Due figure che si sono incrociate il 9 maggio 1978, 33 anni fa. Quel giorno furono trovati i corpi senza vita di Aldo Moro e di Peppino Impastato. Le loro vite si sono incontrate nella morte. Due ingiustizie che ancora sono vive nella memoria e che hanno segnato la storia.
della nostra Federica Scorpo
Il 16 marzo di quell’anno, Aldo Moro fu sequestrato dalle Brigate Rosse. Il presidente della Democrazia Cristiana, dopo una prigionia di 55 giorni nel covo di via Montalcini, fu ritrovato quel famoso 9 maggio senza vita nel baule di una Renault rossa: aveva 61 anni. Lo stesso giorno in Sicilia fu ritrovato il corpo di Peppino Impastato, icona della lotta contro la mafia, con cui entrò in contatto attraverso la sua stessa famiglia, ben inserita nell’ambiente mafioso (in particolare il padre).
Dall’interno, Peppino si ribellò: addirittura quell’anno avrebbe partecipato alle elezioni comunali di Cinisi con una lista di Democrazia Proletaria. Fu però assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni. Il suo corpo fu dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini si orientarono in un primo tempo sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante". Suicidio, lo chiamavano!
L’omicidio di Aldo Moro quel giorno mise in qualche modo in secondo piano, almeno in un primo momento, la scomparsa di Peppino. Entrambi tuttavia hanno segnato, con la loro morte, un solco nel cuore degli italiani e della storia. Due uomini che lottavano, che forse sapevano troppo, che forse parlavano troppo. Perché questo avviene quando qualcuno vuole la verità. Entrambi erano accomunati dalla politica, dalla mafia e dalla corruzione, dal terrorismo che intorno alle loro vite aleggiava e che ha punito la loro sete di giustizia e verità.
Vittime del potere e del sistema, ma soprattutto uomini che hanno saputo ispirare e cambiare le coscienze anche dopo la loro scomparsa. Le loro vite si sono spezzate quel 9 maggio 1978, e a distanza di 33 anni a loro va il nostro pensiero e il nostro ricordo. Per non dimenticare, per non dimenticarli.
della nostra Federica Scorpo
Il 16 marzo di quell’anno, Aldo Moro fu sequestrato dalle Brigate Rosse. Il presidente della Democrazia Cristiana, dopo una prigionia di 55 giorni nel covo di via Montalcini, fu ritrovato quel famoso 9 maggio senza vita nel baule di una Renault rossa: aveva 61 anni. Lo stesso giorno in Sicilia fu ritrovato il corpo di Peppino Impastato, icona della lotta contro la mafia, con cui entrò in contatto attraverso la sua stessa famiglia, ben inserita nell’ambiente mafioso (in particolare il padre).
Dall’interno, Peppino si ribellò: addirittura quell’anno avrebbe partecipato alle elezioni comunali di Cinisi con una lista di Democrazia Proletaria. Fu però assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni. Il suo corpo fu dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini si orientarono in un primo tempo sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante". Suicidio, lo chiamavano!
L’omicidio di Aldo Moro quel giorno mise in qualche modo in secondo piano, almeno in un primo momento, la scomparsa di Peppino. Entrambi tuttavia hanno segnato, con la loro morte, un solco nel cuore degli italiani e della storia. Due uomini che lottavano, che forse sapevano troppo, che forse parlavano troppo. Perché questo avviene quando qualcuno vuole la verità. Entrambi erano accomunati dalla politica, dalla mafia e dalla corruzione, dal terrorismo che intorno alle loro vite aleggiava e che ha punito la loro sete di giustizia e verità.
Vittime del potere e del sistema, ma soprattutto uomini che hanno saputo ispirare e cambiare le coscienze anche dopo la loro scomparsa. Le loro vite si sono spezzate quel 9 maggio 1978, e a distanza di 33 anni a loro va il nostro pensiero e il nostro ricordo. Per non dimenticare, per non dimenticarli.
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