mercoledì, maggio 18, 2011
Alex Gusella è rientrato a Milano dal Kazakistan dove ha seguito un’equipe di medici degli Ospedali Riuniti di Bergamo in missione per conto della Fondazione “aiutare i bambini”. Obiettivo: operare i bambini gravemente cardiopatici del posto.

È stato un viaggio di solidarietà quello in Kazakistan di Alex Gusella, 35enne di Milano. Il suo ruolo: documentare per conto della Fondazione “aiutare i bambini”, per la quale lavora, la missione di 6 medici volontari partiti dall’Italia per operare i bambini cardiopatici del posto. “In Kazakistan - racconta Alex - molti bambini che nascono con una malformazione al cuore hanno poche speranze di sopravvivere: i medici locali infatti non sono in grado di eseguire certi interventi perché troppo complessi, oppure non operano bambini al di sotto di una certa età o di un certo peso. La stessa situazione si riscontra in altri Paesi dell’Asia centrale, come ad esempio l’Uzbekistan, ma anche in India, Nepal o in certi Stati africani. Per questo come Fondazione “aiutare i bambini” sosteniamo già da diversi anni le missioni di medici italiani in questi Paesi. I medici partecipano a titolo del tutto volontario, noi copriamo i costi relativi al viaggio, al materiale medico e all’alloggio”.

La missione si è svolta tra venerdì 8 e domenica 17 aprile ad Almaty, la vecchia capitale, presso lo Syzganov Scientific Centre of Surgery. Per la prima volta in una missione sostenuta da “aiutare i bambini”, l’equipe medica era composta da personale di un unico ospedale: gli Ospedali Riuniti di Bergamo. Dell’equipe, guidata dal professor Lorenzo Galletti, cardiochirurgo e Responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia Pediatrica, facevano parte un secondo cardiochirurgo, un cardiologo, un anestesista, una perfusionista e un’infermiera di sala.

“La grande professionalità e il grande affiatamento di questo gruppo - commenta Alex - ci hanno permesso di fare un grande lavoro: più di 100 i bambini visitati e 9 quelli operati, in poco più di una settimana. Mi ha molto colpito la forte speranza suscitata dal nostro arrivo: alcune famiglie hanno viaggiato per tutta la notte, partendo in treno da città distanti anche 1.000 chilometri. E quando siamo arrivati all’ospedale la mattina del primo giorno, molti genitori erano ad accoglierci giù all’ingresso, insieme ai medici del posto”.

Dopo il primo giorno di visite, un primo intervento viene eseguito d’urgenza già domenica: un’operazione semplice, che nonostante la buona riuscita purtroppo non sarà sufficiente a salvare la vita a un piccolo di 7 mesi, che aveva un quadro clinico già gravemente compromesso. Con l’inizio della settimana si parte con il programma delle operazioni. Lunedì il professor Galletti esegue su una bambina di poco più di 2 mesi uno “switch arterioso”, operazione complessa mai realizzata prima nell’intero Paese. L’intervento, durato 6 ore e mezza, ha successo e la bambina viene portata in terapia intensiva dove resterà ricoverata per diversi giorni.

Da martedì, vengono eseguiti 2 interventi al giorno: i bambini operati sono tutti sotto i 12 mesi, tranne una bambina di 3 anni e un bambino di 6 anni, che saranno i primi a tornare in reparto dopo la terapia intensiva. Le patologie e gli interventi sono di diverso tipo: DIV (difetto inter-ventricolare), tetralogia di Fallot, coartazione. “Ho assistito personalmente a diversi interventi - racconta Alex - entrando in sala operatoria opportunamente vestito con divisa, mascherina e cuffietta. Mi sono mosso con molta discrezione, per non intralciare il lavoro dei medici: in sala durante gli interventi c’erano anche più di venti persone perché ci sono anche i medici e gli infermieri locali, che assistono quelli italiani o semplicemente stanno a guardare per imparare. Queste missioni hanno anche una forte valenza formativa”.

Oltre ai bambini salvati grazie agli interventi e alla buona collaborazione instaurata con i medici locali, un’altra nota positiva della missione è stata l’incontro con due bambine operate durante una precedente missione in Kazakistan finanziata da “aiutare i bambini” grazie ai fondi de La Fabbrica del Sorriso 2009, l’evento televisivo promosso ogni anno da Mediafriends Onlus per sostenere con l’aiuto del pubblico iniziative a favore dell’infanzia meno fortunata. “Incontrare nuovamente Camilla - conclude Alex - che due anni fa rischiava la vita e grazie all’operazione è completamente guarita, e vederla correre, sorridere, abbracciarsi teneramente con la mamma che l’accompagnava, ci ha riempiti di gioia. Anche Liana, che oggi ha 3 anni ed è stata tra i bambini più piccoli operati nel 2009, sta benissimo e dopo l’intervento non ha più avuto problemi”.

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