Una nota della Fondazione Migrantes
ChiesaCattolica - In questo fine settimana nel Mediterraneo e a Lampedusa si sono vissuti ancora una volta momenti drammatici. Anzitutto l’annuncio di un barcone che si è spezzato per i tanti africani in fuga che non è riuscito a contenere. Ancora morte, decine di uomini, donne, bambini, anche neonati che hanno trovato la loro tomba nel Mediterraneo, raggiungendo gli altri 16.000 che negli ultimi dieci anni hanno perso la loro vita nella fuga. Ancora arrivi poi. Oltre 800 persone, che finalmente sono state riconosciute come in fuga da una guerra, da una persecuzione e si sono riconosciuti: riconosciute finalmente come ‘rifugiati’ e non più come ‘clandestini’. E’ un segno di un cambiamento di linguaggio, di un riconoscimento giuridico che speriamo sia definitivo per tutti coloro che arrivano da un Continente, l’Africa, che soffre, è umiliato, è vittima di dittatori. Lo dicevano in questi giorni anche le persone e famiglie dell’Africa francofona, che a Modena hanno voluto fare tre giorni di “giornate africane”, con riflessione sui drammi dell’Africa soprattutto subsahariana, e hanno invocato pace, giustizia, tutela delle vittime di tratta, democrazia partecipativa, condivisione delle risorse. Lampedusa ricorda, con gli sbarchi, alla coscienza europea e del mondo questi drammi dimenticati. E i volontari che si sono gettati in mare, per evitare che nel porto di Lampedusa un’altra barca affondasse al suo arrivo e diventasse luogo di morte per tante persone deboli e sfiancate, hanno voluto insegnare all’Italia e all’Europa come le persone e le famiglie che stanno arrivando dall’Africa non possono essere abbandonate, ma devono trovare la solidarietà di tutti. Da Lampedusa ritorna un forte appello all’Europa, perchè rilegga non solo le proprie frontiere, ma le proprie politiche economiche e estere, ritrovando nella solidarietà un punto forte della propria identità da costruire e nella legalità la condizione necessaria perché non solo i diritti ma anche i doveri di tutti e di ciascuno siano debitamente osservati. Lampedusa ricorda a tutte le regioni italiane che il federalismo che è entrato nella nostra Costituzione va necessariamente declinato con la forza dell’uguaglianza, della giustizia e della fraternità.
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