In Cile la terra non ha praticamente mai smesso di tremare dopo l'ultimo devastante terremoto, eppure il governo di destra del Paese sudamericano continua caparbiamente nella sua strada verso il nucleare pensando di cominciare a produrre energia atomica già nel 2020. Un accordo di formazione è stato firmato nei giorni scorsi con la Francia.
GreenReport - Il 18 febbraio Jaime Salas è stato nominato a capo della Comisión chilena de energía nuclear (Cchen) proprio in tempo per accompagnare il ministro delle miniere del Cile, Laurence Golborne, in una visita ufficiale in Francia e Belgio che è culminate in un incontro alla centrale nuc leare di Tihange. I due cileni a Parigi hanno incontrato il ministro francese dell'industria e dell'energia, Eric Besson, ed hanno partecipato a una tavola rotonda sull'energia con i leader dell'industria francese e cilena per «Scambiare esperienze e sviluppare partnership», come spiega World Nuclear News, l'agenzia stampa delle multinazionali nucleari. Il risultato di questi incontri è stata la creazione di un gruppo ad alto livello presieduto congiuntamente dall'amministratore delegato di Gdf-Suez, Gérard Mestrallet, e da quello della Quiñenco conglomerate Guillermo Luksic. E' stato anche firmato un accordo di "cooperazione istituzionale nel campo dell'energia nucleare" tra Cchen e la commissione nucleare francese Cea che prevede la formazione di 17 esperti nucleari cileni in Francia a partire dal 2012.
Lo schema preliminare per un eventuale programma nucleare cileno è stato presentato nel 2010 dal Comitato centrale nucleare del Collegio degli ingegneri del Cile e prevede 4 reattori nucleari da 1.100 MWe ciascuno. A causa delle condizioni aride nel nord del Paese e per la mancanza di grandi fiumi nella parte centrale del Cile, il rapporto propone che i siti nucleari siano ripartito in tre aree della costa cilena del Pacifico. Una delle aree indicate è quella di Angofasta, 1400 chilometri a nord di Santiago, dove c'è una buona densità di popolazione e soprattutto un'estesa attività mineraria estesa.
Un'altra regione che potrebbero accogliere il nucleare cileno è Coquimbo, 300 chilometri a nord di Santiago, dove potrebbe sorgere una grande centrale a nord dell'area metropolitana della capitale. La terza regione proposta e El Liberatador, circa 200 chilometri a sud di Santiago, sempre per servire la città e per sopperire al probabile calo di energia idroelettrica che potrebbe essere causato dal cambiamento climatico.
La costruzione del primo reattore cileno dovrebbe iniziare addirittura nel 2015, ed il piano prevede che tutti e 4 i reattori siano in attività intorno al 2030. I nuclearisti cileni dicono che questo potrebbe risparmiare al Paese la costruzione di 15 nuove centrali a carbone da 300 MWe ciascuna e l'emissione dio 238 milioni di tonnellate di CO2, contribuendo così anche l'impatto di una futura riduzione delle importazioni di gas dall''Argentina. Alla fine il mix energetico cileno sarebbe costituito da: 43% di energia idroelettrica, 13% da altre fonti rinnovabili, 26% di nucleare, 10% da gas e '8% da carbone, mantenendo nel 2030 il livello di emissioni di gas serra ai livelli del 2009, nonostante la crescita di domanda di energia dagli attuali circa 60TWh a 14 TWh.
La cosa non convince affatto Greenpeace Chile: «In Cile le autorità stanno promuovendo una ferrea difesa per mettere le basi per installare l'energia nucleare nella produzione energetica, però oggi nel mondo si protesta per chiedere la chiusura di questi impianti. Oggi apprendiamo con sorpresa che il nostro bi-ministro dell'energia e delle miniere, Laurence Golborne, che prima si supponeva andasse solo a conoscere ed esplorare i vantaggi dell'energia nucleare in Francia, in buon cileno ha dato mandato alle parti ed ha firmato un accordo di cooperazione. Così, senza avvisare nessuno. Ci sono due alternative per spiegarlo. La prima è che questo era stato pianificato in precedenza, in segreto. Sebbene avesse reso pubblico il suo viaggio e le intenzioni del governo di esplorare questa nociva fonte di energia, non se ne aveva notizia, nemmeno sui media che influenzano di più il mercato, vale a dire quelli che coprono l'economia, di un accordo. La seconda alternativa è che l'accordo sia stato firmato senza pianificazione, approvato per una congiuntura, senza che nessuno lo abbia visto compromettendosi come nazione su un tema la cui prima priorità è quella di una revisione in forma aperta».
Gli ambientalisti accusano il governo cileno di avere una politica energetica molto opaca e fanno una ricognizione dei problemi sul tappeto: «Gli investimenti di Copec e Ultramar para tagliare i loro costi operativi sostituendo le loro importazioni di carbone dall'estero con materiale estratto dall'isola Riesco, ottenendo tra l'altro un aumento dell'1,26% delle loro azioni (del quale beneficia lo stesso Presidente della Repubblica seecondo il giornale Contraloría). La definizione ridicola di "molesta" della centrale termoelettrica Castilla, la più grande di tutta l'America Latina, nella zona di Punta Cachos in Atacama. Le dichiarazioni delle autorità che stasv biliscono che, il rispetto delle leggi ambientali, che hanno dichiarato essere insufficienti, bastano per dare la loro approvazione. I 19 progetti di produzione di energia basati sul carbone che oggi affollano il sistema di valutazione di impatto ambientale, in attesa di approvazione o addirittura di costruzione. I conflittio di Barrancones, Ventanas, Campiche, Los Robles, Chayavanita, Patache, Guacolda, tra i tanti altri. La campagna di disinformazione milionaria che ha dispiegato Hidroaysén per convincerci che un progetto con queste caratteristiche è necessario e che non è così male come dicono gli esperti e come già sa la maggioranza della popolazione. E fino a pochi giorni fa il "corteggiamento" del governo con una delle principali imprese del settore, Suez Energy, che ora appare un preoccupante matrimonio».
Greenpeace Chile ricorda che «Il caso del'energia nucleare non è differente. Alcuni la considerano a buon mercato, perché è pulita. Non solo è rischiosa, non solo non è rinnovabile, non solo tagli gli investimenti nelle rinnovabili... non esiste nessun posto dove sia pulita; ad oggi l'unica alternativa è quella di stoccare le sue scorie per l'eternità e pregare perché nessuno mai si ricordi di loro. Tuttavia, ci sono alcuni che dicono che è preferibile al carbone i costi di quest'ultimo sono maggiori. Pero presentarlo in questo modo è assurdo, alleggerire il veleno non cambia il risultato. Ci vogliono imporre una fonte di energia che forse sarà operativa tra 15 anni, senza una discussione sul mercato dell'energia, senza politiche di risparmio né di efficienza energetica, senza discutere dei costi ambientali che devono essere applicati alle fonti sporche, senza investire nelle rinnovabili senza affrontare i problemi di fondo, non solo è miope, è mediocre. L'energia nucleare non può essere una soluzione al nostro attuale scenario».
GreenReport - Il 18 febbraio Jaime Salas è stato nominato a capo della Comisión chilena de energía nuclear (Cchen) proprio in tempo per accompagnare il ministro delle miniere del Cile, Laurence Golborne, in una visita ufficiale in Francia e Belgio che è culminate in un incontro alla centrale nuc leare di Tihange. I due cileni a Parigi hanno incontrato il ministro francese dell'industria e dell'energia, Eric Besson, ed hanno partecipato a una tavola rotonda sull'energia con i leader dell'industria francese e cilena per «Scambiare esperienze e sviluppare partnership», come spiega World Nuclear News, l'agenzia stampa delle multinazionali nucleari. Il risultato di questi incontri è stata la creazione di un gruppo ad alto livello presieduto congiuntamente dall'amministratore delegato di Gdf-Suez, Gérard Mestrallet, e da quello della Quiñenco conglomerate Guillermo Luksic. E' stato anche firmato un accordo di "cooperazione istituzionale nel campo dell'energia nucleare" tra Cchen e la commissione nucleare francese Cea che prevede la formazione di 17 esperti nucleari cileni in Francia a partire dal 2012.
Lo schema preliminare per un eventuale programma nucleare cileno è stato presentato nel 2010 dal Comitato centrale nucleare del Collegio degli ingegneri del Cile e prevede 4 reattori nucleari da 1.100 MWe ciascuno. A causa delle condizioni aride nel nord del Paese e per la mancanza di grandi fiumi nella parte centrale del Cile, il rapporto propone che i siti nucleari siano ripartito in tre aree della costa cilena del Pacifico. Una delle aree indicate è quella di Angofasta, 1400 chilometri a nord di Santiago, dove c'è una buona densità di popolazione e soprattutto un'estesa attività mineraria estesa.
Un'altra regione che potrebbero accogliere il nucleare cileno è Coquimbo, 300 chilometri a nord di Santiago, dove potrebbe sorgere una grande centrale a nord dell'area metropolitana della capitale. La terza regione proposta e El Liberatador, circa 200 chilometri a sud di Santiago, sempre per servire la città e per sopperire al probabile calo di energia idroelettrica che potrebbe essere causato dal cambiamento climatico.
La costruzione del primo reattore cileno dovrebbe iniziare addirittura nel 2015, ed il piano prevede che tutti e 4 i reattori siano in attività intorno al 2030. I nuclearisti cileni dicono che questo potrebbe risparmiare al Paese la costruzione di 15 nuove centrali a carbone da 300 MWe ciascuna e l'emissione dio 238 milioni di tonnellate di CO2, contribuendo così anche l'impatto di una futura riduzione delle importazioni di gas dall''Argentina. Alla fine il mix energetico cileno sarebbe costituito da: 43% di energia idroelettrica, 13% da altre fonti rinnovabili, 26% di nucleare, 10% da gas e '8% da carbone, mantenendo nel 2030 il livello di emissioni di gas serra ai livelli del 2009, nonostante la crescita di domanda di energia dagli attuali circa 60TWh a 14 TWh.
La cosa non convince affatto Greenpeace Chile: «In Cile le autorità stanno promuovendo una ferrea difesa per mettere le basi per installare l'energia nucleare nella produzione energetica, però oggi nel mondo si protesta per chiedere la chiusura di questi impianti. Oggi apprendiamo con sorpresa che il nostro bi-ministro dell'energia e delle miniere, Laurence Golborne, che prima si supponeva andasse solo a conoscere ed esplorare i vantaggi dell'energia nucleare in Francia, in buon cileno ha dato mandato alle parti ed ha firmato un accordo di cooperazione. Così, senza avvisare nessuno. Ci sono due alternative per spiegarlo. La prima è che questo era stato pianificato in precedenza, in segreto. Sebbene avesse reso pubblico il suo viaggio e le intenzioni del governo di esplorare questa nociva fonte di energia, non se ne aveva notizia, nemmeno sui media che influenzano di più il mercato, vale a dire quelli che coprono l'economia, di un accordo. La seconda alternativa è che l'accordo sia stato firmato senza pianificazione, approvato per una congiuntura, senza che nessuno lo abbia visto compromettendosi come nazione su un tema la cui prima priorità è quella di una revisione in forma aperta».
Gli ambientalisti accusano il governo cileno di avere una politica energetica molto opaca e fanno una ricognizione dei problemi sul tappeto: «Gli investimenti di Copec e Ultramar para tagliare i loro costi operativi sostituendo le loro importazioni di carbone dall'estero con materiale estratto dall'isola Riesco, ottenendo tra l'altro un aumento dell'1,26% delle loro azioni (del quale beneficia lo stesso Presidente della Repubblica seecondo il giornale Contraloría). La definizione ridicola di "molesta" della centrale termoelettrica Castilla, la più grande di tutta l'America Latina, nella zona di Punta Cachos in Atacama. Le dichiarazioni delle autorità che stasv biliscono che, il rispetto delle leggi ambientali, che hanno dichiarato essere insufficienti, bastano per dare la loro approvazione. I 19 progetti di produzione di energia basati sul carbone che oggi affollano il sistema di valutazione di impatto ambientale, in attesa di approvazione o addirittura di costruzione. I conflittio di Barrancones, Ventanas, Campiche, Los Robles, Chayavanita, Patache, Guacolda, tra i tanti altri. La campagna di disinformazione milionaria che ha dispiegato Hidroaysén per convincerci che un progetto con queste caratteristiche è necessario e che non è così male come dicono gli esperti e come già sa la maggioranza della popolazione. E fino a pochi giorni fa il "corteggiamento" del governo con una delle principali imprese del settore, Suez Energy, che ora appare un preoccupante matrimonio».
Greenpeace Chile ricorda che «Il caso del'energia nucleare non è differente. Alcuni la considerano a buon mercato, perché è pulita. Non solo è rischiosa, non solo non è rinnovabile, non solo tagli gli investimenti nelle rinnovabili... non esiste nessun posto dove sia pulita; ad oggi l'unica alternativa è quella di stoccare le sue scorie per l'eternità e pregare perché nessuno mai si ricordi di loro. Tuttavia, ci sono alcuni che dicono che è preferibile al carbone i costi di quest'ultimo sono maggiori. Pero presentarlo in questo modo è assurdo, alleggerire il veleno non cambia il risultato. Ci vogliono imporre una fonte di energia che forse sarà operativa tra 15 anni, senza una discussione sul mercato dell'energia, senza politiche di risparmio né di efficienza energetica, senza discutere dei costi ambientali che devono essere applicati alle fonti sporche, senza investire nelle rinnovabili senza affrontare i problemi di fondo, non solo è miope, è mediocre. L'energia nucleare non può essere una soluzione al nostro attuale scenario».
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