della nostra Federica Scorpo
Le indagini sul caso di Sara Scazzi si stanno concentrando sul Dna rilevato recentemente nei gancetti del cellulare della quindicenne, scomparsa e poi ritrovata in un pozzo su confessione dello zio. Il Dna potrebbe essere di due o più persone, uomini o donne. Gli inquirenti hanno convocato a sorpresa quattro persone legate a Sara, di cui due indagate, Cosimo Cosma e Carmine Misseri, nipote e fratello di Michele Misseri, e due persone coinvolte finora come persone informate dei fatti, Cosima Serrano e Ivano Russo. A giorni si avranno gli esiti degli esami, che comunque vanno confrontati con gli indizi e le testimonianze, poiché da soli potrebbero non dire nulla
, tranne nel caso si trovasse la compatibilità del Dna di persone più lontane da Sara, come Cosimo e Carmine. Ha suscitato molto scalpore la richiesta degli inquirenti riguardo a Ivano Russo, il ragazzo conteso tra Sara e la cugina indagata per il suo omicidio, Sabrina Misseri; pare che quest’ultima avesse un’ossessione particolare per il ragazzo ed era gelosa del rapporto di complicità e affetto tra la quindicenne e il ragazzo ventisettenne. Secondo le varie ricostruzioni e testimonianze, i rapporti tra Ivano e Sabrina si sarebbero raffreddati dopo un rifiuto del ragazzo durante un approccio di Sabrina, rifiuto che pare sia diventato un pettegolezzo attribuibile proprio a Sara.
Il 25 agosto 2010, il giorno prima della scomparsa, Sara e Sabrina litigavano in un pub proprio per questo motivo, e la ragazzina l’indomani scompare. Inoltre, uno degli aspetti che hanno destato curiosità e sospetto è che Ivano non ha mai provato a chiamare sul cellulare di Sara, scomparsa da qualche ora e che cercava proprio con Sabrina, così come sono inspiegabili i quaranta sms che i due si sono inviati quel 26 agosto e che Ivano ha in seguito cancellato. Sabrina avrebbe inoltre strappato alcune pagine del diario di Sara che ha prelevato e consegnato ai carabinieri solo in un secondo momento, proprio per proteggere Ivano da eventuali sospetti. Secondo questa ricostruzione, Sabrina, già in carcere, sarebbe l’unica responsabile dell’omicidio e il padre solo chi ha occultato il cadavere, aiutato dal nipote e dal fratello, e si è poi volontariamente attribuito la colpa per proteggere la figlia.
Tra le varie ipotesi di colpevolezza che rimbalzano tra padre e figlia e i due indagati che hanno aiutato Michele Misseri a nascondere il corpo della ragazzina, emerge un’indiscrezione molto importante: ci potrebbe essere una nuova persona iscritta nel registro degli indagati. Non è emerso ancora chi possa essere ma è entrata nella vicenda attraverso un’intercettazione ambientale dopo la confessione e l’arresto di Michele Misseri.
Tra qualche mese si chiuderanno le indagini, e i colpi di scena sono ancora all’ordine del giorno. Ancora una volta è stato respinto dagli inquirenti il confronto tra padre e figlia e le indagini al momento sono concentrate sui risultati del Dna e su alcuni punti fondamentali: di Sara non c’è traccia né sulle cinque cinte sequestrate (ipotetiche armi del delitto) né sulla corda che Michele avrebbe usato per calare il corpo nel pozzo; di lei nessuna traccia né nel garage né nella casa (gli unici luoghi al momento legati al delitto). Inoltre, c’è la possibilità che sia rifatta l’autopsia sul cadavere della quindicenne ormai sepolto per analizzarlo in modo più completo.
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