martedì, maggio 17, 2011
“Costruire ponti di libertà”: è il titolo di una Conferenza internazionale sull’eliminazione del traffico di persone. L’evento, promosso dall’ambasciata Usa presso la Santa Sede e dall’Università St. Thomas di Miami, si terrà domani al Palazzo della Cancelleria a Roma.

Radio Vaticana - Alla conferenza interverrà anche suor Estrella Castalone, coordinatrice di “Talitha Kum”, la rete internazionale di vita consacrata contro la tratta di essere umani. Una realtà promossa dall’Unione internazionale delle superiori generali. Al microfono di Alessandro Gisotti, suor Estrella Castalone si sofferma sull’impegno delle Congregazioni religiose contro le nuove forme di schiavitù: ascolta
R. – Siamo impegnate a prevenire questo crimine, specialmente fra donne e bambini. La linea di questa prevenzione è quella di sensibilizzare la società, denunciare la tratta. Siamo poi in contatto diretto con alcune vittime, perché nelle nostre missioni noi religiose ci troviamo in mezzo a tutti i tipi di emarginazione, di povertà, e tocchiamo con mano le sofferenze delle vittime, di coloro che hanno già sofferto la piaga di questa schiavitù. Noi offriamo le nostre risorse, le nostre strutture: gli ospedali, le scuole, gli orfanotrofi.


D. – Qual è il primo obiettivo che “Talitha Kum” si prefigge con il proprio impegno?



R. – La nostra speranza è quella di poter incidere sulla guarigione e il recupero, perché le vittime sono sottoposte a tanti abusi e violenze – fisiche, mentali, sessuali, minacce di morte – e ne escono distrutte. Il cammino di guarigione, di recupero di questa dignità è molto difficile e ci vuole una rete multisettoriale per aprire la mentalità ad una conoscenza della complessità della tratta, perché si parla sempre della tratta come se fosse uguale alla prostituzione, ma ci sono altri tipi e altre forme di tratta. I bambini, specialmente, sono trafficati anche per le guerre, per i lavori forzati, per una “schiavitù a domicilio” e ci sono anche quelli che sono venduti solo per mendicare.



D. – Cosa, secondo lei, servirebbe per sconfiggere il fenomeno della tratta degli esseri umani?



R. – Ci vuole una rete per un intervento mirato, iniziando dalla legislazione, dall’organizzazione, dal metterci insieme per indirizzare tutte le energie e le risorse a questo.(ap)


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