martedì, marzo 01, 2011
“La gente arriva a qualsiasi ora del giorno e della notte. Molti sono stati costretti a camminare per giorni e necessitano di assistenza immediata: cibo, acqua e coperte vanno via ad una velocità impressionante”: è il racconto che Mohammed Janin, volontario della Mezzaluna rossa, fa alla MISNA da Ras Jedir, in territorio tunisino a pochi chilometri dal confine.

Agenzia Misna - “Il rischio è quello di una crisi umanitaria, se gli arrivi continuano a mantenere questo ritmo” osserva il volontario, secondo cui le varie organizzazioni sul posto “cercano di coordinarsi al meglio, ma la situazione è certamente preoccupante”.
Dal 20 febbraio scorso dalle 70.000 alle 75.000 persone sono fuggite dalla Libia verso la Tunisia e solo ieri in 14.000 hanno attraversato la frontiera. “È il numero più alto registrato finora in un solo giorno e per oggi sono previsti almeno altri 9000 arrivi” aggiunge Jenin. Un contesto, quello descritto dal volontario, confermato dalla portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) Anna Nelson per cui “è giunto il momento che siano soddisfatte le esigenze della popolazione e che alle agenzie umanitarie sia permesso entrare in Libia”. Dal canto suo, l’ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) ha confermato che la situazione più difficile resta quella al confine occidentale. Circa 50.000 profughi, in gran parte egiziani, sarebbero ammassati al confine ovest della Libia in attesa di entrare in Tunisia.


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