Uno spettacolo ironico e surreale al Teatro Sette fino al 6 marzo
“Uno spettacolo ironico e surreale dedicato ad una razza in via di estinzione: l'attore. Attraverso la rappresentazione di un bizzarro show televisivo riportato in teatro, "Sergio Zecca & Friends" apriranno ogni sera una scatola a sorpresa coinvolgendo anche il pubblico stesso in un'interazione totale e... "nulla sarà più come prima"! - come leggiamo dalle note di regia. Ma credo che nella divertita ironia di questa commedia ci sia una sottile ed evidente critica agli spettacoli trash della nostra cara e vecchia televisione, una presa in giro a tutto campo del vuoto assoluto di certi programmi come i reality. Una parodia de “L’isola dei famosi” con “L’isola della solitudine”, perché è propria questa che prevale vedendo certe scene dei reality: la profonda solitudine di questi personaggi che devono surrogare la loro mancanza di veri messaggi e di veri contenuti con dei comportamenti che denotano soltanto la loro immensa solitudine e il loro sostanziale vuoto esistenziale. Soprattutto la loro mancanza di autenticità.
Faccio un po’ di approfondimento mentre scorrono le scene del divertente spettacolo di Sergio Zecca. Mi vengono in mente alcune considerazioni che cerco solo di fissare sul foglio con una parola chiave da analizzare a casa. La prima parola è disinformazione. La tv odierna è diventata un contenitore di disinformazione o di informazione manipolata. Nonostante ciò riesce ad accattivare l'interesse di tantissimi giovani e di molte casalinghe. La tv spazzatura si fonda su programmi dal basso contenuto educativo volti a rendere le menti degli spettatori sempre più pigre nel ragionamento e predisposte alla non selezione delle informazioni.
Una seconda parola che mi viene in mente è: curiosità (e non ricerca!).
È proprio la curiosità innata nell'uomo a renderlo dipendente da una tv estremamente priva di qualsiasi spunto educativo, ma sempre più ricca d'ipocrisia e corruzione. Dalle statistiche e dalle interviste è pervenuto che la maggior parte dei programmi apprezzati sono quelli che permettono alla mente di evadere, quindi che escludono il ragionamento. I lavoratori hanno ammesso in gran parte di preferire l'ascolto di programmi meno articolati poiché, tornati a casa dal lavoro, hanno voglia di rilassarsi e non di riflettere su tematiche elevate. Così non sembrano contrariati dall'assorbimento di informazioni superflue, anzi… Si auspica che non tutti approvino questo bombardamento di notizie leggere, ma che si ribellino poiché una televisione così strutturata esaurisce la sua utilità di media e di contenitore di informazione. Gli stessi politici e anche il cardinale Tettamanzi hanno definito la televisione del nostro secolo una televisione che non offre spunti intellettivi alla gioventù causando così un immagazzinamento di notizie di tutti i generi senza permettere loro di effettuare una revisione, una selezione e una pulizia di esse. Egli in particolare ha osservato “assistiamo all'eccessiva esibizione del privato in pubblico» e ci sono «troppi programmi fondati sull'esposizione oltre misura dell'intimità delle persone, una tendenza che, andando oltre i reality, sta contagiando ogni campo della comunicazione». Inoltre quello che viene mostrato «non sempre è un privato esemplare: spesso è stereotipato, caricaturale, addirittura patologico e grottesco». «Pare - è l'opinione del cardinale - si voglia diffondere l'idea che "così fan tutti". Confrontarsi con simili modelli non contribuisce al benessere personale e alla crescita collettiva, ma riempiendo gli occhi di banalità e di mediocrità spinge il pubblico a rassegnarsi alle proprie debolezze, non certo a un moto sano d'orgoglio». In conclusione il cardinale ha fatto un appello ai giornalisti: se il loro mestiere «cederà completamente alle logiche di potere, si degraderà fino all'irrilevanza come è stato per altre funzioni un tempo fondamentali della società».
Lo spettacolo di Sergio Zecca certamente molto leggero e divertentissimo nasconde al suo interno dei passaggi molto profondi come, del resto, è la caratteristica della cosiddetta leggerezza di cui ho avuto modo in passato di elogiare. La vera leggerezza è quella che ci fa riflettere di più e che ci lancia dei messaggi più significativi rispetto a delle seriose disquisizioni filosofiche e sociologiche barbose e che provocano solo disattenzione. Zecca è riuscito a fare la caricatura di ciò che è già caricatura del reale: ciò che purtroppo fanno quotidianamente i reality. Fortunatamente sembra che siano in calo di ascolti e speriamo che si moltiplichino gli spettacoli come questo che li ridicolizzano in modo assoluto.
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