Concluso con successo il seminario nazionale “Qui e adesso: radici e reti”
«La lunga tradizione del cattolicesimo democratico può essere ancora significativa e contribuire efficacemente a rinnovare il nostro Paese a 150 anni dalla sua riunificazione». Questa la considerazione conclusiva di Ernesto Preziosi, Presidente CenSSeS (Centro Studi Storici e Sociali) e dall’Associazione Agormenti2000, al termine del convegno “Qui e adesso: radici e reti. Il cattolicesimo democratico in ricerca” svoltosi a Todi (PG) lo scorso fine settimana. Preziosi ha poi aggiunto: «Spetta in via prioritaria a quanti si riconoscono nel cattolicesimo democratico individuare vie e percorsi per rinnovare questa tradizione politica, per renderla capace di incidere nella storia con strumenti concreti e per orientare le migliori energie a superare la “transizione infinita” che da due decenni viviamo e che assume oggi il volto di una manifesta emergenza democratica, preoccupante almeno quanto la già conclamata emergenza educativa. Potremo farcela solo recuperando un’unità culturale, ben più necessaria di un’unità politica che difficilmente potrà ripetersi».
Le tre sessioni seminariali sono state proficue e molto partecipate. La prima ha offerto una suggestiva ricostruzione storiografica definendo il profilo del cattolicesimo democratico: quella tradizione politica ispirata al solidarismo, che ha elaborato un’idea di Stato organico capace di legare la dimensione istituzionale ai corpi intermedi, assegnandone un ruolo specifico, e che vede nella Costituzione Repubblicana e in una prospettiva di laicità cristiana di matrice conciliare le sue colonne portanti. Interessante anche la lettura offerta sullo statista Alcide De Gasperi il quale avrebbe costruito la sua autorevolezza e guadagnato consenso politico sulla prima pesante sconfitta inflittagli dal ventennio fascista e da quanti hanno mal interpretato le sue origine storiche.
La seconda sessione si è concentrata sui contenuti politici di una proposta cattolico democratica: dominanti i temi della libertà religiosa, dell’uguaglianza, della dignità dell’uomo, del concetto di persona. Richiamata l’esperienza di Tommaso Moro e la fedeltà alla coscienza il confronto si è spostato sul rapporto tra principi e necessità di mediarli per renderli presenti nella storia. Il Prof. Luigi Franco Pizzolato ha offerto una lettura lazzatiana del concetto di mediazione quale necessità imprescindibile per realizzare i valori nei quali ci si riconosce. Rifiutare la mediazione storica di tali valori equivale a non realizzarli o a ricorrere alla contrattazione, un risultato molto prossimo a quello del compromesso, unanimemente riconosciuto come inaccettabile.
La terza sessione ha visto alcune delle associazioni più rappresentative del laicato cattolico confrontarsi sul tema della provenienza ecclesiale della classe dirigente e sul servizio educativo da esse svolto in tema di cittadinanza e bene comune. Superato il collateralismo, l’approdo alla scelta religiosa non si è tradotto in disimpegno, ma ha significato la formazione delle coscienze in una prospettiva in cui l’autonomia del laicato promuove collaborazione per la realizzazione della “città di Dio, come della città dell’uomo”. Un percorso ecclesialmente interrottosi sul finire degli anni ’80 quando, anziché condurre ad una ricomposizione del laicato cattolico in una prospettiva di reale pluralismo di matrice conciliare come indicato nella Lumen Gentium 31, ha assunto delle forme di eccessiva omologazione, tanto da ripetere nei confronti del mondo della politica il modello concordatario.
Il seminario nazionale si è concluso con una quarta sessione pubblica, tenutasi presso l’aula consiliare del Comune di Todi. Attraverso le voci di Pierluigi Castagneti, Savino Pezzotta, Michele Petraroia, e Rosy Bindi è emersa la comune volontà dei cattolici democratici di essere attivi e presenti in questo passaggio delicato del Paese con un contributo di riflessione che possa aiutare tutte le forze in campo a fare un passo in avanti verso il cambiamento e con il rilancio di una politica che, al riparo dai condizionamenti e dalle logiche legate alle vicende personali dei singoli, sia capace di farsi carico dei problemi reali e del bene comune.
“Da questa giornata – ha affermato Rosy Bindi al termine del convegno – emerge la consapevolezza che una parte dei cattolici italiani, quelli che si riconoscono nel cattolicesimo democratico, intendono essere attivi e presenti in questa fase per unire il Paese e non per dividerlo, per elaborare una riflessione che possa essere aiutare tutti ad affrontare le sfide di questo momento”.
Con appuntamenti come quello di Todi, l’associazione Argomenti2000 si propone di offrire, in un clima di amicizia politica, degli spazi di discernimento e proposta che possano contrastare i segni di smarrimento, talora di vero e proprio spaesamento, rispetto alle più impegnative dinamiche sociali e politiche dell’oggi, ritrovando una capacità di elaborazione progettuale e prospettica che la politica ha necessità di recuperare.
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