martedì, marzo 29, 2011
Dal carcere di Sheikupura, dove è rinchiusa in cella di isolamento, Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia, lancia al mondo un appello per realizzare un sogno: quello di incontrare il Papa.

Radio Vaticana - Asia, come confida all’agenzia Fides il marito Ashiq, che l’ha visitata di recente, si trova in condizioni di estrema prostrazione fisica e psicologica. Ashiq e gli avvocati della “Masihi Foundation”, che si occupano del caso, temono per la sua salute, aggravata dal digiuno quaresimale che, per ragioni spirituali, la donna sta portando avanti “con coscienza e convinzione”. “Un incontro con il Papa sarebbe per lei come una Risurrezione, dopo la dolorosa esperienza della croce”, spiegano alla “Masihi Foundation”. “Sono frustrata e penso che la mia vita sia ad un punto morto. Sto disperatamente aspettando di uscire da questa prigione e voglio chiedere aiuto a tutti perché facciano qualcosa per liberarmi” ha detto Asia, che è molto preoccupata per la sua famiglia: “Ho paura per la mia vita, per quella dei miei figli e di mio marito, che stanno soffrendo con me: mi sento come se la mia intera famiglia fosse stata condannata. Questo mi rende triste e mi fa sentire come se fossi responsabile, come se avessi fallito in qualcosa. Le donne in questo mondo sono chiamate a costruire una casa, un futuro, insieme alle loro famiglie. Ma io che futuro posso promettere alla mia famiglia? Vorrei offrire loro una vita più sicura in un posto qualunque che non sia il Pakistan. Ma so che forse non vivrò abbastanza per vedere quel giorno. Anche se io uscissi di prigione, se pure l’Alta Corte mi giudicasse innocente, qui non sopravviverei. Gli estremisti non ci lasceranno mai in pace: sono una donna segnata. Ma la mia fede è forte e credo che Dio misericordioso risponderà alle mie preghiere”. Dopo la morte di Salman Taseer e di Shahbaz Bhatti, la donna dice di essere sotto choc e di passare molte notti insonni, temendo che lei stessa o altre persone (come i suoi familiari o i suoi legali) possano diventare bersaglio degli estremisti. Asia ricorda che “la legge sulla blasfemia dovrebbe essere abolita, perché nuoce a tutti, cristiani e musulmani. Nessuno sarà al sicuro in Pakistan finchè questa legge sarà in vigore. Io sono una vittima innocente di questa legge: soffro senza aver commesso nessun crimine”. Un barlume di speranza nei suoi occhi si accende quando parla del Papa: “Il mio sogno più grande è quello di incontrare Benedetto XVI. La ‘Masihi Foundation’ mi ha detto che il Santo Padre ha parlato di me: questo mi ha dato una grande speranza, mi ha spinto a continuare a vivere, mi ha fatto sentire amata, consolata e sostenuta dal mondo intero. E’ un privilegio sapere che il Papa ha parlato per me e che segue il mio caso personalmente. Vorrei vivere abbastanza per vedere il giorno in cui potrò incontrarlo e ringraziarlo di persona”. (R.P.)

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