venerdì, giugno 24, 2011
L'ultima tendenza in arrivo direttamente dagli USA, moderna medicina per la crisi globale e la conseguente precarietà, è il famoso ritocchino

di Irene Poli

Diverse le mode giunte dagli Stati Uniti a influenzare usi e costumi del Vecchio Continente, e non tutte sono state salutari o positive. A questo giro tocca ai trattamenti più o meno invasivi per aumentare il volume delle labbra o del seno, per distendere qualche ruga, alzare gli zigomi, tutto insomma pur di dare l'impressione di avere qualche anno di meno… e non per semplice vezzo personale, ma per lavoro. Come se le rifatte rendessero più delle 'naturali' in termini di impegno e capacità. Come se l'affidabilità e la professionalità di una dipendente fossero strettamente legate al suo apparire. Non basta più curarsi mantenendo un aspetto pulito e ordinato, valorizzando ciò che siamo: si avverte il pericolo dietro l'angolo, dove già troviamo in agguato l'avvenente stagista senza un briciolo di esperienza, ma pronta a soffiarci il posto senza meriti.
Dunque serve spingersi all'eccesso, esaltare l'esteriorità non solo per il piacere di una società ancora tendenzialmente maschilista, ma per standard sociali ormai talmente elevati che sono davvero pochi quelli in grado di raggiungerli e soprattutto mantenerli.

Servirebbe interrogarsi sul perché le donne d'oltreoceano si sentano così minacciate da dover correre ai ripari con simili espedienti. Per noi europei i modelli da imitare e a cui ispirarsi sono i personaggi televisivi, le modelle, le veline o le attrici, quando va bene. Le più gettonate di rado corrispondono ai modelli più edificanti, anzi di solito sono quelle che hanno avuto una rapida ascesa, lanciate da reality o talent show. La maggior parte di loro fa presto anche a sparire come comete in caduta libera, ma questo è un dettaglio che resta sempre a margine rispetto al successo facile.

In America si ha come l'impressione che questo fenomeno sia amplificato in maniera esponenziale, con estremizzazioni a tutti i livelli e a cui noi non siamo (ancora) arrivati, restando da questo punto di vista sempre un passo indietro.

Un tempo chi non era particolarmente avvenente sapeva di poter contare su altre qualità che un buon datore di lavoro avrebbe apprezzato. Oggi sembra proprio che la tendenza si sia invertita e che avere una bella dipendente sia più importante di averne una brava… resta da chiedersi con quali risultati in termini di rendimento e con quali prospettive per il futuro: se il bisturi può ingannare l'occhio, poco si può con l'età che avanza e con cui tutti dobbiamo fare i conti, ritoccate comprese. Se questa è la via intrapresa in America per superare la crisi, confidiamo che in Europa si riesca a escogitare qualcosa di meno scontato e che possa rivelarsi più proficuo e salutare a lungo termine.

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