che possono portare il bambino verso una sorta di depressione, accentuando la sua fragilità e recando disturbi psicopatologici molto seri, come disturbi di ansia e difficoltà nel dormire. Molto spesso, una tecnica usata è quella del disegno: lasciare un bambino libero di disegnare ciò che lo opprime, potrà risultare un valido aiuto per i genitori preoccupati. Nonostante questi segnali, capire se un bimbo abbia o meno subito un abuso ed averne la certezza assoluta non è mai semplice; è importante cercare aiuto nelle persone che se ne occupano di professione, come psicologi infantili o pediatri, nel caso in cui si abbia un dubbio su segni di origine fisica.
Non dimentichiamo che la maggior parte dei bambini non ha modo di chiedere aiuto nemmeno ai propri genitori, perché vittime di violenze proprio all’interno della propria casa. Secondo l’analisi del Telefono Azzurro, addirittura il 30% delle telefonate di aiuto da parte di bambini arriva a causa di molestie ricevute dal proprio padre: un dato scioccante. Le madri hanno una percentuale del 6%, mentre i conviventi sono al 5,6% ; altri parenti stretti hanno una percentuale del 19%, quindi in moltissime famiglie le violenze subite dai bambini hanno origine da persone molto vicine a loro stessi: le stesse persone che dovrebbero difenderli sono quelle che ne abusano. Un dato importante riguarda anche il tipo di violenza subita: molto spesso, vicino a violenze di tipo fisico, troviamo violenze di tipo psicologico, diffuse soprattutto nei casi di divorzi difficili o rapporti instabili tra i genitori.
Sapere come intervenire in casi del genere è fondamentale: aiutare i bambini non è semplice, così come capire le conseguenze che questi abusi recheranno su di loro. Un valido aiuto, anche qui, arriva dagli esperti, e nella seconda parte di questo approfondimento intervisteremo la Dott.ssa Cristina Colantuono, psicologa e psicoterapeuta, con cui approfondiremo il tema delle conseguenze psicologiche sui bambini vittime di violenza e cercheremo di trovare le risposte ai nostri dubbi.
È possibile approfondire l'argomento nell’articolo “I nostri bambini non sono più al sicuro? Il parere dell'esperta” contenente un'intervista alla dottoressa Cristina Colantuono, psicologa e psicoterapeuta.
Grazie al Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro, è stato possibile analizzare le telefonate in entrata nel biennio 2008-2010, suddivise per regioni: la Lombardia risulta essere al primo posto, con il 55% delle telefonate da parte di bambini che hanno subito abusi di varia natura; al secondo posto troviamo il Lazio, con il 13% di denunce. Leggendo questi dati, viene da chiedersi come sia possibile che così tanti bambini (circa 10mila in più degli anni precedenti) siano vittime di violenze, senza nessuno in grado di proteggerli, nemmeno all’interno dell’ambito familiare. Dai dati analizzati, emerge che il 54,7% degli abusi vengono fatti sulle bambine ed il 45,3% sui bambini, in un età compresa tra 0 e 10 anni per il 56,1% dei casi. Stabilire come sia possibile tutto ciò non è semplice e dipende da caso a caso; una violenza, sia essa fisica che psicologica, può inoltre protrarsi nel tempo.
Gli ultimi fatti di cronaca ci hanno insegnato come sia possibile subire abusi in ambienti apparentemente sicuri, come dovrebbero essere le scuole; recentemente infatti sembra sia aumentato il numero di asili nido e scuole materne chiusi per denunce di violenze, tutte a carico delle stesse insegnanti. A partire dalla vicenda di Rignano Flaminio, nella quale tutti gli alunni di una scuola materna della zona sarebbero stati vittime di abusi sessuali tra il 2005 e il 2006, fino ad arrivare alla recente indagine che ha coinvolto due maestre di una scuola privata in provincia di Milano, accusate di violenze fisiche e psicologiche su bambini in tenera età, sembra che il mondo della scuola d’infanzia non sia più quel posto sicuro e felice che ci siamo sempre aspettati; i molti esempi di cronaca, tra cui anche l’asilo nido di Pistoia, le cui maestre furono filmate mentre usavano violenza sui piccoli alunni, hanno terrorizzato le migliaia di famiglie che ogni giorno affidano i propri piccoli a persone che dovrebbero tutelarli e proteggerli, con la paura che possano trasformarsi in mostri senza scrupoli, capaci di usare violenza fisica su bambini che saranno segnati per il resto della loro vita.
Il problema si pone nel momento in cui i bambini vengono lasciati nelle strutture apposite, dove il genitore difficilmente avrà modo di controllarli, per il resto della giornata. Cosa si potrebbe fare, per essere sicuri di tutelare in pieno i nostri bambini? Sicuramente non farsi prendere dal panico, pensando che ogni struttura d’infanzia possa recare danni ai propri alunni: la stragrande maggioranza degli asili nido e delle scuole materne sono assolutamente ambienti sicuri, sereni e con personale altamente specializzato. Sono le eccezioni che sconvolgono le regole: solo nel caso in cui esistano dei precisi segnali, avremo il dovere di agire, facendolo nel minor tempo possibile. Non è facile saper cogliere disagi di questo tipo, perché si tende sempre ad attribuire un dato comportamento al carattere specifico di ogni bambino: una guida molto utile ci viene fornita dal Telefono Azzurro, che parla di una netta distinzione tra casi evidenti dovuti a precisi segnali fisici e casi meno evidenti, in cui gioca un ruolo fondamentale la psicologia umana. Nel primo caso, un abuso di tipo fisico, attribuibile ad atti di rabbia o di violenza sessuale, può essere riconosciuto grazie ai segni fisici che il nostro bambino può presentare, come ad esempio graffi, morsi o segni di dubbia natura, non attribuibili al semplice gioco; nel secondo caso, quando i segni fisici non sono presenti oggettivamente ma esistono all’interno della psiche del bambino, sarà utile affidarsi alla profonda conoscenza che ognuno di noi ha del proprio bambino: sappiamo quando dimostra un turbamento, riconosciamo un brutto momento della sua vita e possiamo essere in grado di capire se un disagio è dovuto ad un problema di tipo caratteriale o se c’è qualcosa di più profondo.
E’ importante sapere che tutti gli abusi recano disagi che possono portare il bambino verso una sorta di depressione, accentuando la sua fragilità e recando disturbi psicopatologici molto seri, come disturbi di ansia e difficoltà nel dormire. Molto spesso, una tecnica usata è quella del disegno: lasciare un bambino libero di disegnare ciò che lo opprime, potrà risultare un valido aiuto per i genitori preoccupati. Nonostante questi segnali, capire se un bimbo abbia o meno subito un abuso ed averne la certezza assoluta non è mai semplice; è importante cercare aiuto nelle persone che se ne occupano di professione, come psicologi infantili o pediatri, nel caso in cui si abbia un dubbio su segni di origine fisica.
Non dimentichiamo che la maggior parte dei bambini non ha modo di chiedere aiuto nemmeno ai propri genitori, perché vittime di violenze proprio all’interno della propria casa. Secondo l’analisi del Telefono Azzurro, addirittura il 30% delle telefonate di aiuto da parte di bambini arriva a causa di molestie ricevute dal proprio padre: un dato scioccante. Le madri hanno una percentuale del 6%, mentre i conviventi sono al 5,6% ; altri parenti stretti hanno una percentuale del 19%, quindi in moltissime famiglie le violenze subite dai bambini hanno origine da persone molto vicine a loro stessi: le stesse persone che dovrebbero difenderli sono quelle che ne abusano. Un dato importante riguarda anche il tipo di violenza subita: molto spesso, vicino a violenze di tipo fisico, troviamo violenze di tipo psicologico, diffuse soprattutto nei casi di divorzi difficili o rapporti instabili tra i genitori.
Sapere come intervenire in casi del genere è fondamentale: aiutare i bambini non è semplice, così come capire le conseguenze che questi abusi recheranno su di loro. Un valido aiuto, anche qui, arriva dagli esperti, e nella seconda parte di questo approfondimento intervisteremo la Dott.ssa Cristina Colantuono, psicologa e psicoterapeuta, con cui approfondiremo il tema delle conseguenze psicologiche sui bambini vittime di violenza e cercheremo di trovare le risposte ai nostri dubbi.
È possibile approfondire l'argomento nell’articolo “I nostri bambini non sono più al sicuro? Il parere dell'esperta” contenente un'intervista alla dottoressa Cristina Colantuono, psicologa e psicoterapeuta.
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Sono presenti 14 commenti
Sul caso di Rignano Flaminio si sono espressi già due tribunali, di violenze neanche l'ombra ed uno straccio di prova, con accuse al limite della fantascienza e del ridicolo.
Prima di accostarlo ad altri casi consiglierei di informarsi.
Gentile Anonimo, avendo letto l'articolo, avrà sicuramente visto l'uso del condizionale "sarebbero stati vittime".
Non è un caso il suo uso!
Mi permetto anche di aggiungere che il processo è ancora in corso. Come vede, sono ben informata.
Ma grazie comunque della sua precisazione :)
L'unica inesattezza di quest'articolo è che non "tutti" i bambini della scuola materna di Rignano Flaminio sarebbero stati abusati, ma soltanto (se così si può dire!) alcuni.
Le perizie effettuate dagli psicologi del Bambin Gesù hanno evidenziato in alcuni bambini segnali inequivocabili di abusi sessuali. Per quanto riguarda le due "sentenze" di cui parla l'anonimo qui sopra si deve precisare che:
La prima a cui si riferisce è la sentenza di scarcerazione delle maestre non perché non hanno commesso il fatto ma perche' "il materiale indiziario che emerge dagli atti, pur sussistente, appare insufficiente", non sufficiente cioè a giustificare la permanenza in carcere degli indagati, ma SUFFICIENTE per rinviarli a giudizio.
La seconda a cui fa riferimento l'anonimo è quella della Cassazione, che ha confermato ciò che è stato detto dal tribunale del Riesame ma che ha aggiunto un dato certo: i bambini sono stati abusati e i colpevoli di tali abusi sono da cercare al di fuori del loro ambiente familiare... il resto lo stanno discutendo in Tribunale dove, e questo è certo, non si arriva senza PROVE!
L'anonimo forse si è sentito chiamato in causa ma a parte i colpevoli, l'attenzione deve essere sui minori.
Violenza sessuale o meno, i sintomi che presentano denunciano sempre un disagio e da questo dobbiamo preservarli!
Attenzione, il fatto di essere rinviati a giudizio non significa nulla.
Il caso degli asili di Brescia insegna.
Per quanto riguarda le perizie del Bambin Gesù lo stesso Prof. Montecchi
ex primario ha dichiarato che la perizia psicologica non è uno strumento per appurare un abuso e confermato anche dalla stessa cassazione.
Sento parlare sempre di indizi, ma per condannare servono inconfutabili prove oltre ogni ragionevole dubbio.
Di processi senza prove è piena zeppa la nostra malata giustizia, il caso Tortora non ha insegnato nulla?
@ Cristina Colantuono
vanno preservati sopratutto da psicologi ed inquirenti incapaci.
Lo psicologo è la figura più autorevole e preparata per aiutare i bambini in casi di "disagio", a prescindere che siano casi di abuso con un colpevole giudicato per indizi o no.
Professionisti incapaci ci sono in ogni contesto!
Nel caso specifico di Rignano tutti i genitori non si sono mai accorti di nessun disagio fisico o psicologico nei propri figli che poche ore prima secondo da quanto denunciato, venivano perpetrate le peggiori violenze, né si sono mai rivolti ai pediatri se non per le normali visite di controllo.
Non è necessario scomodare le figure più autorevoli della psicologia per capire che ci troviamo di fronte ad un caso di falso positivo, cinque donne prossime alla pensione che diventano improvvisamente pedofile-sataniste assetate di sangue nella stessa scuola?
I professionisti incapaci vanno allontanati dall'ordine degli psicologi per non creare altri danni e rovinare le vite di adulti e bambini.
Non si può dare per scontato che sia tutto falso, caro Anonimo. Come è ovvio che non si può avere la certezza che sia tutto vero, almeno fino alla fine del processo. Il punto è che i soggetti di cui occuparsi sono i bambini, se non è Rignano è un'altra scuola e ce ne sono diverse. Rifletterei bene nel dare la colpa ai professionisti, piuttosto che ad altri. Lei dice che è oggettivo che si tratti di un caso di falso positivo, io questa oggettività non la vedo. Anzi, vedo solo poca attenzione nei confronti dei bambini che, comunque vadano le cose, sono e restano le vittime principali.
In altri paesi più civili del nostro, certi processi non li incominciano neanche se non ci sono i pesupposti. I bambini vengono ascoltati subito e da personale altamente qualificato rispettanto procedure molto rigorose.
Mi piacerebbe sapere con quale criterio Beatrice innalza i bambini a vittime principali, aspettiamo la fine del processo per fare classifiche, una persona innocente sbattuta in galera è una vittima secondaria?
Sono sempre e comunque le vittime principali, perché che sia vero o meno, sono stati messi in mezzo da adulti senza scrupoli. O vogliamo negarlo? Le prime persone da tutelare sono loro, mi stupisco che si possa non pensarlo!
@ Beatrice
Infatti il gip non ha pensato affatto ai figli minorenni degli allora indagati, rinchiusi in carcere dopo 9 mesi di indagini senza prove (e per questo rilasciati dopo alcuni giorni); chi ha tutelato quei minori esposti alla vergogna, alla sofferenza di sapere le loro madri innocenti chiuse in una cella? Loro sì che hanno subito VERE violenze da parte delle istituzioni! Ma, come dice giustamente lei, anche per i bambini presunti abusati questa è una storia di sofferenza, che ha distrutto la serenità di un'infanzia che avevano diritto di vivere come tale. Auguriamoci che casi come quello di Rignano Flaminio non si ripetano più; che gli inquirenti indaghino correttamente a 360° e non a senso unico come è successo a Rignano, mossi dalla presunzione di colpevolezza nei confronti delle persone accusate.
@Beatrice:"Non si può dare per scontato che sia tutto falso"
Ma Lei ha mai sentito parlare della presunzione d'innocenza??
Art.27 della nostra costituzione "L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva."
Si informi perché questi articoli che vorrebbero fare "informazione" rischiano di creare un danno a persone innocenti
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