giovedì, marzo 10, 2011
Un problema che si ripresenta dopo duemila anni

ViedelloSpirito - Una domanda semiseria? Avrete saputo che in qualche comunità, o parrocchia, c'è stato chi ha organizzato durante la Settimana Santa una vera cena pasquale ebraica, secondo le regole inserite nel Vecchio Testamento e ampliate, precisate nella documentazione rabbinica posteriore: pane azzimo, lattughe amare, boccale di vino con un quarto di acqua, e poi abluzioni preliminari, ecc. ecc. Forse è mancato solo il triclinio, dove gli ebrei del tempo di Gesù consumavano il pasto rituale. Forse sarà mancato anche l'orario stabilito dall'antica norma. Comunque, ci sono tanti altri segni di questa nostalgia, che però non possiamo prendere in esame in questa sede.

Potrebbe essere utile ricordare ai nostri visitatori il significato della parola "Pasqua" in ebraico "phase" ovvero uguale a "passaggio". Dapprima veniva riferito al passaggio dell'angelo sterminatore dei primogeniti dell'Egitto, poi al passaggio del Mar Rosso.

Al tempo di Gesù, indicava anche l'agnello che sarebbe stato immolato la sera appunto della Pasqua.

Difatti quando sentite Paolo apostolo che scrive: «Come nostra pasqua si è immolato Cristo» (1 Cor, 5), alludeva esattamente a questa immagine di Gesù, come agnello della cena pasquale.

Venendo ora alla festa cristiana della Pasqua, non per tutti è chiaro che la Chiesa nascente non intendeva ripetere la festa ebraica, ma celebrare la Risurrezione del Signore.

La stessa Quaresima venne istituita non per rivisitare i 40 anni d'Israele nel deserto, ma per prepararsi a questa celebrazione centrale di tutta la liturgia cristiana, in riferimento ai 40 giorni di Gesù nel deserto.

Anche la data è diversa. Mentre la pasqua ebraica veniva e viene celebrata di sabato, la celebrazione della Risurrezione cade sempre di Domenica, “il primo giorno dopo il sabato”.

Allora da dove è derivata questa confusione?

A nostro avviso dal fatto che anche il mistero della morte e risurrezione del Signore Gesù può essere considerato il passaggio di Gesù da questo mondo al Padre.

Comunque pur ammettendo che i primi cristiani, da ebrei veraci, non potessero mettere del tutto da parte la tradizione del loro popolo, si è visto che proprio per questo motivo poco alla volta, il concetto di Pasqua, almeno nel parlare ordinario, ha finito (purtroppo!) di prevalere su quello di Risurrezione del Signore.

Anche in questo caso, come in ogni altro, dove la fede viene a trovarsi avvolta in una certa confusione di termini (sempre segno d'imprecisione di idee), non è che vi guadagni mai qualcosa di buono.

Tutt'altro! Possiamo, pertanto, concluderne che noi non celebriamo la pasqua ebraica, ma la Risurrezione di Gesù, con la quale il Padre ha confermato che Lui era veramente Suo Figlio, inviato a redimerci dal peccato e ad “insegnarci a vivere secondo Dio”.

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