Monica Cardarelli prosegue il ciclo di articoli "Chiara d'Assisi: 800 anni della consacrazione"
La sera di sabato 16 aprile ha avuto luogo ad Assisi la celebrazione di apertura degli 800 anni dalla consacrazione di Chiara d’Assisi. Nella cattedrale affollata di San Rufino, alla presenza di frati, religiose, clarisse, terziari e numerosi fedeli, il vescovo Domenico Sorrentino ha celebrato i Vespri solenni ricordando con una meditazione la grandezza e la semplicità di Chiara e rievocando la consegna delle palme del vescovo Guido a Chiara il 28 marzo 1211, affidando ad alcune clarisse presenti la palma. In un clima raccolto l’assemblea si è diretta in processione al Protomonastero di Santa Chiara, dove le clarisse hanno accolto i convenuti rivolgendo loro una preghiera e un augurio a proseguire con Chiara il cammino da lei iniziato, ricordando proprio le parole della Santa ad Agnese di Praga: “Non arrestarti ma anzi: con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare, cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine.” (II Lett. Ag. 12-13)
Dopo le parole delle clarisse, è stata consegnata al Vescovo la reliquia dei capelli di santa Chiara, che è stata poi portata in processione da tutta l’assemblea fino alla Porziuncola. Nelle luci ormai notturne, illuminando i propri passi solo dalle torce accese, la processione ha percorso le vie di Assisi che conducono alla Porta San Pietro passando da Piazza del Vescovado (laddove Francesco si spogliò dei suoi abiti rinunciando ai beni paterni e fu accolto dal Vescovo Guido - lo stesso che sostenne Chiara nella sua scelta), per fermarsi poi dalle clarisse di San Quirico e dalle clarisse francesi di Santa Colette per una breve preghiera. Una volta usciti dalla Porta San Pietro la processione ha proseguito il suo pellegrinaggio verso la Porziuncola, laddove il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, successore di San Francesco, ha accolto i pellegrini ed ha concluso la veglia. La celebrazione è stata molto partecipata: numerose le persone che sono partite da San Rufino, ed altrettante se ne sono aggiunte alla processione lungo il percorso, con semplicità, dimostrando così il grande affetto nei confronti della Santa.
La processione del 16 aprile che ha dato avvio alle celebrazioni clariane voleva ricordare la fuga di Chiara dalla casa paterna per giungere alla Porziuncola e lì essere consacrata al Signore da parte di Francesco. Questo episodio, come è noto, ha avuto luogo la notte della Domenica delle Palme del 1211, giorno di festa per la Chiesa, dopo il quale inizia la Settimana Santa. Ci piace sottolineare la scelta di Francesco di far intraprendere a Chiara il cammino di rottura dal mondo e di penitenza proprio in quella notte. Infatti, in questo modo Francesco ha ‘inventato’ un rito penitenziale per Chiara che ha iniziato il suo percorso proprio nei giorni della Settimana Santa.
Nella spiritualità di Chiara è stato fondamentale il riferimento alla Passione e al Cristo crocifisso. Nella II lettera ad Agnese di Praga, ad esempio, scrive: “Vedi che egli per te si è fatto oggetto di disprezzo, e segui il suo esempio rendendoti, per amor suo, spregevole in questo mondo. Mira, o mobilissima regina, lo Sposo tuo, il più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile tra gli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo ripetutamente flagellato, e morente perfino tra i più struggenti dolori sulla croce.” (II Lett. Ag. 19-20)
La croce di San Damiano è stata per Chiara ‘specchio’ in cui riflettersi e immagine di cui adornarsi per più di quarant’anni. “Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell’eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria, colloca il tuo cuore in colui che è figura della divina sostanza e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine, della divinità di lui. Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza, che Dio medesimo ha riservato fin dall’inizio per coloro che lo amano” scrive nella III lettera ad Agnese di Praga (III Lett. Ag., 12-15), e prosegue: “Vedi poi, al centro dello specchio, la santa umiltà e insieme anche la beata povertà, le fatiche e pene senza numero che egli sostenne per la redenzione del genere umano. E, in basso, contempla l’ineffabile carità per la quale volle patire sul legno della croce e su di essa morire della morte più infamante. Perciò è lo stesso specchio, che, dall’alto del legno della croce, rivolge ai passanti, la sua voce, perché si fermino a meditare: O voi tutti, che passate sulla strada, fermatevi e guardate se c’è un dolore simile al mio dolore (Lam. 1, 12). E rispondiamo, dico a Lui che chiama e geme, ad una voce e con un solo cuore: Non mi abbandonerà mai il ricordo di te e si struggerà in me l’anima mia. (Lam. 3, 20)” (IV Lett. Ag., 22-26). Rileggere queste parole al termine della Settimana Santa e all’approssimarsi della Pasqua del Signore ci conferma che il percorso di Chiara è stato un cammino pasquale che dalla penitenza l’ha condotta alla risurrezione, da San Damiano alla casa del Padre.
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