lunedì, maggio 16, 2011
Esultano gli ambientalisti, si disperano gli astensionisti. Si annuncia una marea di Si

Greenreport - Già alle 22,00 di domenica, quando mancavano solo i dati di tre piccoli comuni dell'Oristanese, in Sardegna aveva votato il 39,83 per cento degli elettori, oltre 6 punti percentuale in più rispetto al quorum di almeno un terzo (33%, cioè 488.259 su un totale di 1.479.570 elettori sardi) richiesto dalla legge regionale n. 20 del 1957 per dichiarare valida la consultazione referendaria. Era già un ottimo risultato, visto che sono solo 313.929 i sardi chiamati a eleggere sindaci e consigli comunali, cioè il 21,2% del totale, ma dovrebbe essere stata superata quota 50% in tutta l'Isola. Solo in Sardegna, il 15 e 16 maggio, insieme alle elezioni amministrative, si è votato per il referendum consultivo sul nucleare (con valenza regionale**). Il quesito referendario sul quale si sono espressi gli elettori sardi è: «Sei contrario tu all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e/o siti di stoccaggio per scorie da esse residuate o preesistenti?"

Chi è contrario a centrali e scorie nucleari ha votato "Si".

«Votare al referendum è importantissimo - spiegavano le associazioni ed i partiti che lo hanno promosso - perché, in caso di mancato quorum al referendum nazionale e se il risultato della consultazione vedrà prevalere i contrari al nucleare, la Sardegna potrà far valere il parere contrario nell'ospitare centrali nucleari ( possibilità sancita dalla sentenza n. 33 del 2 febbraio 2011 dalla Corte costituzionale)».

Esulta Legambiente: «Nonostante il silenzio assordante di molti media sul tema del referendum sul nucleare e l'oblio che ormai cela la sciagura , ancora drammaticamente in corso, di Fukushima, l'enorme affluenza al voto in Sardegna conferma la volontà dei cittadini di partecipare concretamente alle scelte per il proprio futuro non solo energetico».

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, è molto soddisfatto: «Il superamento del quorum, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo per nulla facile. Questo successo ci esorta, quindi, a continuare con più forza la nostra battaglia per un futuro pulito, sicuro e partecipato perché, senza possibilità di equivoco, il primo risultato ottenuto oggi è quello della volontà dei cittadini».

Vigni, presidente nazionale Ecodem, commenta così: «Un risultato importante arriva dalla Sardegna: il superamento del quorum nel referendum dimostra la forte sensibilità dei cittadini sulla questione del nucleare. Si tratta di un segnale importante anche in chiave nazionale, un monito al governo affinchè rispetti la volontà della maggioranza degli italiani»


Chi piange sono gli autonominatisi "Circoli dell'Ambiente", in particolare il loro presidente e portavoce dei Comitati dell'Astensione, Alfonso Fimiani, che non riesce nemmeno ad ammettere la dura sconfitta: «Il risultato dell'affluenza alle urne al referendum consultivo sul nucleare che si è tenuto in Sardegna dimostra che il 12 e 13 giugno mai e poi mai verrebbe raggiunto il quorum e prevarrebbe l'astensione consapevole: meno del 40% dei votanti si è espresso sul nucleare e ciò nonostante la concomitanza con le amministrative. Certo, il quorum del 33% è stato raggiunto, ma quel referendum e quel quorum di fatto non hanno alcuna valenza: meno della metà dei sardi si è espressa oggi e meno di un terzo si esprimerebbe a giugno. L'election-day, grazie al quale i già ricchi (sic!) comitati promotori speravano di raggiungere il quorum ed ottenere così il rimborso elettorale, in Sardegna ha visto comunque fallire gli anti-nuclearisti. La maggioranza prenda atto di tutto ciò e ritiri quegli emendamenti che rallentano il ritorno dell'atomo in Italia, affinché gli Italiani si possano esprimere dando, con il loro non-voto, il colpo di grazia all'ambientalismo estremista e fondamentalista che oramai non rappresenta più nessuno. Discorso diverso va fatto per gli emendamenti in materia di gestione delle risorse idriche: l'istituzione di un'Autorità Garante consente di evitare odiose speculazioni e va nella direzione da noi indicata».

In realtà dovrebbe trattarsi di un vero e proprio plebiscito antinucleare, visto che praticamente tutte le forze politiche sarde, compreso il centro-destra che amministra la regione, erano contro la costruzione di centrali nucleari sull'isola. Il voto sardo peserà probabilmente molto sulle decisioni del governo, perché annuncia uno smottamento in una delle regioni chiave del potere berlusconiano che potrebbe diventare una valanga in tutte le regioni amministrate dal centro-destra. Venerdì i sindaci di alcuni dei centri più grossi, come Sassari, Nuoro e Oristano, hanno rivolto un appello ai loro concittadini: «Ricordatevi di andare a votare contro il nucleare, non perdiamo l'occasione di esprimere la nostra opinione e di opporci a decisioni sbagliate per la Sardegna».


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