mercoledì, aprile 06, 2011
D'ora in poi come potremo rimproverare i nostri figli, nipoti e alunni?

di Giulia Galeotti


Piùvoce - Come noto, la scorsa settimana Ignazio La Russa si era reso protagonista in aula di un acceso battibecco con esponenti dell`opposizione e con Gianfranco Fini. La situazione era presto degenerata: quando, infatti, il presidente della Camera aveva invitato l’ex collega di partito a tenere un comportamento più consono al luogo in cui si trovava, il ministro della difesa gli aveva rivolto un gesto di stizza interpretato dai più come un «vaffa». Non è però su questo deprecabile gesto - decisamente più consono ad uno stadio infuocato per il derby che ad un`aula parlamentare - che vogliamo richiamare l`attenzione (l`episodio è già stato doverosamente commentato), quanto sulle reazioni ufficiali che esso ha determinato. Reazioni pressoché nulle.

La sfuriata del ministro era stata criticata da molti. Addirittura all`interno della maggioranza, qualche voce si era levata avanzando più di un dubbio sulla opportunità di tale comportamento. Così, tanti speravano (incluso chi scrive) che l`ufficio di presidenza della Camera avrebbe preso qualche importante provvedimento “disciplinare”. Certo, un provvedimento di mera portata simbolica (ben difficilmente La Russa rinuncerà in futuro alle sue "appassionate" manifestazioni), ma comunque estremamente importante. Ben lungi dall`essere solo l`espressione di un moto di stizza all`indirizzo di un ex (che si tratti di ex coniugi, ex fidanzati, ex amici, ex colleghi è universalmente noto che quando un legame finisce mantenere rapporti civili è difficile...), un gesto oggettivamente scostumato occorre aggiungere; rivolgendosi, come ha fatto, all`indirizzo del numero uno di Montecitorio infatti, La Russa ha offeso la terza carica dello Stato italiano.
Ebbene, a maggioranza, l`Ufficio di presidenza della Camera ha approvato la proposta del collegio dei questori di sanzionare il comportamento del ministro solo con una lettera di censura (che sarà inviata, per conoscenza, anche al presidente del Consiglio). Acquafresca.

Se un ministro della repubblica può pubblicamente e impunemente mandare a quel Paese una delle più alte cariche dello Stato, sinceramente non vediamo su quale base potremo continuare (oltre che a disapprovare le liti stradali, sul bus, alla partita, in fila alla posta e via dicendo) a rimproverare i nostri figli, nipoti, alunni. E se costoro, ai nostri rimproveri, risponderanno con un gesto della mano combinato al sonoro, sarà – né più né meno – un gesto ministeriale. E al buffetto sulla guancia potremmo al massimo aggiungere due righe di censura (possibilmente via sms, per essere moderni).

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