Sono decine di migliaia le persone scese in piazza a Taez , e da diversi quartieri della città a sud di Sanaa all’indomani dell’uccisione di un manifestante e i l ferimento di altri due, durante scontri con la polizia avvenuti ieri.
Agenzia Misna - La folla, riferiscono testimoni locali si starebbe dirigendo verso la sede del governo, per inscenare l’ennesima protesta contro il presidente Ali Abdullah Saleh. La tensione nel paese, dove movimenti di protesta sono in corso da quasi due mesi, è confermata dall’apertura, oggi, del quotidiano panarabo ‘Asharq al Awsat’ che decide di dedicare quasi interamente la sua prima pagina alle vicende yemenite. Il giornale sottolinea che Washington ha invocato “il passaggio di poteri” definendo “inammissibile” il ricorso alle violenze contro i civili. Intanto, sul fronte politico, l’opposizione ha accolto favorevolmente la proposta di un confronto con il governo, da tenersi a Riad, in Arabia Saudita, ma “a condizione che il presidente Ali Abdullah Saleh lasci il potere”.
Ieri, circa 300 tra manifestanti e oppositori sono stati bersaglio nella cittadina meridionale di colpi di arma da fuoco, bastonate e coltellate da parte di schiere di lealisti e agenti delle forze di sicurezza in borghese. Trenta di loro sono rimasti feriti in modo grave, in particolare – secondo quanto riferito da alcuni medici interpellati dall’emittente araba ‘al Jazira’ – dall’uso di gas lacrimogeni “non convenzionali”.
Agenzia Misna - La folla, riferiscono testimoni locali si starebbe dirigendo verso la sede del governo, per inscenare l’ennesima protesta contro il presidente Ali Abdullah Saleh. La tensione nel paese, dove movimenti di protesta sono in corso da quasi due mesi, è confermata dall’apertura, oggi, del quotidiano panarabo ‘Asharq al Awsat’ che decide di dedicare quasi interamente la sua prima pagina alle vicende yemenite. Il giornale sottolinea che Washington ha invocato “il passaggio di poteri” definendo “inammissibile” il ricorso alle violenze contro i civili. Intanto, sul fronte politico, l’opposizione ha accolto favorevolmente la proposta di un confronto con il governo, da tenersi a Riad, in Arabia Saudita, ma “a condizione che il presidente Ali Abdullah Saleh lasci il potere”.
Ieri, circa 300 tra manifestanti e oppositori sono stati bersaglio nella cittadina meridionale di colpi di arma da fuoco, bastonate e coltellate da parte di schiere di lealisti e agenti delle forze di sicurezza in borghese. Trenta di loro sono rimasti feriti in modo grave, in particolare – secondo quanto riferito da alcuni medici interpellati dall’emittente araba ‘al Jazira’ – dall’uso di gas lacrimogeni “non convenzionali”.
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