L’ultima novità di giovani “sballati” con occhi imbevuti di alcool ed un’intera generazione di figli semi-handicappati con l’intelligenza bloccata (del nostro collaboratore Gennaro Iasevoli, docente presso l’Università Parthenope di Napoli)
Altro che ragazzi down o bambini autistici, qui si tratta di migliaia di figli di sballati portatori di nuovi e pericolosi handicap che probabilmente non avranno mai un’intelligenza completa; in essi, verso gli otto - dodici anni, l’intelligenza smetterà definitivamente di crescere e ne risulterà la ben nota personalità borderline. Mi ricordo di aver incontrato, appena ventenne, il fondatore svizzero dell'epistemologia genetica Jean Piaget di Neuchâtel, durante una ricerca psicopedagogica in Italia sui metodi educativi sperimentali. In quella occasione lo scienziato Jean Piaget, ormai avanzato negli anni, ma molto pronto ed attivo nella discussione, rivolgendosi ad un gruppo misto di docenti universitari e ricercatori, si incupì tutto ad un tratto, girando la testa su ambo i lati quasi per controllare se tutti lo seguissero, e ci disse, in lingua francese, che tutto il nostro impegno e la nostra strumentazione scientifica volta ad educare ed istruire i giovani sarebbero stati inutili ogni volta che ci fossimo trovati di fronte ad un ragazzo con l’intelligenza bloccata per qualche ragione di tipo genetico.
La mia sorpresa fu grande soprattutto perché metteva in crisi tutta la fiducia nei mezzi e nelle modalità operative che andavano affermandosi negli anni settanta sulla scia degli studi Montessoriani a cui partecipavo, presso l’Istituto di scienze relazioni dell’Università di Napoli. L’intervento del Piaget mi convinse ancora di più che sotto le apparenze normali ogni ragazzo racchiude i suoi segreti genetici e le direttrici del suo futuro sviluppo psicologico. Pertanto noto, a distanza di tempo, che quelle parole assumono via via un significato sempre più realistico e mi ricordano lo stretto legame tra lo sviluppo mentale e la dotazione genetica che talvolta è compromessa da cause prenatali contingenti.
Non a caso voglio richiamare le notizie di cronaca che fotografano adolescenti e giovani che continuano a giustificare i delitti ‘bambinescamente’ e mostrano tanti comportamenti infantili, insensati e pericolosi: intemperanze ed assenze di ragionamento che i genitori e la scuola non sono più in grado di mitigare. Ragazzi o giovani autosufficienti ma dotati di “un’intelligenza borderline”, al limite, incompleta, tronca e oscillante, attirano l’attenzione e si fanno troppo spesso amare per la loro allegra temerarietà e per la irragionevole spensieratezza, ma vediamo che essi non accettano regole civili e per non essere abbandonati reagiscano, perseguitano, attaccano compulsivamente, feriscono o uccidono.
Vi sono molti episodi che mostrano borderline che vandalizzano l’ambiente con superficialità bambinesca per scacciare la noia. Essi si legano disperatamente ed ossessivamente ad un partner ignaro: temono soltanto l’abbandono, non amano con dignità e rispetto e non esitano poi a perseguitarlo ed ucciderlo senza preoccuparsi della morale o delle leggi civili.
Oggi il numero di queste persone borderline, solo apparentemente autosufficienti e motivate, che trasgrediscono senza notarlo tutti i regolamenti morali, civili e sociali, non è stato ancora del tutto definito statisticamente dalle ASL rispetto agli abitanti di un paese o di una regione, ma sulla base ad alcuni indicatori, attualmente emergenti dalle cronache giornalistiche e dal numero crescente delle querele per alcuni reati, vandalismi e crimini, appare percentualmente alto.
I “borderline” sono stati descritti negli ultimi anni con varie puntualizzazioni e chiarimenti sul loro comportamento “altalenante” tra il bene ed il male. Negli anni 60 si riteneva che fosse un disturbo della personalità dovuto ad un’instabilità del carattere, magari sopravvenuto in seguito alla scadente educazione ricevuta nell’ambiente familiare, ma oggi si arriva ad ipotizzate che abbiano un’intelligenza “sul filo del rasoio o sulla linea di bordo”, appena sufficiente e, quel che è peggio, “si accende e si spegne” come una luce fioca “che va e viene”, in occasione di vandalismi, persecuzioni e crimini.
La nostra società è libera, garantista, accogliente ed integrante, pertanto l’attuale normativa sociosanitaria non prevede il censimento delle persone “borderline” anche se spesso sono segnalate dagli insegnanti di sostegno perchè presentando aspetti comportamentali al confine tra normalità ed anormalità. Quindi passano generalmente inosservate, sembrando, all’apparenza morfologica, del tutto normali. In famiglia vengono ritenute sane, ma soltanto svogliate, superficiali, scanzonate, disordinate, distratte, amanti delle compagnie divertanti e poco impegnative. In alcuni casi i maschi vestono in maniera trasandata e bizzarra e le femmine risultano scomposte.
Oggi con strumenti di laboratorio sofisticati si evidenziano alcuni aspetti funzionali dell’encefalo riconducibili alla suddetta patologia, ma si rimane incerti sulle origini del disturbo borderline della personalità, soprattutto perché le possibili cause non sono del tutto ancora note.
Si ipotizzano cause prenatali di natura genetica o risalenti a problemi immunitari, virali, neurochimici, intolleranze alimentari o alcolismo dei genitori.
Il soggetto borderline già alla nascita presenta alcuni comportamenti psicosomatici scoordinati, connessi alle carenze intellettive anche se non molto evidenti, poi durante la frequenza delle scuole d’infanzia e medie appare agli insegnanti con tutte le sue limitazioni intellettive: distrazione abituale, incapacità di attenzione e concentrazione prolungate, difficoltà apprenditive, svogliatezza, imprecisione, trascuratezza, propensione al bullismo.
Il carattere borderline manifesta anche alcuni aspetti positivi quali il sorriso, la socievolezza di base e l’allegria, e proprio per questo i genitori più sprovveduti sono pronti a scommettere sulla perfetta integrità psichica ed a difenderne gli aspetti comportamentali.
Ma dietro questa facciata attraente si nasconde una grave instabilità emotiva, la mancanza di progetti personali ordinati, la paura vera o presunta di rimanere soli (che provoca gravi reazioni con episodi criminali passionali ed autolesionismo), una conoscenza molto superficiale degli obiettivi, delle necessità, dei compiti personali, familiari e sociali. La vita viene vissuta senza una sufficiente coscienza del passato, del presente e del futuro. I soggetti borderline, anche se nel pieno dei 18 – 20 anni, trascorrono buon parte della giornata girovagando, trastullandosi con oggettini spesso insignificanti, guardando gli altri che lavorano come se fossero attori in uno spettacolo divertente. Perciò a volte guardano estasiati il montaggio e lo smontaggio dei cantieri edilizi, gli scavi o i luoghi degli incidenti e vi restano per ore, incantati; spesso infischiandosene dei cartelli di avvertimento tentano anche di rimuovere le protezioni o scardinano le transenne senza uno scopo preciso.
Imbrattano con scritte ingiuriose, mutilano statuette nascondendosi nel buio e sporcano ogni muro bianco. Rovinano monumenti ed esposizioni artistiche a portata di mano, fanno scorribande chiassose e fragorose esibendosi senza scopo.
I soggetti “borderline” nella generalità dei casi non sono a conoscenza delle loro limitazioni intellettive, perché non hanno la capacità di discernere i procedimenti utili da quelli inutili, però riescono a capire per sommi capi i danni che fanno e li ritengono necessari per diventare importanti. Con questa logica ridono e si compiacciono dei danni arrecati. E per questo sono più pericolosi dei deficienti gravi, avendo la possibilità di usare una modesta dote intellettiva per aggregarsi in branco e fare il massimo dei danni possibili agli altri, tanto per scherzare a modo borderline.
Nella descrizione generica di questi soggetti occorre ricordare principalmente che essi non sono capaci di risolvere problemi complessi ed allora per appagare i loro desideri diventano ossessivi nei confronti delle persone più prossime fino a giungere alla persecuzione (stalking) con iniziative pericolose e criminali che poi giustificano in maniera bambinesca.
In alcune aree geografiche degradate, con alcolismo endemico, il numero dei soggetti borderline è sorprendentemente elevato, tanto è vero che è facile anche per i non esperti di psicologia osservarne persino gruppi, in genere di pari età, che con atteggiamento allegro e scanzonato, ma non provocante né minaccioso, si aggirano nei pressi delle fiere, delle sagre, delle feste di paese, nelle sale di attesa, sotto i portici, nelle aree condominiali, nei parchi pubblici, nei parcheggi degli ipermercati, davanti ai circoli di ritrovo, nelle ore più impensate, magari scalciando pietre o bottiglie di plastica, agitando asticelle di legno o indumenti, in cerca di improbabili passatempi.
Hanno una bassa scolarità, alcuni già dopo le terza media non resistono più tra i banchi alle superiori. Non ce la fanno a continuare gli studi, sono disordinati e vengono reclutati da qualche conoscente più furbo che li fa diventare gregari del suo branco. Graffiano i muri, lanciano pietre senza uno scopo, perché cercano inutilmente di avere un loro utilità ed una propria identità. Sono sempre a corto di idee a tutte le età. Escono di casa in cerca di amici per trovare uno scopo o un passatempo, ma finiscono per incontrarsi solo con altri borderline di pari livello intellettivo e si trastullano nei modi più strani ed impensati e poi stanchi e sciatti ritornano a casa senza un’idea per il domani.
Spesso già a tredici – quattordici anni diventano evasori dell’obbligo scolastico, però rimangono psicologicamente attratti dalle mura scolastiche, ritenute un luogo di gioco e di ritrovo per gli amici, pertanto spesso di sabato e di domenica scavalcano i muri e vi si recano a giocare ed a vandalizzare i locali, quando ne hanno il tempo. Ai borderline piace la vita giocosa di gruppo, perché vi trovano compagnia, consenso, sostegno, spensieratezza, assenza di responsabilità personale, assenza di impegno rispetto ai doveri imposti dalla propria famiglia.
Col passare degli anni i borderline, frequentando un gruppo fisso, si procurano i soldi, talvolta elemosinandoli in famiglia, per acquistare i biglietti e si recano tutti insieme a visionare spettacoli o partite di calcio, con risultati catastrofici. Non seguono lo spettacolo, la rappresentazione o la partita di calcio, ma gridano, si spintonano, mangiano, fumano, lanciano oggetti e fanno di tutto per farsi espellere e per ridere in faccia ai buttafuori. Quando vengono arrestati il loro legale invoca varie attenuanti, (giovane età, bassa scolarità, cause ambientali), ma non sempre viene ascoltato, perché essi non sono considerati persone diversamente abili.
Nel gruppo misto i borderline conoscono persone dell’altro sesso e provano delle pulsioni fisiche ossessive che eventualmente sfociano anche in una vita matrimoniale o di coppia stabile. Le modalità della convivenza matrimoniale però non riducono la passione per la frequentazione del gruppo di amici che è sempre tutt’uno con la coppia. Ne deriva una vita matrimoniale promiscua, allegra, ma povera di mezzi, che sconfina nell’intimità amicale del gruppo borderline, fino a confondersi con esso. Il borderline ha paura di rimanere solo con sua moglie, perché gli mancano le idee, i progetti e la conoscenza delle responsabilità. Spesso tale convivenza matrimoniale, allargata ai propri parenti ed alle frequentazioni amicali diventa “multi-partneriale”. La coppia talvolta si scompone e si ricompone negli anni con lo scambio dei ruoli dei protagonisti del gruppo, pertanto spesso nascono delle incomprensioni che sfociano in vere e proprie tragedie in danno del partner più debole e dei figli. Non mancano episodi dagli esiti imprevedibili con conseguenze gravissime anche quando essi urtano, con la loro dabbenaggine sconsiderata, la suscettibilità di criminali che hanno il dominio sul territorio.
Nel corso della vita i borderline vengono purtroppo anche utilizzati e spesso sfruttati in lavori che richiedono poco ingegno e mal remunerati, pertanto non hanno occasioni per migliorare il loro stato. Vivono in maniera succube ed incredibilmente non risentono della loro condizione perchè la loro psiche, a parte il terrore di rimanere soli, elabora in continuazione quasi ossessivamente soltanto i ricordi dei divertimenti bambineschi, veri e presunti, legati a esibizioni scalmanate e corali di massa, come il correre, spingere, travolgere, martoriare, gridare, strombazzare, lampeggiare, rompere, rumoreggiare, attirare l’attenzione e ridere.
Durante gli ultimi dieci anni a Washington, New York, Cambridge, Milano, - tanto per citare alcune sedi scientifiche -, gli studiosi dello sviluppo neurologico dei meccanismi alla base dei disordini psicologici- psichiatrici della personalità hanno individuato e studiato le caratteristiche di persone, dall’apparenza comune con caratteristiche borderline pervasive, che potenzialmente possono commettere intemperanze, vandalismi, e reagire con persecuzioni e crimini passionali in alcune situazioni.
Hanno visto che i borderline presentano un vuoto interiore, una propensione alla noia, una ricerca assillante di un obiettivo e quando percepiscono un rifiuto da una persona prossima manifestano una forte paura di essere abbandonati e perciò sviluppano una rabbia esagerata nell’imminenza di una separazione o della negazione di un beneficio. Non sanno affrontare in maniera resiliente nemmeno una piccola separazione imposta dalle necessità o un cambiamento inevitabile di un vecchio progetto. Hanno notato che i tratti caratteristici più pericolosi sono rappresentati dall’incapacità di vivere da soli, instabilità degli obiettivi, delle passioni, delle relazioni, dell’umore, dell’immagine personale, del comportamento benevolo o punitivo nei confronti del prossimo necessario a soddisfare le proprie aspettative e necessità.
Hanno evidenziato che quando si fidanzano, sono presi esageratamente dall’enfasi dell’evento e cercano di condividere col l’altra o con l’altro esperienze molto intime e minuziose, precorrendo i tempi in maniera assillante ed ansiogena, senza permettere al partner la benché minima disattenzione o trascuratezza nei loro confronti.
Non appena percepiscono un rifiuto dalla persona idealizzata si ritengono svalutati nella loro esistenza, offesi e minacciati di abbandono, manifestano subito sintomi neuropsichiatrici comprendono irrequietezza cambiamenti di umore e di comportamento; pertanto giustificano progetti di vendetta e reazioni criminali passionali anche automutilanti e suicidarie. Si danno ad esperienze spericolate, estreme e senza precauzioni; abusano irresponsabilmente di se stessi e degli altri, esagerano nel mangiare, nel bere, nella guida, provano ansia commista a paura e disperazione e non si curano del dolore fisico.
Gli psicologi oggi affrontano con grandi difficoltà cliniche la terapia dei soggetti borderline, principalmente se l’intervento è richiesto nell’età adulta, cioè dopo che sia avvenuto il consolidamento della personalità e dei legami relazionali. L’intervento nelle condizioni patologiche, diretto a modulare l’ansia, la fobia, la depressione è complesso e non può prescindere dall’intervento neuropsichiatrico, perciò parte col rimuovere ove possibile le cause ansiogene, agendo anche sul gruppo familiare, stimolando nuove percezioni gratificanti ed orientando il soggetto, nell’immediato, verso comportamenti meno impulsivi nel contesto familiare, lavorativo e sociale. Occorre quindi aprire nuovi spiragli di accoglienza e di assistenza clinica per queste persone che hanno bisogno principalmente di una più chiara collocazione sociale.
Altro che ragazzi down o bambini autistici, qui si tratta di migliaia di figli di sballati portatori di nuovi e pericolosi handicap che probabilmente non avranno mai un’intelligenza completa; in essi, verso gli otto - dodici anni, l’intelligenza smetterà definitivamente di crescere e ne risulterà la ben nota personalità borderline. Mi ricordo di aver incontrato, appena ventenne, il fondatore svizzero dell'epistemologia genetica Jean Piaget di Neuchâtel, durante una ricerca psicopedagogica in Italia sui metodi educativi sperimentali. In quella occasione lo scienziato Jean Piaget, ormai avanzato negli anni, ma molto pronto ed attivo nella discussione, rivolgendosi ad un gruppo misto di docenti universitari e ricercatori, si incupì tutto ad un tratto, girando la testa su ambo i lati quasi per controllare se tutti lo seguissero, e ci disse, in lingua francese, che tutto il nostro impegno e la nostra strumentazione scientifica volta ad educare ed istruire i giovani sarebbero stati inutili ogni volta che ci fossimo trovati di fronte ad un ragazzo con l’intelligenza bloccata per qualche ragione di tipo genetico.
La mia sorpresa fu grande soprattutto perché metteva in crisi tutta la fiducia nei mezzi e nelle modalità operative che andavano affermandosi negli anni settanta sulla scia degli studi Montessoriani a cui partecipavo, presso l’Istituto di scienze relazioni dell’Università di Napoli. L’intervento del Piaget mi convinse ancora di più che sotto le apparenze normali ogni ragazzo racchiude i suoi segreti genetici e le direttrici del suo futuro sviluppo psicologico. Pertanto noto, a distanza di tempo, che quelle parole assumono via via un significato sempre più realistico e mi ricordano lo stretto legame tra lo sviluppo mentale e la dotazione genetica che talvolta è compromessa da cause prenatali contingenti.
Non a caso voglio richiamare le notizie di cronaca che fotografano adolescenti e giovani che continuano a giustificare i delitti ‘bambinescamente’ e mostrano tanti comportamenti infantili, insensati e pericolosi: intemperanze ed assenze di ragionamento che i genitori e la scuola non sono più in grado di mitigare. Ragazzi o giovani autosufficienti ma dotati di “un’intelligenza borderline”, al limite, incompleta, tronca e oscillante, attirano l’attenzione e si fanno troppo spesso amare per la loro allegra temerarietà e per la irragionevole spensieratezza, ma vediamo che essi non accettano regole civili e per non essere abbandonati reagiscano, perseguitano, attaccano compulsivamente, feriscono o uccidono.
Vi sono molti episodi che mostrano borderline che vandalizzano l’ambiente con superficialità bambinesca per scacciare la noia. Essi si legano disperatamente ed ossessivamente ad un partner ignaro: temono soltanto l’abbandono, non amano con dignità e rispetto e non esitano poi a perseguitarlo ed ucciderlo senza preoccuparsi della morale o delle leggi civili.
Oggi il numero di queste persone borderline, solo apparentemente autosufficienti e motivate, che trasgrediscono senza notarlo tutti i regolamenti morali, civili e sociali, non è stato ancora del tutto definito statisticamente dalle ASL rispetto agli abitanti di un paese o di una regione, ma sulla base ad alcuni indicatori, attualmente emergenti dalle cronache giornalistiche e dal numero crescente delle querele per alcuni reati, vandalismi e crimini, appare percentualmente alto.
I “borderline” sono stati descritti negli ultimi anni con varie puntualizzazioni e chiarimenti sul loro comportamento “altalenante” tra il bene ed il male. Negli anni 60 si riteneva che fosse un disturbo della personalità dovuto ad un’instabilità del carattere, magari sopravvenuto in seguito alla scadente educazione ricevuta nell’ambiente familiare, ma oggi si arriva ad ipotizzate che abbiano un’intelligenza “sul filo del rasoio o sulla linea di bordo”, appena sufficiente e, quel che è peggio, “si accende e si spegne” come una luce fioca “che va e viene”, in occasione di vandalismi, persecuzioni e crimini.
La nostra società è libera, garantista, accogliente ed integrante, pertanto l’attuale normativa sociosanitaria non prevede il censimento delle persone “borderline” anche se spesso sono segnalate dagli insegnanti di sostegno perchè presentando aspetti comportamentali al confine tra normalità ed anormalità. Quindi passano generalmente inosservate, sembrando, all’apparenza morfologica, del tutto normali. In famiglia vengono ritenute sane, ma soltanto svogliate, superficiali, scanzonate, disordinate, distratte, amanti delle compagnie divertanti e poco impegnative. In alcuni casi i maschi vestono in maniera trasandata e bizzarra e le femmine risultano scomposte.
Oggi con strumenti di laboratorio sofisticati si evidenziano alcuni aspetti funzionali dell’encefalo riconducibili alla suddetta patologia, ma si rimane incerti sulle origini del disturbo borderline della personalità, soprattutto perché le possibili cause non sono del tutto ancora note.
Si ipotizzano cause prenatali di natura genetica o risalenti a problemi immunitari, virali, neurochimici, intolleranze alimentari o alcolismo dei genitori.
Il soggetto borderline già alla nascita presenta alcuni comportamenti psicosomatici scoordinati, connessi alle carenze intellettive anche se non molto evidenti, poi durante la frequenza delle scuole d’infanzia e medie appare agli insegnanti con tutte le sue limitazioni intellettive: distrazione abituale, incapacità di attenzione e concentrazione prolungate, difficoltà apprenditive, svogliatezza, imprecisione, trascuratezza, propensione al bullismo.
Il carattere borderline manifesta anche alcuni aspetti positivi quali il sorriso, la socievolezza di base e l’allegria, e proprio per questo i genitori più sprovveduti sono pronti a scommettere sulla perfetta integrità psichica ed a difenderne gli aspetti comportamentali.
Ma dietro questa facciata attraente si nasconde una grave instabilità emotiva, la mancanza di progetti personali ordinati, la paura vera o presunta di rimanere soli (che provoca gravi reazioni con episodi criminali passionali ed autolesionismo), una conoscenza molto superficiale degli obiettivi, delle necessità, dei compiti personali, familiari e sociali. La vita viene vissuta senza una sufficiente coscienza del passato, del presente e del futuro. I soggetti borderline, anche se nel pieno dei 18 – 20 anni, trascorrono buon parte della giornata girovagando, trastullandosi con oggettini spesso insignificanti, guardando gli altri che lavorano come se fossero attori in uno spettacolo divertente. Perciò a volte guardano estasiati il montaggio e lo smontaggio dei cantieri edilizi, gli scavi o i luoghi degli incidenti e vi restano per ore, incantati; spesso infischiandosene dei cartelli di avvertimento tentano anche di rimuovere le protezioni o scardinano le transenne senza uno scopo preciso.
Imbrattano con scritte ingiuriose, mutilano statuette nascondendosi nel buio e sporcano ogni muro bianco. Rovinano monumenti ed esposizioni artistiche a portata di mano, fanno scorribande chiassose e fragorose esibendosi senza scopo.
I soggetti “borderline” nella generalità dei casi non sono a conoscenza delle loro limitazioni intellettive, perché non hanno la capacità di discernere i procedimenti utili da quelli inutili, però riescono a capire per sommi capi i danni che fanno e li ritengono necessari per diventare importanti. Con questa logica ridono e si compiacciono dei danni arrecati. E per questo sono più pericolosi dei deficienti gravi, avendo la possibilità di usare una modesta dote intellettiva per aggregarsi in branco e fare il massimo dei danni possibili agli altri, tanto per scherzare a modo borderline.
Nella descrizione generica di questi soggetti occorre ricordare principalmente che essi non sono capaci di risolvere problemi complessi ed allora per appagare i loro desideri diventano ossessivi nei confronti delle persone più prossime fino a giungere alla persecuzione (stalking) con iniziative pericolose e criminali che poi giustificano in maniera bambinesca.
In alcune aree geografiche degradate, con alcolismo endemico, il numero dei soggetti borderline è sorprendentemente elevato, tanto è vero che è facile anche per i non esperti di psicologia osservarne persino gruppi, in genere di pari età, che con atteggiamento allegro e scanzonato, ma non provocante né minaccioso, si aggirano nei pressi delle fiere, delle sagre, delle feste di paese, nelle sale di attesa, sotto i portici, nelle aree condominiali, nei parchi pubblici, nei parcheggi degli ipermercati, davanti ai circoli di ritrovo, nelle ore più impensate, magari scalciando pietre o bottiglie di plastica, agitando asticelle di legno o indumenti, in cerca di improbabili passatempi.
Hanno una bassa scolarità, alcuni già dopo le terza media non resistono più tra i banchi alle superiori. Non ce la fanno a continuare gli studi, sono disordinati e vengono reclutati da qualche conoscente più furbo che li fa diventare gregari del suo branco. Graffiano i muri, lanciano pietre senza uno scopo, perché cercano inutilmente di avere un loro utilità ed una propria identità. Sono sempre a corto di idee a tutte le età. Escono di casa in cerca di amici per trovare uno scopo o un passatempo, ma finiscono per incontrarsi solo con altri borderline di pari livello intellettivo e si trastullano nei modi più strani ed impensati e poi stanchi e sciatti ritornano a casa senza un’idea per il domani.
Spesso già a tredici – quattordici anni diventano evasori dell’obbligo scolastico, però rimangono psicologicamente attratti dalle mura scolastiche, ritenute un luogo di gioco e di ritrovo per gli amici, pertanto spesso di sabato e di domenica scavalcano i muri e vi si recano a giocare ed a vandalizzare i locali, quando ne hanno il tempo. Ai borderline piace la vita giocosa di gruppo, perché vi trovano compagnia, consenso, sostegno, spensieratezza, assenza di responsabilità personale, assenza di impegno rispetto ai doveri imposti dalla propria famiglia.
Col passare degli anni i borderline, frequentando un gruppo fisso, si procurano i soldi, talvolta elemosinandoli in famiglia, per acquistare i biglietti e si recano tutti insieme a visionare spettacoli o partite di calcio, con risultati catastrofici. Non seguono lo spettacolo, la rappresentazione o la partita di calcio, ma gridano, si spintonano, mangiano, fumano, lanciano oggetti e fanno di tutto per farsi espellere e per ridere in faccia ai buttafuori. Quando vengono arrestati il loro legale invoca varie attenuanti, (giovane età, bassa scolarità, cause ambientali), ma non sempre viene ascoltato, perché essi non sono considerati persone diversamente abili.
Nel gruppo misto i borderline conoscono persone dell’altro sesso e provano delle pulsioni fisiche ossessive che eventualmente sfociano anche in una vita matrimoniale o di coppia stabile. Le modalità della convivenza matrimoniale però non riducono la passione per la frequentazione del gruppo di amici che è sempre tutt’uno con la coppia. Ne deriva una vita matrimoniale promiscua, allegra, ma povera di mezzi, che sconfina nell’intimità amicale del gruppo borderline, fino a confondersi con esso. Il borderline ha paura di rimanere solo con sua moglie, perché gli mancano le idee, i progetti e la conoscenza delle responsabilità. Spesso tale convivenza matrimoniale, allargata ai propri parenti ed alle frequentazioni amicali diventa “multi-partneriale”. La coppia talvolta si scompone e si ricompone negli anni con lo scambio dei ruoli dei protagonisti del gruppo, pertanto spesso nascono delle incomprensioni che sfociano in vere e proprie tragedie in danno del partner più debole e dei figli. Non mancano episodi dagli esiti imprevedibili con conseguenze gravissime anche quando essi urtano, con la loro dabbenaggine sconsiderata, la suscettibilità di criminali che hanno il dominio sul territorio.
Nel corso della vita i borderline vengono purtroppo anche utilizzati e spesso sfruttati in lavori che richiedono poco ingegno e mal remunerati, pertanto non hanno occasioni per migliorare il loro stato. Vivono in maniera succube ed incredibilmente non risentono della loro condizione perchè la loro psiche, a parte il terrore di rimanere soli, elabora in continuazione quasi ossessivamente soltanto i ricordi dei divertimenti bambineschi, veri e presunti, legati a esibizioni scalmanate e corali di massa, come il correre, spingere, travolgere, martoriare, gridare, strombazzare, lampeggiare, rompere, rumoreggiare, attirare l’attenzione e ridere.
Durante gli ultimi dieci anni a Washington, New York, Cambridge, Milano, - tanto per citare alcune sedi scientifiche -, gli studiosi dello sviluppo neurologico dei meccanismi alla base dei disordini psicologici- psichiatrici della personalità hanno individuato e studiato le caratteristiche di persone, dall’apparenza comune con caratteristiche borderline pervasive, che potenzialmente possono commettere intemperanze, vandalismi, e reagire con persecuzioni e crimini passionali in alcune situazioni.
Hanno visto che i borderline presentano un vuoto interiore, una propensione alla noia, una ricerca assillante di un obiettivo e quando percepiscono un rifiuto da una persona prossima manifestano una forte paura di essere abbandonati e perciò sviluppano una rabbia esagerata nell’imminenza di una separazione o della negazione di un beneficio. Non sanno affrontare in maniera resiliente nemmeno una piccola separazione imposta dalle necessità o un cambiamento inevitabile di un vecchio progetto. Hanno notato che i tratti caratteristici più pericolosi sono rappresentati dall’incapacità di vivere da soli, instabilità degli obiettivi, delle passioni, delle relazioni, dell’umore, dell’immagine personale, del comportamento benevolo o punitivo nei confronti del prossimo necessario a soddisfare le proprie aspettative e necessità.
Hanno evidenziato che quando si fidanzano, sono presi esageratamente dall’enfasi dell’evento e cercano di condividere col l’altra o con l’altro esperienze molto intime e minuziose, precorrendo i tempi in maniera assillante ed ansiogena, senza permettere al partner la benché minima disattenzione o trascuratezza nei loro confronti.
Non appena percepiscono un rifiuto dalla persona idealizzata si ritengono svalutati nella loro esistenza, offesi e minacciati di abbandono, manifestano subito sintomi neuropsichiatrici comprendono irrequietezza cambiamenti di umore e di comportamento; pertanto giustificano progetti di vendetta e reazioni criminali passionali anche automutilanti e suicidarie. Si danno ad esperienze spericolate, estreme e senza precauzioni; abusano irresponsabilmente di se stessi e degli altri, esagerano nel mangiare, nel bere, nella guida, provano ansia commista a paura e disperazione e non si curano del dolore fisico.
Gli psicologi oggi affrontano con grandi difficoltà cliniche la terapia dei soggetti borderline, principalmente se l’intervento è richiesto nell’età adulta, cioè dopo che sia avvenuto il consolidamento della personalità e dei legami relazionali. L’intervento nelle condizioni patologiche, diretto a modulare l’ansia, la fobia, la depressione è complesso e non può prescindere dall’intervento neuropsichiatrico, perciò parte col rimuovere ove possibile le cause ansiogene, agendo anche sul gruppo familiare, stimolando nuove percezioni gratificanti ed orientando il soggetto, nell’immediato, verso comportamenti meno impulsivi nel contesto familiare, lavorativo e sociale. Occorre quindi aprire nuovi spiragli di accoglienza e di assistenza clinica per queste persone che hanno bisogno principalmente di una più chiara collocazione sociale.
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