del nostro Stefano Buso
Domenica 10 aprile su Rai3 è andato in onda Report, condotto da Milena Gabanelli. La puntata era focalizzata sugli attuali social network come Facebook, Twitter e tanti altri che stanno spuntando come funghi nel cosiddetto Web 2.0. Queste realtà digitali appassionano gli italiani di ogni età, ceto e mestiere e, a differenza dei vecchi forum e chat, offrono all’utente svariate possibilità, ad esempio qualificare la propria professione o instaurare nuove conoscenze. Ciò premesso, è importante fare una considerazione sul programma di domenica sera. Report è una trasmissione d’informazione che da anni ci entusiasma per le acute inchieste giornalistiche. Servizi e approfondimenti che hanno spesso reso un servizio determinante al consumatore. Tuttavia, l’ultima puntata ha destato delle perplessità in più di qualcuno, e non tanto nei contenuti, che sono condivisibili. A far riflettere è stato l’approccio dal timbro sensazionalista, volto a priori a metter in guardia l’utente meno avvezzo ai tanti trabocchetti di Internet. È vero che buona parte delle persone ignora le lambiccate dinamiche del web e i rischi che possono insorgere durante la navigazione. Malgrado ciò, puntando i riflettori unicamente sul rovescio della medaglia si rischia di allontanare gli inesperti dai vantaggi elargiti dal web, opportunità reali che possono ottimizzare la qualità della vita, e, perché no, talvolta anche divertire.
Il tutto con una buona dose di accortezza, scansando lo sgambetto dei furbetti di turno che cercano di approfittarne per il loro tornaconto. Malintenzionati che non mancano in rete, come del resto nel quotidiano! Viene in mente il paragone con l’automobile. Se a un neofita in procinto di conseguire la patente è data una visione del tutto rovinosa della circolazione, si otterrà per certo di impaurirlo, non di renderlo immune dalle insidie che incombono nelle strade.
L’affascinante mondo tutto high-tech oramai, che piaccia o no, appartiene alla nostra esistenza. È utile quindi comprenderlo e imparare a usare tutte le sue chances, senza fuggire dinnanzi a eventuali tranelli. I pericoli dell’utilizzo disinvolto della rete elencato da Report sono oggettivi, su questo non v’è dubbio. Poiché, una volta per tutte, deve esser chiaro che nel web non ci sono certezze per quanto concerne la privacy, la sicurezza dei dati sensibili o personali. Nemmeno i cosiddetti guru multimediali conoscono le macchinazioni a cui può andare incontro il comune internauta. In ogni caso, come tutte le novità, anche le recenti applicazioni tecnologiche legate alla comunicazione sono da mettere alla prova. Chiudersi in se stessi snobbando ciò che l’innovazione offre non è sensato. Naturalmente un plauso agli articoli e programmi che comunicano notizie sulle spiacevoli sorprese riscontrate nel cyberspazio – della serie “navigare informati è meglio!”.
Sicuramente, sarebbe utile, che fossero prospettate tutte le angolazioni di Internet, sia negative sia positive, e perciò meritevoli. Se negli ultimi anni il mondo è cambiato e numerosi elementi della vita di tutti i giorni sono migliorati, lo dobbiamo anche al web. Ma avremo modo di parlarne ancora di questo interessante tema e proprio sulle pagine del nostro giornale.
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Sono presenti 2 commenti
Da quando siamo diventati bipedi, la NECESSITA' di essere supportati dalla tecnica (col passar del tempo tecnologia) è diventata finanche VIRTU'; naturalmente qualche rischio, per i più esigenti qualche catastrofe, questo radicale cambiamento lo ha comportato: come si sul dire..."non c'è impresa senza rischio". L'importante, alla resa dei conti, resta comunque il "CUI PRODEST!
Grazie Leonardo. La riflessione è tutta aperta anche perché è impossibile "fuggire" dal presente! Ad majora
s.b.
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