lunedì, aprile 11, 2011
In vista della visita della delegazione Ua che a Bengasi, i ribelli precisano la loro posizione. A quasi due mesi dall'inizio della rivolta in Libia, il 17 febbraio scorso, la mediazione dell'Unione Africana (Ua) incassa un primo successo.

PeaceReporter - Mentre la guerra di posizione tra le due fazioni in lotta non accenna a finire, il presidente sudafricano Jacob Zuma ieri sera ha annunciato a Tripoli che Muammar Gheddafi ha accettato la Road Map tutta africana portata ieri al colonnello da una delegazione della stessa Ua. "Abbiamo completato la nostra missione con il 'fratello leader, che ha accettato il percorso di pace che abbiamo proposto, ora bisogna dare una chance a un cessate il fuoco", ha detto dopo un colloquio durato diverse ore e tenutosi nella residenza bunker del colonnello di Bab al-Aziziyah, a Tripoli. Lo stesso Gheddafi aveva già detto che avrebbe accettato qualsiasi soluzione decisa dall'Ua per uscire dalla crisi.

Ma la risposta degli insorti non si è fatta attendere. "Non accetteremo alcun cessate il fuoco se prima le truppe di Muammar Gheddafi non si ritirano dalle strade delle città libiche" hanno precisato alla proposta di cessate il fuoco avanzata dall'Unione Africana. E dato che sta per arrivare una delegazione dell'Unione africana anche a Bengasi, i ribelli, secondo quanto riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya', precisano che "per accettare una proposta di cessate il fuoco è necessario che le truppe del regime lascino le città in modo da garantire la libertà di espressione della popolazione libica. La gente deve essere autorizzata a scendere in strada ed esprimere le proprie opinioni e i soldati devono tornare nelle caserme", ha detto all'Afp Chamseddin Abdelmaula, portavoce del Consiglio nazionale di transizione (Cnt, che rappresenta la ribellione).

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