giovedì, maggio 19, 2011
Il nostro Carlo Mafera ci parla del libro di Antonio Thellung edito dalle Paoline 2011

La spiritualità e la fede che l’autore esprime in questa sua opera sono caratterizzate da un forte pendolarismo tra razionalità e sensibilità. Thellung lascia intendere che la Fede non è soltanto credere ma anche sentire. In un’epoca come la nostra, definita come post-moderna e caratterizzata dalla complessità, anche il tema della fede è connotato da forti contraddizioni. La razionalità e in modo particolare la filosofia non hanno tutti gli strumenti per spiegare l’assurdo e l’incomprensibile. Di fronte ad eventi tragici, come ad esempio uno tsunami, si registrano le solite domande di senso e di effettiva presenza di Dio nella storia dell’umanità. Domande sulla Sua potenza o impotenza e sulla relativa Sua bontà o cattiveria. Thellung, con il suo libro, diffida dei razionalisti ideologici o del dogmatismo teologico che possono portare soltanto alla superstizione, alla passiva ingenuità o peggio ancora allo scetticismo.

Diffida anche dell’ateismo perché anch’esso non spiega e non soddisfa le domande di senso che l’uomo contemporaneo si pone. Thellung rimanda piuttosto al pensiero di Kierkegaard e cioè alle infinite possibilità e alternative che il pensiero può prospettare. Dice infatti Kierkegaard che l’angoscia è essenzialmente connessa all’esistenza umana in quanto quest’ultima è divenire verso l’ignoto. Non esistono quindi risposte precise alle domande esistenziali su Dio ma quelle più credibili e significative sono legate più al sentire che alla razionalità.

Thellung ricorda, a mio avviso, anche il teologo Hans Kung sempre per quanto riguarda l’aspetto teoretico. Anche Kung dice infatti: ”Non sono fatto solo di ragione e ragionevolezza, bensì anche di sentire e volere, di indole e fantasia, di emozioni e passioni”. E così continua: “Ho imparato a pensare in maniera metodica e chiara, quello che si chiama esprit de geometrie secondo lo spirito di Cartesio. Nel contempo tuttavia ho tentato di acquisire un conoscere, un sentire e un percepire che sia completo e intuitivo secondo l’esprit de finesse dell’antipode di Cartesio, ovvero l’eccellente matematico Blaise Pascal.” Questo specifico pensiero di Hans Kung mi è sembrato estremamente esemplificativo per spiegare il pensiero dell’autore di questo libro.
Anche il nostro amato Papa Benedetto XVI, in una recente trasmissione televisiva su Rai Uno poco prima della domenica di Resurrezione, ha risposto umilmente ad una bambina giapponese che aveva sofferto per il terribile Tsunami dicendo che non esistevano risposte di fronte a queste immani tragedie. Egli infatti rispose così :” ”Anche a me vengono le stesse domande. Perché è così? Perché voi dovete soffrire tanto, mentre altri vivono in comodità? E non abbiamo le risposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto come voi, innocente, che il Dio vero che si mostra a Gesù, sta dalla vostra parte.” Anch’io mi unisco al pensiero del Papa sottolineando che Gesù non è venuto per togliere la Croce dal mondo ma solo per condividerla.
Il nucleo della fede è proprio questo “sentire” la Presenza di Dio che vuole essere semplicemente con noi. (Emmanuel : Dio con noi)

Antonio Thellung vuole condurre il lettore nei sentieri dell’intuizione e il quadro che c’è in copertina ne è la perfetta esemplificazione. Nella Cena di Emmaus dipinta dal Caravaggio vi è rappresentata la centralità della Presenza di Gesù nella nostra vita. Egli ci spiega le Scritture e ci ridona speranza proprio quando volevamo tornare sfiduciati alle nostre preoccupazioni materiali di sempre. L’incertezza della fede dei discepoli di Emmaus è anche la nostra incertezza ma Gesù viene ad illuminare la nostra fede traballante e la rende saldissima. Thellung sembra dire al lettore che guarda la bellezza di quest’opera d’arte : Sentila, intuiscila, lasciati penetrare e coinvolgere dal suo messaggio perché il tuo cuore arda nuovamente allo spezzare del Pane.

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