giovedì, aprile 14, 2011
La famiglia del presidente Salvador Allende, morto a Santiago del Cile durante il golpe dell’11 settembre 1973, ha chiesto che la sua salma sia riesumata e sottoposta a nuova autopsia.

Agenzia Misna - A gennaio la Corte Suprema ha deciso di riaprire una serie di cause per violazioni dei diritti umani durante la dittatura (1973-1990) che finora non avevano avuto seguito, affidando al giudice speciale Mario Carroza la storica responsabilità di accertare se Allende decise o meno di togliersi la vita, versione passata alla storia, sparandosi un colpo di fucile mentre il Palazzo della Moneda, sede del governo, veniva attaccato. Un’autopsia, effettuata presso l’Ospedale Militare della capitale, determinò che il presidente si era ucciso, ma questa possibilità è stata sempre messa in discussione da alcuni settori politici e organizzazioni a difesa dei diritti umani. Dopo l’autopsia, le spoglie di Allende furono consegnate alla vedova, Hortensia Bussi, che decise di seppellirle in forma anonima nel cimitero di Viña del Mar, 120 km a nord-ovest di Santiago; nel 1990, col ritorno della democrazia, furono trasferite nel cimitero generale della capitale.

Al termine di un incontro con Carroza, la senatrice Isabel Allende, una delle tre figlie dell’ex-presidente di ‘Unidad Popular’, ha definito “indispensabile” la riesumazione, ribadendo che la famiglia di Allende ritiene di estrema importanza stabilire le esatte ragioni della sua morte. “Apprezziamo l’inchiesta – ha detto – e collaboreremo in ogni modo necessario”.


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