"E’ in atto un 'complotto' contro il mio Paese". Gheddafi lancia una nuova stoccata all’Occidente, in un’intervista ad una tv francese e ribadisce di non voler mollare la presa.
Radio Vaticana - Una risposta netta, la sua, contro la proposta lanciata ieri dal capo del Consiglio nazionale provvisorio, l'ex ministro della Giustizia Jalil, che aveva detto: “se lascia il Paese e ferma i bombardamenti, non lo perseguiremo per i suoi crimini”; i bombardamenti, però, continuano, e anche su più fronti. Sentiamo Amina Belkassem: ascolta
E intanto la diplomazia internazionale è al lavoro per mettere la parola fine alle violenze. Fissata per domani a Bruxelles una riunione dei Ministri della Difesa dell’Unione Europea, mentre Washington ha stabilito contatti diretti con Londra; una telefonata tra Obama e Cameron dalla quale emerge una posizione nettissima: sì alla zona di interdizione aerea. Dagli Stati Uniti, ci riferisce Elena Molinari: ascolta
All'indomani della decisione Nato di studiare un'opzione militare per mettere la parola fine alla guerra civile in atto in Libia, anche l'Organizzazione della Conferenza islamica si è detta favorevole ieri alla creazione di una No fly zone. Un’opzione che venne già imposta all’Iraq, con risultati fallimentari. Ad Ennio Di Nolfo, professore emerito di Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Firenze, Salvatore Sabatino ha chiesto se c’è il rischio di un fallimento anche in questo caso: ascolta
Come abbiamo sentito, comunità internazionale divisa, dunque, sulla no fly zone da imporre sui cieli della Libia. Sul fronte del sì Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia; contraria, invece, la Russia. Una divisione che rischia di diventare una pericolosa frattura diplomatica; situazione, questa, che sarà affrontata dal vice-presidente Usa, Biden, in visita a Mosca. Sentiamo Giuseppe D’Amato: ascolta
Radio Vaticana - Una risposta netta, la sua, contro la proposta lanciata ieri dal capo del Consiglio nazionale provvisorio, l'ex ministro della Giustizia Jalil, che aveva detto: “se lascia il Paese e ferma i bombardamenti, non lo perseguiremo per i suoi crimini”; i bombardamenti, però, continuano, e anche su più fronti. Sentiamo Amina Belkassem: ascolta
E intanto la diplomazia internazionale è al lavoro per mettere la parola fine alle violenze. Fissata per domani a Bruxelles una riunione dei Ministri della Difesa dell’Unione Europea, mentre Washington ha stabilito contatti diretti con Londra; una telefonata tra Obama e Cameron dalla quale emerge una posizione nettissima: sì alla zona di interdizione aerea. Dagli Stati Uniti, ci riferisce Elena Molinari: ascolta
All'indomani della decisione Nato di studiare un'opzione militare per mettere la parola fine alla guerra civile in atto in Libia, anche l'Organizzazione della Conferenza islamica si è detta favorevole ieri alla creazione di una No fly zone. Un’opzione che venne già imposta all’Iraq, con risultati fallimentari. Ad Ennio Di Nolfo, professore emerito di Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Firenze, Salvatore Sabatino ha chiesto se c’è il rischio di un fallimento anche in questo caso: ascolta
Come abbiamo sentito, comunità internazionale divisa, dunque, sulla no fly zone da imporre sui cieli della Libia. Sul fronte del sì Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia; contraria, invece, la Russia. Una divisione che rischia di diventare una pericolosa frattura diplomatica; situazione, questa, che sarà affrontata dal vice-presidente Usa, Biden, in visita a Mosca. Sentiamo Giuseppe D’Amato: ascolta
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