domenica, maggio 08, 2011
XIV Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana: “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’AC"

L’Azione Cattolica Italiana, riunita nella sua massima sede istituzionale, con i delegati responsabili delle associazioni diocesane e delle regioni italiane, alla presenza dei principali esponenti delle organizzazioni mondiali in cui è presente l’associazione, vuole esprimere la gioia intensa di queste giornate, condividendo con la Chiesa e con il Paese i propositi e le esperienze che connotano ordinariamente il vissuto dell’Ac. Si tratta di intenti che, tradizionalmente, l’Assemblea nazionale, dopo un’ampia condivisione e un prolungato dibattito, propone, in forma estesa, in un Documento assembleare, i cui impegni ogni associazione locale è chiamata a realizzare concretamente in tre anni, declinandoli in base alle esigenze dei diversi territori che caratterizzano il nostro Paese come uno stupendo mosaico.

In continuità con le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia, l’Azione Cattolica Italiana intende testimoniare oggi, con entusiasmo, l’intenso esercizio di unità morale e materiale di persone e territori del nostro amato Paese. Lo condivide con un messaggio che si leva a conclusione dell’Assemblea nazionale, in cui l’Ac ha voluto esprimere, nella scelta dei responsabili e delle idee che la accompagneranno nei prossimi tre anni, i valori della democrazia e della partecipazione. Questi si realizzano pienamente se sono vissuti nella logica del servizio, perché crediamo che il servizio sia la chiave della gioia.

L’Ac desidera condividere la forza di comunione e di coesione nazionale che si realizza quando le persone, abbandonando pregiudizi ideologici, vivono relazioni sincere, autentiche, serene. È a relazioni di qualità che l’Azione cattolica anela, per il bene di ogni uomo e del corpo sociale in cui egli è inserito. E tutta la vita associativa, nel livello parrocchiale, diocesano, regionale e nazionale, è concepita come un dono d’amicizia che abilita all’impegno gratuito per gli altri. I ragazzi, i giovani e gli adulti, quando trovano corrispondenza al loro desiderio di relazioni vere, aderiscono volentieri a progetti grandi e seri. Quello dell’Azione cattolica è appassionare, con rispetto e senso della laicità, alla vita buona del Vangelo, attraverso la proposta di cammini ordinari che uniscono fede e vita in un’unica cornice di senso. Il Santo Padre, al quale va la nostra gratitudine e l’adesione al suo magistero, nel messaggio inviato ai delegati alla XIV Assemblea nazionale ha riconosciuto la ricchezza della vita associativa dell’Azione cattolica: “Siete ragazzi, giovani e adulti che si mettono a disposizione del Signore nella Chiesa con un impegno solenne, pubblico, in comunione con i Pastori, per dare buona testimonianza in ogni ambito della vita. La vostra presenza è capillare nelle parrocchie, nelle famiglie, nei quartieri, negli ambienti sociali: una presenza che vivete nella quotidianità e nell’aspirazione alla santità”.

Forti di questo incoraggiamento, desideriamo offrire luoghi in cui rigenerare la propria fede in Gesù crocifisso e risorto, in cui condividere le proprie domande più profonde e le preoccupazioni del quotidiano, in cui discernere in profondità con criteri evangelici sulla propria esistenza ed esperienza, al fine di orientare al bene e al bello le proprie scelte individuali e sociali. È stato, è e sarà questo l’impegno educativo dell’Azione cattolica italiana: aiutare tutte le generazioni a coltivare la propria vita, sostenere il dialogo – sempre più a rischio nelle pieghe dell’incomunicabilità ­- tra ragazzi, giovani e adulti; accompagnare ciascuno, anche tra i grandi, affinché non si smarrisca nella routine dei problemi, delle fatiche e delle ferite.

Tale impegno si snoda nella Chiesa locale e nella parrocchia, e si traduce nella scelta fondante della popolarità. Per l’Azione Cattolica Italiana popolarità significa l’impegno dei soci a farsi prossimi di tutti, di ogni generazione e condizione, da amare e curare senza separazioni, perché la comunità cresca come popolo di Dio; si esprime nel condividere con tutti la possibilità di vivere la speranza, che nasce da un cammino fondato sulla Parola, nutrito da contemplazione e preghiera costante, e che parte dalla situazione in cui si trova ogni persona; si rivela concretamente nella consapevolezza che la gente dell’Azione Cattolica è contemporaneamente gente di Chiesa e gente di strada, per un dono che non dipende dalle singole persone ma dal rispondere ad una storia che ha ormai più di 140 anni.

L’Azione Cattolica Italiana, come associazione di laici, si sente impegnata nell’indicare alla società e alle persone le insidie di una cultura che tende sempre più a relativizzare i valori su cui si deve fondare la convivenza civile. Allo stesso modo, i laici di Ac vogliono esprimere con la testimonianza della propria vita la bellezza del Vangelo, senza cadere in forme di integralismo che negano il valore della differenza e del dialogo.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, indirizzando i propri saluti all’Assemblea, ha voluto sottolineare come “nell'evolversi della sua identità associativa, l'Azione cattolica è divenuta una importante componente del tessuto sociale del Paese. Grazie anche alla guida illuminata di responsabili illustri - e il pensiero non può non andare alla memoria di Vittorio Bachelet - essa ha saputo rinnovarsi seguendo non soltanto gli indirizzi scaturiti dal Concilio Vaticano II, ma anche i fermenti politici, sociali e culturali che hanno scandito la nostra storia recente”. Per questo motivo, in conclusione della propria Assemblea nazionale, l’Azione Cattolica Italiana ribadisce infine alcune scelte che propone, come contributo al dialogo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, alle parti politiche, ai corpi intermedi, alla società civile, alle altre associazioni laiche e cattoliche:

- il rispetto assoluto della vita e di ogni vita, rispetto che si incarna in un continuum che va dal concepimento alla morte, e che deve anche attraversare tutti i passaggi esistenziali che ne minano la dignità (mancanza di lavoro, carenza di servizi socio-assistenziali e sanitari, carenza delle reti di solidarietà, solitudine dei nuclei familiari, esclusione ed emarginazione sociale, negazione del diritto all’istruzione…);

- il riconoscimento e la promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, chiave del futuro, snodo per la sfida educativa;

- la sobrietà delle scelte quotidiane, ovvero il coraggio di emanciparsi interiormente dalle morse del consumismo sfrenato, senza cadere in radicalismi;

- la solidarietà e la scelta preferenziale per i poveri, gli stranieri e le famiglie in difficoltà economica a causa della mancanza o della precarietà del lavoro, o a causa del degrado socio-culturale cui sono relegati;

- il senso del dovere professionale e il valore dello studio come ambiti privilegiati della testimonianza credente dei laici associati;

- la tensione verso il futuro delle nuove generazioni come investimento gratuito e appassionato, convinti che i giovani italiani siano una risorsa e non un problema per il Paese;

- la coerenza tra sfera privata e sfera pubblica non come semplice proclama moralistico, ma piuttosto con la convinzione che vite interiormente libere e autentiche alimentino un diverso senso del bene comune e del servizio agli altri;

- l’attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del Paese come caratteristica del laico credente che non vive chiuso nelle “sacrestie”, ma che sulla scia dei “santi sociali” si immerge nel mondo senza però contaminare il cuore;

- l’essere scuola di cattolicità attiva attraverso la promozione di una passione per il mondo intero con l’educazione alla dimensione internazionale, che rende l’associazione sempre più missionaria e solidale, in una rete di dialoghi e di scambi che arricchiscono reciprocamente.

Con l’aiuto di Dio e di Maria Santissima, Regina dell’Azione Cattolica, sull’esempio dei santi, beati e venerabili dell’Azione cattolica italiana (con affetto il Santo Padre ha ricordato Pier Giorgio Frassati, Alberto Marvelli, Giuseppe Toniolo, Antonietta Meo, Pierina Morosini e Armida Barelli) desideriamo rendere visibile con la nostra vita che vivere la fede significa amare la vita!

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