C’è anche un quartier generale della polizia libica tra gli edifici di Tripoli bombardati ieri sera dai caccia dell’Alleanza atlantica: lo dicono fonti della MISNA nella capitale, riferendo per altro di combattimenti in corso tra ribelli e forze del colonnello Gheddafi in alcune regioni occidentali.
Agenzia Misna - “Le esplosioni – racconta un religioso – sono cominciate in serata e proseguite nella notte”. Secondo funzionari del governo, nei raid è stata colpita anche la sede del ministero per le Inchieste e il controllo popolare; nell’edificio, questa la tesi, sarebbero stati custoditi documenti comprovanti responsabilità in episodi di corruzione di esponenti del Consiglio nazionale di transizione al potere nell’est della Libia. Secondo le fonti della MISNA i combattimenti continuano nella regione di Nalut, una cittadina non lontana dal confine con la Tunisia dove le forze di Gheddafi cercherebbero di avanzare. “Chi lavora negli ospedali – dice un religioso – riferisce di un alto numero di feriti”.
I bombardamenti della Nato si sono intensificati in coincidenza con l’annuncio su un possibile mandato di cattura internazionale nei confronti di Gheddafi, di suo figlio Seif al-Islam e del capo dei servizi segreti Abdallah al-Seonussi.
Il procuratore generale della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno Ocampo, ha dichiarato ieri di aver chiesto ai magistrati dell’organismo con sede all’Aja l’emissione di mandati di cattura nei confronti dei tre dirigenti libici per presunti crimini contro l’umanità.
La decisione rischia di costituire un ulteriore ostacolo ai già difficili tentativi di trovare una soluzione negoziata al conflitto che, da metà febbraio, contrappone le forze di Gheddafi ai ribelli sostenuti dai bombardamenti dell’Alleanza atlantica. Colloqui diplomatici sono comunque in programma oggi a Mosca, dove rappresentanti del governo russo dovrebbero ricevere emissari del colonnello.
Agenzia Misna - “Le esplosioni – racconta un religioso – sono cominciate in serata e proseguite nella notte”. Secondo funzionari del governo, nei raid è stata colpita anche la sede del ministero per le Inchieste e il controllo popolare; nell’edificio, questa la tesi, sarebbero stati custoditi documenti comprovanti responsabilità in episodi di corruzione di esponenti del Consiglio nazionale di transizione al potere nell’est della Libia. Secondo le fonti della MISNA i combattimenti continuano nella regione di Nalut, una cittadina non lontana dal confine con la Tunisia dove le forze di Gheddafi cercherebbero di avanzare. “Chi lavora negli ospedali – dice un religioso – riferisce di un alto numero di feriti”.
I bombardamenti della Nato si sono intensificati in coincidenza con l’annuncio su un possibile mandato di cattura internazionale nei confronti di Gheddafi, di suo figlio Seif al-Islam e del capo dei servizi segreti Abdallah al-Seonussi.
Il procuratore generale della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno Ocampo, ha dichiarato ieri di aver chiesto ai magistrati dell’organismo con sede all’Aja l’emissione di mandati di cattura nei confronti dei tre dirigenti libici per presunti crimini contro l’umanità.
La decisione rischia di costituire un ulteriore ostacolo ai già difficili tentativi di trovare una soluzione negoziata al conflitto che, da metà febbraio, contrappone le forze di Gheddafi ai ribelli sostenuti dai bombardamenti dell’Alleanza atlantica. Colloqui diplomatici sono comunque in programma oggi a Mosca, dove rappresentanti del governo russo dovrebbero ricevere emissari del colonnello.
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