sabato, maggio 07, 2011
Benedetto XVI: «L’Azione Cattolica è una forza educativa qualificata, sostenuta da buoni strumenti, da una tradizione più che centenaria. Sapete educare bambini e ragazzi con l’ACR, sapete realizzare percorsi educativi con adolescenti e giovani, siete capaci di una formazione permanente per gli adulti». Napolitano: «L'Azione Cattolica è divenuta una importante componente del tessuto sociale del Paese»

Partiamo con il messaggio del Papa:
"Cari amici dell’Azione Cattolica Italiana!
Siete riuniti nella vostra Assemblea generale sul tema: Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica, per ribadire il vostro amore a Cristo e alla Chiesa e rinnovare il cammino della vostra Associazione, con l’impegno di assumervi pienamente la vostra responsabilità laicale a servizio del Vangelo. Siete ragazzi, giovani e adulti che si mettono a disposizione del Signore nella Chiesa con un impegno solenne, pubblico, in comunione con i Pastori, per dare buona testimonianza in ogni ambito della vita. La vostra presenza è capillare nelle parrocchie, nelle famiglie, nei quartieri, negli ambienti sociali: una presenza che vivete nella quotidianità e nell’aspirazione alla santità. I vostri bambini e ragazzi, adolescenti e giovani vogliono essere vivaci e felici, generosi e coraggiosi, come il beato Pier Giorgio Frassati. Avete slancio di dedizione alla costruzione della città di tutti e coraggio di servizio nelle istituzioni, come Vittorio Bachelet, come il beato Alberto Marvelli, come Giuseppe Toniolo, che presto sarà proclamato beato. Nel vostro progetto dei formazione umana e cristiana volete essere amici fedeli di Cristo, come le beate Pierina Morosini e Antonia Mesina, come la venerabile Armida Barelli. Volete ravvivare le nostre comunità con bambini affascinanti per la purezza del loro cuore, come Antonietta Meo, capaci di attirare anche i genitori a Gesù. Quando accolgo i vostri ragazzi in occasione del Natale o del mese della pace resto sempre ammirato della genuinità con cui comunicano la gioia del Signore.

Ho incontrato l’anno scorso in ottobre i vostri adolescenti e giovani, impegnati e festosi, amanti della libertà vera che li orienta a una vita generosa, a un apostolato diretto. Essi hanno davanti a sé l’esempio di uomini e donne contenti della loro fede, che vogliono accompagnare le nuove generazioni con amore, con saggezza e con la preghiera, che intendono costruire con pazienza tessuti di vita comunitaria e affrontare i problemi più scottanti della vita quotidiana della famiglia: la difesa della vita, la sofferenza delle separazioni e dell’abbandono, la solidarietà nelle disgrazie, l’accoglienza dei poveri e dei senza patria. Vi seguono presbiteri assistenti che sanno bene che cosa significa educare alla santità. Nelle diocesi siete chiamati a collaborare con i vostri Vescovi, in maniera costante, fedele e diretta, alla vita e alla missione della Chiesa. Tutto questo non nasce spontaneamente, ma con una risposta generosa alla chiamata di Dio a vivere con piena responsabilità il Battesimo, la dignità dell’essere cristiani. Perciò vi stabilite in associazione con ideali e qualità precisi come li indica il Concilio Ecumenico Vaticano II: un’associazione che ha il fine apostolico della Chiesa, che collabora con la gerarchia, che si manifesta come corpo organico e che dalla Chiesa riceve un mandato esplicito (cfr. Decr. Apostolicam actuositatem, 20). Sulla base di ciò che voi siete vorrei, cari amici, sulla scia dei miei venerati Predecessori, affidarvi alcune indicazioni di impegno.

La prospettiva educativa

Nella linea tracciata dai Vescovi per le Chiese che sono in Italia, siete particolarmente chiamati a valorizzare la vostra vocazione educativa. L’Azione Cattolica è una forza educativa qualificata, sostenuta da buoni strumenti, da una tradizione più che centenaria. Sapete educare bambini e ragazzi con l’ACR, sapete realizzare percorsi educativi con adolescenti e giovani, siete capaci di una formazione permanente per gli adulti. La vostra azione sarà maggiormente incisiva se, come già fate, lavorerete ancor più fra di voi in un’ottica profondamente unitaria e favorirete collaborazioni con le altre forze educative sia ecclesiali che civili. Per educare occorre andare oltre l’occasione, il momento immediato, e costruire con la collaborazione di tutti un progetto di vita cristiana fondato sul Vangelo e sul magistero della Chiesa, mettendo al centro una visione integrale della persona. Il vostro Progetto Formativo è valido per tanti cristiani e uomini di buona volontà, soprattutto se possono vedere in voi modelli di vita cristiana, di impegno generoso e gioioso, di interiorità profonda e di comunione ecclesiale.

La proposta della santità

Le vostre associazioni siano palestre di santità, in cui ci si allena ad una dedizione piena alla causa del Regno di Dio, ad una impostazione di vita profondamente evangelica che vi caratterizza come laici credenti nei luoghi del vivere quotidiano. Questo esige intensa preghiera sia comunitaria che personale, ascolto continuato della Parola di Dio, assidua vita sacramentale. Occorre rendere il termine “santità” una parola comune, non eccezionale, che non designa soltanto stati eroici di vita cristiana, ma che indica nella realtà di tutti i giorni una decisa risposta e disponibilità all’azione dello Spirito Santo.

La formazione all’impegno culturale e politico

Santità significa per voi anche spendersi al servizio del bene comune secondo i principi cristiani offrendo nella vita della città presenze qualificate, gratuite, rigorose nei comportamenti, fedeli al magistero ecclesiale e orientale al bene di tutti. La formazione all’impegno culturale e politico rappresenta dunque per voi un compito importante, che richiede un pensiero plasmato dal Vangelo, capace di argomentare idee e proposte valide per i laici E’ questo un impegno che si attua anzitutto a partire dalla vita quotidiana, di mamme e papà alle prese con le nuove sfide dell’educazione dei figli, di lavoratori e di studenti, di centri di cultura orientati al servizio della crescita di tutti. L’Italia ha attraversato periodi storici difficili e ne è uscita rinvigorita anche per la dedizione incondizionata di laici cattolici, impegnati nella politica e nelle istituzioni. Oggi la vita pubblica del Paese richiede un’ulteriore generosa risposta da parte dei credenti, affinché mettano a disposizione di tutti le proprie capacità e le proprie forze spirituali, intellettuali e morali.

Una dedizione di ampio respiro nel grande sconvolgimento del mondo e del Mediterraneo

Vi chiedo infine di essere generosi, accoglienti, solidali, e soprattutto comunicatori della bellezza della fede. Tanti uomini, donne e giovani vengono a contatto con il nostro mondo, che conoscono superficialmente, abbagliati da immagini illusorie, e hanno bisogno di non perdere speranza, di non barattare la loro dignità. Hanno bisogno di pane, di lavoro, di libertà, di giustizia, di pace, di veder riconosciuti i propri inderogabili diritti di figli di Dio. Hanno bisogno di fede, e noi possiamo aiutarli, nel rispetto delle loro convinzioni religiose, in uno scambio libero e sereno, offrendo con semplicità, franchezza e zelo la nostra fede in Gesù Cristo. Nella costruzione della storia dell’Italia l’Azione Cattolica – come ho già avuto modo di scrivere al Presidente della Repubblica in occasione del 150° dell’Unità d’Italia – ha avuto una grande parte, sforzandosi di tenere assieme amore di patria e fede in Dio. Radicata in tutto il territorio nazionale, essa può contribuire anche oggi a creare una cultura popolare, diffusa, positiva, e formare persona responsabili capaci di mettersi al servizio del Paese, proprio come nella stagione in cui fu elaborata la Carta costituzionale e si ricostruì il Paese dopo la seconda guerra mondiale. L’Azione Cattolica può aiutare l’Italia a rispondere alla sua vocazione peculiare, collocata nel Mediterraneo, crocevia di culture, di aspirazioni, di tensioni che esigono una grande forza di comunione, di solidarietà e di generosità. L’Italia ha sempre offerto ai popoli vicini e lontani la ricchezza della sua cultura e della sua fede, della sua arte e del suo pensiero. Oggi voi laici cristiani siete chiamati ad offrire con convinzione la bellezza della vostra cultura e le ragioni della vostra fede, oltre che la solidarietà fraterna, affinché l’Europa sia all’altezza delle presente sfida epocale.

Nel rivolgere all’intera Assemblea il mio augurio più cordiale, saluto il Presidente, prof. Franco Miano, l’Assistente generale, Mons. Domenico Sigalini, e tutti i delegati, ed a ciascuno e alla grande famiglia dell’Azione Cattolica Italiana invio una speciale Benedizione Apostolica".


Ecco invece il messaggio di Giorgio Napolitano, diretto al Presidente dell'AC Franco Miano:
"Egregio Presidente,
la ringrazio per aver informato il Capo dello Stato dello svolgimento della XIV assemblea nazionale di Azione Cattolica, il cui tema «Vivere la fede, amare la vita. L'impegno educativo dell'Ac» riflette nitidamente i principi che furono all'origine del sodalizio e che continuano oggi ad aumentarne il fecondo impegno religioso, umano e civile.

Nell'evolversi della sua identità associativa, l'Azione cattolica è divenuta una importante componente del tessuto sociale del Paese. Grazie anche alla guida illuminata di responsabili illustri - e il pensiero non può non andare alla memoria di Vittorio Bachelet - essa ha saputo rinnovarsi seguendo non soltanto gli indirizzi scaturiti dal Concilio Vaticano II, ma anche i fermenti politici, sociali e culturali che hanno scandito la nostra storia recente.

Nel confermare il senso e lo spirito di un atteggiamento egualmente volto all'educazione e all'approfondimento delle conoscenze senza chiusure pregiudiziali, l'Azione cattolica si rivolge alle sfide che ci attendono con la fiducia e la speranza di chi si propone di perseguire il bene comune e di concorrere alla crescita dell'intera società.

E’ con questi sentimenti che il Presidente della Repubblica formula a lei, agli organismi direttivi dell'associazione, ai delegati e a tutti i partecipanti alle giornate romane ogni fervido augurio di buon lavoro e un caloroso saluto, cui unisco il mio personale".

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