Il prossimo 2 maggio si terrà in Vaticano un inedito incontro di bloggers, persone o enti che pubblicano periodicamente su internet, come in una sorta di diario on line, opinioni e varie tipologie di contenuti in genere riguardanti specifici temi. Si tratta di un evento organizzato dai Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali che ha come obiettivo quello di promuovere un dialogo tra bloggers e rappresentanti della Chiesa.
RadioVaticana - Fabio Colagrande ha intervistato il dott. Richard Rouse, responsabile del Dipartimento "Comunicazione e linguaggi" del dicastero della Cultura e ideatore del meeting:
R. – Abbiamo voluto identificare una categoria nella cultura contemporanea, che merita un’attenzione particolare. Se pensiamo al passato, la Pastorale della Cultura forse puntava sugli artisti e, dunque, ad un raduno degli artisti, o forse agli scrittori e, dunque, ad un raduno degli scrittori. Oggi, i bloggers sono una categoria importante e facciamo, dunque, un raduno con i bloggers. Qual è lo scopo? Lo scopo è di andare incontro ai bloggers – cattolici e non - per stabilire un dialogo che vada in entrambe le direzioni. Il primo obiettivo è riuscire a parlare lo stesso linguaggio. Noi abbiamo il nostro linguaggio ecclesiale, loro hanno il loro linguaggio particolare. Come ricordava il cardinale Ravasi, ogni linguaggio trasforma la persona che lo usa. Quindi, con l’uso da parte del blogger di queste frasi rapide, molto aggressive, precise per mantenere il loro pubblico, forse si può trasformare lo stesso carattere della persona. E’, dunque, questo, un momento importante dell’evangelizzazione.
D. - Non si tratta, però, di un’iniziativa rivolta solo ai bloggers cattolici?
R. – No, non è rivolta solamente ai cattolici, ma a tutti. E questo perché noi vediamo nella blogosfera un ambito, un terreno di dialogo. Ogni cristiano è chiamato anche in quell’ambito a vivere la propria vocazione di dialogo con gli altri, a presentare la propria fede, ma non è unicamente un discorso di presentazione della fede attraverso i blog, ma è anche entrare in un dialogo, in un rapporto di amicizia, di conoscenza, in modo che noi si parli lo stesso linguaggio dei nostri contemporanei. Vogliamo anche evitare che i cattolici che scrivono sui loro blog, scrivano solo ai cattolici. Non vogliamo che si crei un ghetto riservato ai bloggers cattolici. Per entrare nel tessuto dei blog dobbiamo imparare a parlare il loro linguaggio, bisogna entrare nel mondo e nel tessuto della blogosfera, senza creare una blogosfera cattolica, ma anzi partecipando ai dibattiti pubblici in rete, alle conversazioni che creano le culture universali. Siamo presenti nei piccoli blog, dall’altra parte del mondo, dove si parla di costruire una città, con i nostri valori cattolici, con la nostra attenzione per il bene comune.
D. - L’incontro avrà anche una sezione dedicata alla presentazione delle iniziative della Chiesa nel campo dei nuovi media. Di che si tratta?
R. - E’ importante che ci sia un momento in cui noi presentiamo i nostri nuovi modi di comunicare ai nostri interlocutori e chiediamo i loro commenti, chiediamo anche una risposta: chiediamo se così va bene o se dobbiamo cambiare i nostri modi di comunicare. Sarà una parte della seduta coordinata dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ha svolto un gran lavoro in questo settore, insieme con la Radio Vaticana, e a tante istituzioni della Chiesa universale. Ci sarà un vescovo blogger, una religiosa esperta di internet, rappresentanti di conferenze episcopali, che mostreranno come i cattolici oggi possano mettersi on-line sui blog per comunicare in modo più efficace. Siamo anche pronti a ricevere critiche, a capire come possiamo migliorare. E’ anche questo lo scopo di un incontro che vuole essere informale e che non ha l'obiettivo di imporre una visione ecclesiale su ‘come dovrebbe essere un blog’.
D. - Come state selezionando i 150 partecipanti e i 5 bloggers che interverranno nella prima parte dell’incontro?
R. - Innanzitutto, aspettiamo che siano i bloggers ad autocandidarsi per partecipare. In meno di 24 ore dall’annuncio, abbiamo già ricevuto più di trecento richieste. Tra tutte quelle che ci arriveranno selezioneremo i relatori e il pubblico che sarà presente in aula. Non abbiamo ancora identificato i bloggers e aspettiamo che si autocandidino. Qualcuno farà un discernimento. Purtroppo non potremo ospitarne più di 150, ma ci saranno altri incontri. Questo vuole essere un primo passo di un cammino. Perciò invitiamo tutti i bloggers interessati a scriverci all’indirizzo blogmeet@pccs.it e a mandarci il link al loro blog.
D. - Ci sono rischi in questa iniziativa?
R. – Certo, ci sono rischi! I bloggers sono comunicatori molto interessanti. Sono soli davanti al loro computer, ma allo stesso tempo sono in una comunità, hanno il loro pubblico, creano dei dialoghi e dei dibattiti incrociati. Ogni tanto organizzano dei raduni, dei ‘blog-meet’ o anche dei ‘blog-fest’. In altri momenti, anche nella blogosfera cattolica, questi meeting possono diventare dei ‘blog-fight’, delle vere e proprie battaglie tra persone che hanno opinioni diverse molto polarizzate. Dunque, organizzando un raduno simile, rischiamo anche noi di assistere a discussioni accese, ma confidiamo che la presenza in aula di tanti bloggers cattolici rassereni il clima.
RadioVaticana - Fabio Colagrande ha intervistato il dott. Richard Rouse, responsabile del Dipartimento "Comunicazione e linguaggi" del dicastero della Cultura e ideatore del meeting:
R. – Abbiamo voluto identificare una categoria nella cultura contemporanea, che merita un’attenzione particolare. Se pensiamo al passato, la Pastorale della Cultura forse puntava sugli artisti e, dunque, ad un raduno degli artisti, o forse agli scrittori e, dunque, ad un raduno degli scrittori. Oggi, i bloggers sono una categoria importante e facciamo, dunque, un raduno con i bloggers. Qual è lo scopo? Lo scopo è di andare incontro ai bloggers – cattolici e non - per stabilire un dialogo che vada in entrambe le direzioni. Il primo obiettivo è riuscire a parlare lo stesso linguaggio. Noi abbiamo il nostro linguaggio ecclesiale, loro hanno il loro linguaggio particolare. Come ricordava il cardinale Ravasi, ogni linguaggio trasforma la persona che lo usa. Quindi, con l’uso da parte del blogger di queste frasi rapide, molto aggressive, precise per mantenere il loro pubblico, forse si può trasformare lo stesso carattere della persona. E’, dunque, questo, un momento importante dell’evangelizzazione.
D. - Non si tratta, però, di un’iniziativa rivolta solo ai bloggers cattolici?
R. – No, non è rivolta solamente ai cattolici, ma a tutti. E questo perché noi vediamo nella blogosfera un ambito, un terreno di dialogo. Ogni cristiano è chiamato anche in quell’ambito a vivere la propria vocazione di dialogo con gli altri, a presentare la propria fede, ma non è unicamente un discorso di presentazione della fede attraverso i blog, ma è anche entrare in un dialogo, in un rapporto di amicizia, di conoscenza, in modo che noi si parli lo stesso linguaggio dei nostri contemporanei. Vogliamo anche evitare che i cattolici che scrivono sui loro blog, scrivano solo ai cattolici. Non vogliamo che si crei un ghetto riservato ai bloggers cattolici. Per entrare nel tessuto dei blog dobbiamo imparare a parlare il loro linguaggio, bisogna entrare nel mondo e nel tessuto della blogosfera, senza creare una blogosfera cattolica, ma anzi partecipando ai dibattiti pubblici in rete, alle conversazioni che creano le culture universali. Siamo presenti nei piccoli blog, dall’altra parte del mondo, dove si parla di costruire una città, con i nostri valori cattolici, con la nostra attenzione per il bene comune.
D. - L’incontro avrà anche una sezione dedicata alla presentazione delle iniziative della Chiesa nel campo dei nuovi media. Di che si tratta?
R. - E’ importante che ci sia un momento in cui noi presentiamo i nostri nuovi modi di comunicare ai nostri interlocutori e chiediamo i loro commenti, chiediamo anche una risposta: chiediamo se così va bene o se dobbiamo cambiare i nostri modi di comunicare. Sarà una parte della seduta coordinata dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ha svolto un gran lavoro in questo settore, insieme con la Radio Vaticana, e a tante istituzioni della Chiesa universale. Ci sarà un vescovo blogger, una religiosa esperta di internet, rappresentanti di conferenze episcopali, che mostreranno come i cattolici oggi possano mettersi on-line sui blog per comunicare in modo più efficace. Siamo anche pronti a ricevere critiche, a capire come possiamo migliorare. E’ anche questo lo scopo di un incontro che vuole essere informale e che non ha l'obiettivo di imporre una visione ecclesiale su ‘come dovrebbe essere un blog’.
D. - Come state selezionando i 150 partecipanti e i 5 bloggers che interverranno nella prima parte dell’incontro?
R. - Innanzitutto, aspettiamo che siano i bloggers ad autocandidarsi per partecipare. In meno di 24 ore dall’annuncio, abbiamo già ricevuto più di trecento richieste. Tra tutte quelle che ci arriveranno selezioneremo i relatori e il pubblico che sarà presente in aula. Non abbiamo ancora identificato i bloggers e aspettiamo che si autocandidino. Qualcuno farà un discernimento. Purtroppo non potremo ospitarne più di 150, ma ci saranno altri incontri. Questo vuole essere un primo passo di un cammino. Perciò invitiamo tutti i bloggers interessati a scriverci all’indirizzo blogmeet@pccs.it e a mandarci il link al loro blog.
D. - Ci sono rischi in questa iniziativa?
R. – Certo, ci sono rischi! I bloggers sono comunicatori molto interessanti. Sono soli davanti al loro computer, ma allo stesso tempo sono in una comunità, hanno il loro pubblico, creano dei dialoghi e dei dibattiti incrociati. Ogni tanto organizzano dei raduni, dei ‘blog-meet’ o anche dei ‘blog-fest’. In altri momenti, anche nella blogosfera cattolica, questi meeting possono diventare dei ‘blog-fight’, delle vere e proprie battaglie tra persone che hanno opinioni diverse molto polarizzate. Dunque, organizzando un raduno simile, rischiamo anche noi di assistere a discussioni accese, ma confidiamo che la presenza in aula di tanti bloggers cattolici rassereni il clima.
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