La donna sarebbe accusata di azioni contro la sicurezza nazionale. Maryam Bahrmani, attivista iraniana per i diritti delle donne e i diritti umani, è stata arrestata.
PeaceReporter - La notizia è stata diffusa da Daniela Colombo presidente della ong Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo, che ha lanciato un appello affinché le istituzioni italiane si attivino per ottenere il rilascio di Bahrmani. L'attivista sarebbe stata arrestata l'11 maggio a Shiraz, nella provincia di Fars, in Iran. Secondo fonti attendibili - riferisce l'Aidos - "la polizia ha fatto irruzione nella sua casa alle 7:30 dell'11 maggio con un mandato di arresto e di perquisizione. Le forze di sicurezza hanno sequestrato effetti personali, incluso il cellulare, libri e computer portatile. Su Maryam Bahrman pende l'accusa di 'azioni contro la sicurezza nazionale', motivata non solo dalla sua attività nell'ambito della campagna "One Million Signatures Campaign for Equality"(un milione di firme per l'uguaglianza) a Shiraz, ma anche dalla sua partecipazione, nel marzo di quest'anno, alla Commission on the Status of Women (Commissione sulla condizione delle donne) dell'Onu".
PeaceReporter - La notizia è stata diffusa da Daniela Colombo presidente della ong Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo, che ha lanciato un appello affinché le istituzioni italiane si attivino per ottenere il rilascio di Bahrmani. L'attivista sarebbe stata arrestata l'11 maggio a Shiraz, nella provincia di Fars, in Iran. Secondo fonti attendibili - riferisce l'Aidos - "la polizia ha fatto irruzione nella sua casa alle 7:30 dell'11 maggio con un mandato di arresto e di perquisizione. Le forze di sicurezza hanno sequestrato effetti personali, incluso il cellulare, libri e computer portatile. Su Maryam Bahrman pende l'accusa di 'azioni contro la sicurezza nazionale', motivata non solo dalla sua attività nell'ambito della campagna "One Million Signatures Campaign for Equality"(un milione di firme per l'uguaglianza) a Shiraz, ma anche dalla sua partecipazione, nel marzo di quest'anno, alla Commission on the Status of Women (Commissione sulla condizione delle donne) dell'Onu".
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