Due medici hanno proposto di raccogliere sangue degli specialisti al lavoro sui reattori della centrale per facilitare la cura delle malattie da esposizione alle radiazioni.
PeaceReporter - Prelievi di sangue ai tecnici impegnati nei reattori di Fukushima. E' la proposta avanzata da due medici giapponesi in un intervento pubblicato sulla rivista specialistica Lancet. L'obiettivo è quello di facilitare interventi medici nel caso in cui fosse necessario. "Il pericolo di incidenti con conseguente esposizione alle radiazioni non è passato, visto che si sono registrate numerose scosse di assestamento nell'ultimo mese".
Il prelievo di sangue e cellule permetterebbe di superare rischi come il rigetto di organi trapiantati o di affrontare tempestivamente malattie come la leucemia. "Lo smantellamento dei reattori durerà ancora degli anni" e il rischio di esposizione accidentale alle radiazioni resterà alto. "L'obiettivo è proteggere le comunità locali e la salute dei tecnici, perché un incidente a loro significherebbe la fine dell'industria nucleare giapponese" e questo si può fare conservando campioni di sangue. La Commissione per la sicurezza nucleare giapponese però si è mostrata fredda davanti a questa ipotesi.
Intanto, la Tepco, la società che gestisce l'impianto di Fukushima, oggi ha annunciato l'intenzione di versare 50 miliardi di yen, pari a 420 milioni di euro, come risarcimento parziale per i danni causati dalla fuga di materiale radioattivo dalla centrale quasi distrutta dal maremoto seguito il devastante terremoto dell'11 marzo. Ad ogni famiglia colpita toccherebbero un milione di yen, ovvero 8500 euro.
PeaceReporter - Prelievi di sangue ai tecnici impegnati nei reattori di Fukushima. E' la proposta avanzata da due medici giapponesi in un intervento pubblicato sulla rivista specialistica Lancet. L'obiettivo è quello di facilitare interventi medici nel caso in cui fosse necessario. "Il pericolo di incidenti con conseguente esposizione alle radiazioni non è passato, visto che si sono registrate numerose scosse di assestamento nell'ultimo mese".
Il prelievo di sangue e cellule permetterebbe di superare rischi come il rigetto di organi trapiantati o di affrontare tempestivamente malattie come la leucemia. "Lo smantellamento dei reattori durerà ancora degli anni" e il rischio di esposizione accidentale alle radiazioni resterà alto. "L'obiettivo è proteggere le comunità locali e la salute dei tecnici, perché un incidente a loro significherebbe la fine dell'industria nucleare giapponese" e questo si può fare conservando campioni di sangue. La Commissione per la sicurezza nucleare giapponese però si è mostrata fredda davanti a questa ipotesi.
Intanto, la Tepco, la società che gestisce l'impianto di Fukushima, oggi ha annunciato l'intenzione di versare 50 miliardi di yen, pari a 420 milioni di euro, come risarcimento parziale per i danni causati dalla fuga di materiale radioattivo dalla centrale quasi distrutta dal maremoto seguito il devastante terremoto dell'11 marzo. Ad ogni famiglia colpita toccherebbero un milione di yen, ovvero 8500 euro.
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