della nostra Federica Scorpo
Corrono contro il tempo le indagini sulla morte di Carmela Melania Rea, scomparsa improvvisamente per due giorni sul Colle San Marco e poi ritrovata lo scorso 18 aprile con 35 coltellate sul corpo in una pineta di Teramo. Pioggia e turismo dell’orrore rischiano infatti di intralciare le ingagini. La donna quel giorno era in un boschetto con il marito, Salvatore Parolisi, e la figlia di 18 mesi che giocava col padre sull’altalena. Secondo la ricostruzione del marito, la donna si sarebbe spostata in cerca di un bagno, dove avrebbe trovato la morte: sarà ritrovata due gioni dopo a 18 km dal luogo della scomparsa. In ogni caso, si brancola nel buio: Melania era una donna dalla vita semplice senza scheletri nell’armadio, anzi partecipava alla vita parrocchiale del paese pur essendo una persona riservata che pochi conoscevano.
Si era ipotizzato ad un maniaco del posto ma forse la vicenda nasconde qualche retroscena. La donna è stata uccisa presumibilmente con 35 coltellate, sfigurata in viso, ed è stata ritrovata con un laccio emostatico intorno al braccio e una siringa sul petto. Adesso si pensa che la siringa e il laccio emostatico siano opera di depistaggio.
Il marito dopo giorni d’interrogatorio ha ricordato di essere già stato in quel luogo con la moglie, con la quale aveva anche avuto un rapporto sessuale, e ha confessato di aver avuto una relazione extraconiugale con una collega. In più è di oggi la notizia che durante la festa di Carnevale Melania avesse subito delle pesanti avance da due uomini, adesso appunto sospettati. A questo punto delle indagini inoltre, oltre ai due sospettati, nasce l’ipotesi che l’omicidio potrebbere essere stato compiuto dalla mano di una donna.
Le indagini ora stanno ruotando intorno a conoscenti della donna o a colleghi/colleghe del marito, caporalmaggiore dell'esercito di stanza ad Ascoli. Al momento solo su cinque, delle venti persone interpellate nelle indagini, si è fermata l’attenzione degli inquirenti.
E’ emersa anche una testimonianza di un uomo che dice di aver visto una donna correre verso le 15:30/16:00 del 18 aprile in modo concitato ma non ha saputo indicare con certezza la figura femminile. Se questa testimonianza fosse attendibile, come mai la donna si era allontanata tanto dal marito e dalla figlia per cercare un bagno?
Ancora le ipotesi sono tutte aperte ma quella del delitto passionale pare la più accreditata e vicina alla realtà del delitto. Le ricerche nei luoghi che hanno visto la donna coinvolta in questa terribile vicenda mirano a trovare tracce ematiche che possano far risalire all’assassino e che possano far luce sulle ragioni di tanta ferocia. Una corsa contro il tempo, appunto, prima che pioggia e turismo dell’orrore possano contaminare le possibili tracce...
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