mercoledì, marzo 09, 2011
La Quaresima è un evento saliente per la Chiesa cattolica. È, infatti, quel lasso di tempo che precede la Pasqua. Secondo il rito Romano dura quarantaquattro giorni (partendo dalle Ceneri). E proprio il dì delle ceneri è un momento significativo, che suggerisce fra l’altro ai credenti un comportamento morigerato, che contempla anche la condotta alimentare. Senza trascurare i momenti di riflessione, preghiera e penitenza.

del nostro collaboratore Stefano Buso

A est di Venezia, nella zona di Motta di Livenza (TV), oggi è una giornata profonda non solo dal punto di vista ecclesiastico. Il mercore grot (il mercoledì triste) ricorda un evento eloquente per la bella cittadina bagnata dal fiume Livenza: cinquecento anni fa ci fu il tentativo delle guarnigioni turche di conquistare il castello locale e proseguire poi alla volta della vicina Venezia. L’incursione avvenne a cavallo tra l’ultimo giorno di carnevale e il primo di Quaresima – nell’anno del Signore 1499. L’esercito turco scelse di attaccare quella notte consapevole che la popolazione sarebbe stata distratta dai festeggiamenti di carnevale. La strategia dell’esercito musulmano era ben ordita, e prevedeva la conquista anche di altre borgate del Veneto Orientale. Tuttavia, gli abitanti di Motta si accorsero della presenza nemica e diedero l’allarme. L’attacco dei turchi fu così impedito, anche se con numerose perdite umane, e il paese si salvò. Il giorno dopo, in città, si festeggiò lo scampato pericolo pasteggiando con aringhe e vino rosso prima di dare inizio alla Quaresima – quindi al digiuno che sarebbe durato fino a Pasqua.
Da quel momento in poi ogni anno si celebra la “sagra dea renga” (festa dell’aringa), un evento sentito dai mottensi in virtù di quella tragica notte di fine ‘400. I festeggiamenti coinvolgono da sempre un po’ tutta le famiglie del luogo, e in casa si consuma l’aringa con la polenta. Un tempo, per l’occasione, i menu delle trattorie mettevano in evidenza l’aringa, ed era consuetudine recarsi in quei locali per apprezzarla. Naturalmente, con il trascorrere degli anni, sono subentrati anche altri piatti tipici della cucina veneta ad arricchire il menù. In ogni caso la ricetta preminente resta l’aringa (renga), a riecheggiare appunto quell’evento remoto. Per esempio l’aringa sotto sale, un piatto senza dubbio frugale, che appare spesso nei convivi del periodo quaresimale e nei digiuni.
Dalla storia e dalle relative vicissitudini umane giungono talvolta spiegazioni che non di rado accarezzano il costume religioso. Oppure che si mescolano assieme creando cronache sicuramente avvincenti che stimolano curiosità e interesse.

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