Monica Cardarelli prosegue il ciclo di articoli "Chiara d'Assisi: 800 anni della consacrazione"
“Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali; ciò che fai, fallo bene; non arrestarti; ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare, cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine.” Così scriveva Chiara d’Assisi ad Agnese di Praga nella II Lettera, scritta intorno al 1235-1238. Sono parole molto chiare, semplici ma forti. Sono parole che, prima di essere scritte, sono state da lei vissute. Non c’è superficialità o leggerezza, ridondanza o ricchezza nelle sue parole. Tutto lascia trasparire semplicità, umiltà ma anche tenacia, forza e amore. In occasione degli ottocento anni della consacrazione di Santa Chiara La Perfetta Letizia vuole offrire un modesto e piccolo contributo accompagnando questo ‘fare memoria’ attraverso le nostre pagine con le parole di chi vive ogni giorno il carisma di Chiara o di chi la conosce più approfonditamente e ce ne vuole parlare. Riportiamo qui di seguito l’introduzione delle Sorelle Clarisse del Monastero di Cortona al libro “I passi e il silenzio – A piedi sulle strade di Chiara d’Assisi”, edito da Edizioni Porziuncola.
“«Per quale strada vanno i cammini di Dio?», si chiedeva Leonardo Boff dando voce all’animo di Francesco d’Assisi, travagliato, interiormente combattuto davanti a uno dei crocevia a cui si era trovato seguendo Gesù. Per quale strada…? Chiara trovò una risposta guardando Francesco. Fu il primo passo. Al passare di Francesco, Chiara respirò il profumo di Dio e ne fu pervasa. «Il Figlio di Dio si è fatto per noi via, e questa con la parola e con l’esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco». Sono parole sue, le preziose parole della memoria consegnate nel Testamento: con lo sguardo d’insieme di chi sta per concludere il cammino su questa terra, Chiara riconosce la propria avventura evangelica come un incessante avanzare su una strada che è lo stesso Figlio di Dio. L’esistenza di Gesù è il sentiero da percorrere così come Francesco l’ha percorso.
Da Assisi Chiara giunge a San Damiano; ma il suo andare non conosce sosta mai, durante i suoi 40 anni di vita in clausura. ‘Percorre la strada’ non con passo strascicato: Chiara corre. Nei suoi scritti, più volte utilizza l’immagine della corsa per raccontare com’è urgente seguire Gesù, vivere il Vangelo sine glossa dando forma e carne all’amore. «Quell’amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere», ricorda alle sorelle nel suo Testamento, lasciando loro in eredità un invito che traduce la sua personale continua passione.
Sì, Chiara cammina nell’amore. Perché l’amore è la forza che l’ha mossa al primo passo, l’amore è l’energia che alimenta il quotidiano ricominciare, l’amore è lo slancio che dà l’orientamento in una via che conosce i tornanti della croce e della risurrezione.
È pasquale, il cammino di Chiara: offerta di se stessa, della sua umanità, del suo cuore, nella semplicità intensa del ‘giorno dopo giorno’ a servizio di chiunque incroci la sua esistenza. La preghiera fa sì che Chiara segua le orme di Gesù sulle vie degli uomini, delle donne, soprattutto dei più feriti e dimenticati, e faccia comunione con loro.
Chiara cammina con umiltà. Aderisce alla terra, non si perde negli empirei improbabili dello spiritualismo; si radica piuttosto nella verità di Gesù, Verbo di Dio incarnato, fattosi per noi via, ovvero il percorso sicuro, lo spazio della libertà obbediente. Da questa radice, Chiara attinge la linfa dello Spirito, diviene capace di ‘vedere’ la realtà nella sua bellezza originaria; e sgorga, limpida, la lode.
Chiara cammina con gioia. Non indugia in ripiegamenti che bloccano ogni slancio. Ha ben chiaro da dove viene e sa dove desidera andare: Gesù è il punto di partenza, Gesù è la meta. Non c’è polvere, allora, che ritardi il suo andare: né quella delle proprie tristezze, né quella delle incomprensioni e delle delusioni… Le lascia ai bordi della strada perché non siano di intralcio al suo andare e neppure a quello altrui.
Nei 40 anni vissuti a San Damiano, Chiara ha camminato con la disponibilità a essere come Gesù: dono per gli altri. Ha camminato col desiderio di recarsi in Terrasanta e con la sollecitudine a partecipare il carisma ricevuto ad Agnese di Praga, la principessa che voleva vivere come lei. Ha camminato con la capacità di intuire che la forma di vita condivisa a San Damiano poteva essere abbracciata da altre e non esitò a mandare una sorella qui, un’altra là, e ovunque venisse richiesto da donne che, come lei e le altre damianite, si erano messe in cammino sulla via che è lo stesso Figlio di Dio…
Nei secoli, Chiara ha continuato a camminare ed è ancora in cammino attraverso la prontezza di tante sorelle che, in tutti i continenti, si sono riconosciute e si riconoscono nel progetto evangelico che prese il via da quel suo primo percorso.
Quale altra parola Chiara ripete a chiunque si metta sulle sue tracce, se non quella sbocciata nel suo cuore e maturata nella sua esistenza?
«Il Figlio di Dio si è fatto per noi via». Lui è per tutti il cammino di Dio, il cammino di una vita in pienezza.” (Le sorelle clarisse di Cortona, Prefazione a ‘I passi e il silenzio – A piedi sulle strade di Chiara d’Assisi’, Edizioni Porziuncola)
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