Dovrebbe attraccare domani nel porto di Misurata la nave del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) con a bordo medicinali indispensabili per una popolazione da settimane ostaggio dei combattimenti tra le forze di Muammar Gheddafi e i rivoltosi che controllano l’est della Libia.
Agenzia Misna - “L’arrivo – dice alla MISNA Christian Cardon, portavoce dell’organismo con sede a Ginevra – è previsto alle 11 di mattina”. La nave è partita oggi da Bengasi, la città dell’est dove il Cicr ha il quartiere generale in Libia. “Dopo tre settimane di combattimenti – sottolinea Cardon – negli ospedali non si riesce più a far fronte al gran numero di feriti”. Affacciata sul Golfo della Sirte, circa 200 chilometri a ovest di Tripoli, Misurata è diventata il simbolo di un conflitto che non accenna a diminuire di intensità nonostante i bombardamenti della coalizione internazionale tesi almeno in teoria a garantire l’incolumità dei civili. Esponenti del Consiglio nazionale di transizione, l’organismo politico dei rivoltosi, hanno sostenuto che a Misurata oggi è stata respinta un’offensiva delle forze di Gheddafi. Sempre oggi i reparti fedeli al colonnello avrebbero però bombardato con colpi di mortaio la periferia di Ajdabiya, una città appena 150 chilometri a ovest di Bengasi, la roccaforte dei rivoltosi.
Nei prossimi giorni in Libia è previsto l’arrivo di tre esperti delle Nazioni Unite che hanno il compito di indagare su possibili violazioni del diritto umanitario. Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, visiteranno anche Misurata. I quartieri del porto, dove dovrebbe attraccare la nave della Croce Rossa, sarebbero sotto il controllo dei rivoltosi. (Vedi anche notizia delle 9.35)
Agenzia Misna - “L’arrivo – dice alla MISNA Christian Cardon, portavoce dell’organismo con sede a Ginevra – è previsto alle 11 di mattina”. La nave è partita oggi da Bengasi, la città dell’est dove il Cicr ha il quartiere generale in Libia. “Dopo tre settimane di combattimenti – sottolinea Cardon – negli ospedali non si riesce più a far fronte al gran numero di feriti”. Affacciata sul Golfo della Sirte, circa 200 chilometri a ovest di Tripoli, Misurata è diventata il simbolo di un conflitto che non accenna a diminuire di intensità nonostante i bombardamenti della coalizione internazionale tesi almeno in teoria a garantire l’incolumità dei civili. Esponenti del Consiglio nazionale di transizione, l’organismo politico dei rivoltosi, hanno sostenuto che a Misurata oggi è stata respinta un’offensiva delle forze di Gheddafi. Sempre oggi i reparti fedeli al colonnello avrebbero però bombardato con colpi di mortaio la periferia di Ajdabiya, una città appena 150 chilometri a ovest di Bengasi, la roccaforte dei rivoltosi.
Nei prossimi giorni in Libia è previsto l’arrivo di tre esperti delle Nazioni Unite che hanno il compito di indagare su possibili violazioni del diritto umanitario. Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, visiteranno anche Misurata. I quartieri del porto, dove dovrebbe attraccare la nave della Croce Rossa, sarebbero sotto il controllo dei rivoltosi. (Vedi anche notizia delle 9.35)
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