A oltre un anno dal terremoto che ha colpito l’isola di Haiti, prosegue senza sosta l’impegno della comunità cattolica per dare concrete risposte al desiderio di rinascita della società. A partire, in particolare, dalle strutture sanitarie.
Radio Vaticana - La Catholic Health Association degli Stati Uniti (Cha), in collaborazione con il Catholic Relief Services, sta lavorando al progetto per la ricostruzione del Saint Francis de Sales Hospital che, una volta ultimata, consentirà di offrire circa duecento posti letto. Il presidente della Cha, suor Carol Keehan, - riferisce L'Osservatore Romano - ha spiegato che il progetto intende sviluppare anche un partenariato con gli operatori sanitari haitiani per migliorare i servizi di cura e di assistenza. Il progetto intende favorire anche il rientro in patria dei medici e degli infermieri haitiani che attualmente lavorano all’estero. La ricostruzione della struttura sanitaria è uno degli esempi maggiori dell’impegno della comunità cattolica, ma numerosi altri sono i «micro-progetti», come sottolinea il nunzio apostolico in Haiti, l’arcivescovo Bernardito C. Auza, in un’intervista realizzata da Giuseppe Rusconi nel nuovo numero del periodico di approfondimento «Il Consulente Re». Il nunzio spiega che, a partire da fine marzo, la commissione creata dalla Chiesa cattolica per la ricostruzione (Proche – Proximité Catholique à Haiti et à son Eglise) ha avviato le attività. «Si è deciso di avvalerci di tale commissione tecnica — osserva mons. Auza — per assicurarci che i lavori siano ben fatti». Nei prossimi due mesi, ha aggiunto, «saranno lanciati progetti “quick impact”, piccoli e tecnicamente meno esigenti, ma con effetti positivi immediati. Nel contempo abbiamo già progetti di alcune chiese. Ho fiducia che possiamo andare avanti, sempre con l’aiuto della Chiesa universale, in particolare di quelle Chiese locali che hanno più risorse». Migliorano anche le condizioni degli sfollati: «L’anno scorso, a tale proposito, si era in una situazione di crisi profonda. Vi sono stati progressi nella situazione delle vittime del terremoto, anche se resta moltissimo da fare». In base alle più recenti stime sarebbero ancora circa 600.000 le persone ospitate nei campi di soccorso. (R.P.)
Radio Vaticana - La Catholic Health Association degli Stati Uniti (Cha), in collaborazione con il Catholic Relief Services, sta lavorando al progetto per la ricostruzione del Saint Francis de Sales Hospital che, una volta ultimata, consentirà di offrire circa duecento posti letto. Il presidente della Cha, suor Carol Keehan, - riferisce L'Osservatore Romano - ha spiegato che il progetto intende sviluppare anche un partenariato con gli operatori sanitari haitiani per migliorare i servizi di cura e di assistenza. Il progetto intende favorire anche il rientro in patria dei medici e degli infermieri haitiani che attualmente lavorano all’estero. La ricostruzione della struttura sanitaria è uno degli esempi maggiori dell’impegno della comunità cattolica, ma numerosi altri sono i «micro-progetti», come sottolinea il nunzio apostolico in Haiti, l’arcivescovo Bernardito C. Auza, in un’intervista realizzata da Giuseppe Rusconi nel nuovo numero del periodico di approfondimento «Il Consulente Re». Il nunzio spiega che, a partire da fine marzo, la commissione creata dalla Chiesa cattolica per la ricostruzione (Proche – Proximité Catholique à Haiti et à son Eglise) ha avviato le attività. «Si è deciso di avvalerci di tale commissione tecnica — osserva mons. Auza — per assicurarci che i lavori siano ben fatti». Nei prossimi due mesi, ha aggiunto, «saranno lanciati progetti “quick impact”, piccoli e tecnicamente meno esigenti, ma con effetti positivi immediati. Nel contempo abbiamo già progetti di alcune chiese. Ho fiducia che possiamo andare avanti, sempre con l’aiuto della Chiesa universale, in particolare di quelle Chiese locali che hanno più risorse». Migliorano anche le condizioni degli sfollati: «L’anno scorso, a tale proposito, si era in una situazione di crisi profonda. Vi sono stati progressi nella situazione delle vittime del terremoto, anche se resta moltissimo da fare». In base alle più recenti stime sarebbero ancora circa 600.000 le persone ospitate nei campi di soccorso. (R.P.)
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