Dalle città che circondano Tripoli al Golfo della Sirte è stata una giornata di combattimenti, con molte vittime e la paura che la crisi possa continuare a lungo: lo dicono fonti della MISNA nella capitale, ancora completamente sotto il controllo delle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi.
Agenzia Misna - Secondo le fonti della MISNA, scontri che hanno provocato molti morti si sono verificati a Zawiya e a Tajoura, alcune decine di chilometri a ovest e a a est di Tripoli. L’emittente televisiva di Stato ha sostenuto che la prima di queste due città è ormai sotto il controllo delle forze di Gheddafi, una versione confermata solo in parte dai rivoltosi: il centro della città sarebbe ancora “libero”, ma i reparti del colonnello si sarebbero attestati a quattro o cinque chilometri di distanza.
Difficile stabilire con certezza anche ciò che è accaduto più a est, nel Golfo della Sirte che separa le sacche della rivolta nella regione di Tripoli dalla Cirenaica già da giorni fuori dal controllo di Gheddafi. In serata il ministro degli Esteri Khaled Kaaim ha sostenuto che le forze governative sono rientrate a Ras Lanuf, un porto petrolifero strategico a 660 chilometri dalla capitale. Per ora non sono verificabili neanche i proclami di vittoria dei rivoltosi e le successive smentite dal governo sulla sorte di Brega, un altro terminal del greggio situato lungo l’asse che collega Tripoli a Bengasi.
Sull’andamento del conflitto, dicono alla MISNA, potrebbero pesare le difficoltà logistiche e organizzative dei rivoltosi. Le “sacche” nella Tripolitania non hanno collegamenti con la Cirenaica e, in diversi casi, le forze antigovernative sono male e poco armate.
In serata è giunta notizia del sostegno di Gheddafi a una proposta di negoziati “per incoraggiare il dialogo nazionale” avanzata dal governo venezuelano. La Lega Araba ha fatto sapere di star valutando l’ipotesi; ma è già arrivato un no dal Consiglio nazionale libico, il nuovo potere a Bengasi.
[VG]
Agenzia Misna - Secondo le fonti della MISNA, scontri che hanno provocato molti morti si sono verificati a Zawiya e a Tajoura, alcune decine di chilometri a ovest e a a est di Tripoli. L’emittente televisiva di Stato ha sostenuto che la prima di queste due città è ormai sotto il controllo delle forze di Gheddafi, una versione confermata solo in parte dai rivoltosi: il centro della città sarebbe ancora “libero”, ma i reparti del colonnello si sarebbero attestati a quattro o cinque chilometri di distanza.
Difficile stabilire con certezza anche ciò che è accaduto più a est, nel Golfo della Sirte che separa le sacche della rivolta nella regione di Tripoli dalla Cirenaica già da giorni fuori dal controllo di Gheddafi. In serata il ministro degli Esteri Khaled Kaaim ha sostenuto che le forze governative sono rientrate a Ras Lanuf, un porto petrolifero strategico a 660 chilometri dalla capitale. Per ora non sono verificabili neanche i proclami di vittoria dei rivoltosi e le successive smentite dal governo sulla sorte di Brega, un altro terminal del greggio situato lungo l’asse che collega Tripoli a Bengasi.
Sull’andamento del conflitto, dicono alla MISNA, potrebbero pesare le difficoltà logistiche e organizzative dei rivoltosi. Le “sacche” nella Tripolitania non hanno collegamenti con la Cirenaica e, in diversi casi, le forze antigovernative sono male e poco armate.
In serata è giunta notizia del sostegno di Gheddafi a una proposta di negoziati “per incoraggiare il dialogo nazionale” avanzata dal governo venezuelano. La Lega Araba ha fatto sapere di star valutando l’ipotesi; ma è già arrivato un no dal Consiglio nazionale libico, il nuovo potere a Bengasi.
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