lunedì, aprile 04, 2011
Almeno 30 morti, tra cui anche 7 dipendenti delle Nazioni Unite. Proseguono le proteste degli afghani dopo che, il 21 marzo scorso, Wayne Sapp, pastore della Florida, aveva dato alle fiamme una copia del Corano, dopo averlo sottoposto a un 'processo' da cui era risultato colpevole di crimini contro l'umanità. La notizia ha fatto presto il giro del mondo, generando proteste che proseguono ininterrottamente da ormai quattro giorni.

PeaceReporter - Oggi il nucleo delle manifestazioni anti-americane è Mehterlam, città capoluogo della provincia di Laghman, nell'Afghanistan orientale. Sono stati intonati slogan contro gli Stati Uniti e sono state bruciate le bandiere a stelle e strisce. Faizanullah Patan, portavoce del governatorato locale, ha parlato di proteste pacifiche in risposta al rogo del Corano avvenuto in Florida, ma in realtà gli scontri tra manifestanti e polizia hanno già causato parecchie vittime: l'agenzia di stampa afgana Pajhwok parla di 30 morti e 150 feriti, mentre ben più gravi sono le stime secondo altre fonti: le vittime sarebbero più di 100 soltanto nella città di Kandahar. La polizia ha parlato della presenza di militanti talebani tra i manifestanti.

Venerdì scorso la protesta aveva toccato la città di Mazar-i-Sharif, con un attacco sferrato alla sede di Unama che aveva portato alla morte di sette dipendenti delle Nazioni Unite. Dura la condanna di Barak Obama, che ha definito oltraggiosa l'uccisione di innocenti. 'Inaccettabile' l'attacco per la Russia, che ha chiesto che si intraprendano misure per fermare la violenza contro lo staff Onu.

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