giovedì, marzo 24, 2011
Trentuno anni fa, in questo stesso giorno, Monsignor Oscar Arnulfo Romero, attivo promotore e difensore dei diritti umani in El Salvador, fu assassinato durante la celebrazione di una Messa in chiesa. L'intento era chiaro: mettere a tacere un ardente avversario della repressione.

Oggi, nella prima Giornata Internazionale per il Diritto alla Verità per le Vittime delle Violazioni dei Diritti Umani e per la Dignità delle Vittime, rendiamo omaggio al lavoro di Monsignor Romero e a quello di tutti i difensori dei diritti umani in tutto il mondo. Le vittime di violazioni dei diritti umani e le loro famiglie hanno il diritto di sapere la verità sulle circostanze che accompagnano queste violazioni, i motivi per cui sono state perpetrate e l'identità dei responsabili. Il diritto alla verità è ora esplicitamente previsto dalla Convenzione Internazionale per la Protezione di tutte le Persone dalle Sparizioni Forzate, entrata in vigore nel dicembre 2010. Molti altri strumenti internazionali, quali legislazioni nazionali, giurisprudenza e risoluzioni degli organismi intergovernativi, riconoscono tale diritto.

Sapere la verità offre alle singole vittime e ai loro parenti un modo per restituire loro dignità e trovare almeno qualche rimedio per le loro perdite.

Esporre la verità aiuta anche intere società a promuovere la responsabilità riguardo alle violazioni.

E poiché il processo di determinazione della verità comporta spesso inchieste e testimonianze pubbliche di vittime e carnefici, esso può rappresentare un momento catartico e aiutare a produrre una storia comune di eventi, che facilita la guarigione e la riconciliazione.

Inaugurando questa nuova celebrazione internazionale, riconosciamo il ruolo indispensabile della verità in difesa dei diritti umani, e impegnamoci a difendere il diritto alla verità nel proseguire la nostra missione globale per diritti umani.

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