A scriverlo, per non lasciare alcun dubbio, è proprio "Avvenire": «Benedetto XVI ha evocato oggi l'emergenza della centrale nucleare di Fukushima in un discorso ai nuovi ambasciatori ricevuti per la presentazione delle credenziali».
GreenReport - Benedetto XVI ha ricordato davanti ai nuovi ambasciatori in Vaticano di Moldavia, Guinea, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda «Le innumerevoli tragedie che hanno toccato la natura, le tecnica e i popoli in questo primo semestre del 2011» ed ha sottolineato che «L'ampiezza di tali catastrofi ci interroga. L'uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura non può essere dominato dalla tecnica e diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli Stati a riflettere insieme sull'avvenire a breve termine del pianeta, riguardo alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie. In questo senso è divenuto necessario rivedere completamente il nostro approccio con la natura».
Il Papa riprende una sensibilità sempre più diffusa fra i fedeli cattolici e probabilmente con un occhio molto attento a quel che sta succedendo nella sua Germania ed all'attivismo di molte parrocchie per la campagna referendaria per i si contro il nucleare e per l'acqua pubblica, approfittandone per estendere il discorso agli stili di vita: «L'ecologia umana è un imperativo - ha detto Benedetto XVI - Adottare stili di vita rispettosi dell'ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie che in grado di salvaguardare il patrimonio del creato ed essere senza pericolo per l'uomo, devono costituire priorità politiche ed economiche».
«Lo sfruttamento della tecnologia - ha sottolineato il Papa - va di pari passo con i disastri ecologici e sociali Troppo spesso si dimentica che il progresso deve andare a vantaggio del lavoro dell'uomo e non della tecnologia, che dell'uomo è una "creazione. Puntare tutto su di essa, o credere che essa sia la causa esclusiva del progresso, o della felicità, porta a una mercificazione dell'uomo, che si ritorce contro di lui quando si accorge che le aspettative sono state mal risposte. Basta vedere i ‘danni' del progresso e i pericoli che fa correre all'umanità una tecnica onnipotente e in ultima analisi, non controllata. La tecnica che domina l'uomo, lo priva della sua umanità. L'orgoglio che essa genera ha portato la nostra società a un economicismo intransigente e a un certo edonismo che determina soggettivamente e egoisticamente i comportamenti». Per questo è necessario «Rivedere completamente il nostro approccio alla natura», visto che senza un concreto cambiamento del suo stile di vita, la stessa famiglia umana «Potrebbe scomparire. E' quindi urgente che il ricercatore e lo scienziato sappiano coniugare la tecnologia con una forte dimensione etica, aiutando quindi la natura "a svilupparsi nella linea voluta dal Creatore, mentre i governi dovrebbero promuovere un umanesimo che rispetti la dimensione spirituale e religiosa dell'uomo».
Le parole di Benedetto XVI sono una benedizione per il movimento referendario e il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, esulta: «Le parole di Benedetto XVI sono importanti per il futuro del nostro paese e del nostro pianeta. Il nucleare è una fonte di energia insicura e che rischia di pregiudicare la vita per sempre. Proprio per questa ragione è fondamentale costruire un modello energetico alternativo, basato su rinnovabili risparmio ed efficienza energetica, in grado di preservare la vita e la sicurezza dei popoli. Per questa ragione i referendum del 12 e 13 giugno sono fondamentali: perché ci danno la possibilità di scegliere quale modello di società vogliamo per noi e per i nostri figli. Quello che è accaduto a Fukushima, dopo Chernobyl non solo dimostra che con il nucleare la sicurezza non esiste ma impone un cambiamento di stili di vita e il rispetto e dell'ambiente. La mobilitazione del mondo cattolico in favore dei quesiti su acqua e nucleare è un fatto di straordinaria importanza, senza alcuna strumentalizzazione. Tanto più che in queste ore si moltiplicano le mobilitazioni nelle parrocchie e nel mondo dell'associazionismo cattolico in vista del voto. Per questa ragione chi continua a politicizzare i referendum commette un gravissimo errore che rischia di scoraggiare quanti nel centrodestra (e sono tantissimi) centrodestra vuole difendere l'acqua pubblica e bene comune e non vuole il nucleare: non si tratta di un referendum pro o contro Berlusconi ma di un referendum su quale Italia vogliamo».
Oggi in piazza San Pietro un gruppo di missionari hanno organizzato una giornata di digiuno rivolta al mondo religioso per «La difesa dell'acqua bene comune, un dono di Dio che non può essere piegato alle logiche del profitto» Padre Adriano Sella e padre Alex Zanotelli dicono: «Scendiamo in piazza! Come hanno fatto i monaci in Myanmar (ex Birmania) contro il regime che opprime il popolo. Invitiamo, quindi, i sacerdoti, le missionarie e i missionari, i consacrati e le consacrate a trovarsi in Piazza San Pietro, a Roma, giovedì 9 giugno alle ore 12, per fare un grande digiuno. Venite con i vostri simboli sacerdotali e religiosi, ma anche con i vostri manifesti pastorali, per gridare a tutto il popolo italiano: "Salviamo l'acqua!"».
GreenReport - Benedetto XVI ha ricordato davanti ai nuovi ambasciatori in Vaticano di Moldavia, Guinea, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda «Le innumerevoli tragedie che hanno toccato la natura, le tecnica e i popoli in questo primo semestre del 2011» ed ha sottolineato che «L'ampiezza di tali catastrofi ci interroga. L'uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura non può essere dominato dalla tecnica e diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli Stati a riflettere insieme sull'avvenire a breve termine del pianeta, riguardo alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie. In questo senso è divenuto necessario rivedere completamente il nostro approccio con la natura».
Il Papa riprende una sensibilità sempre più diffusa fra i fedeli cattolici e probabilmente con un occhio molto attento a quel che sta succedendo nella sua Germania ed all'attivismo di molte parrocchie per la campagna referendaria per i si contro il nucleare e per l'acqua pubblica, approfittandone per estendere il discorso agli stili di vita: «L'ecologia umana è un imperativo - ha detto Benedetto XVI - Adottare stili di vita rispettosi dell'ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie che in grado di salvaguardare il patrimonio del creato ed essere senza pericolo per l'uomo, devono costituire priorità politiche ed economiche».
«Lo sfruttamento della tecnologia - ha sottolineato il Papa - va di pari passo con i disastri ecologici e sociali Troppo spesso si dimentica che il progresso deve andare a vantaggio del lavoro dell'uomo e non della tecnologia, che dell'uomo è una "creazione. Puntare tutto su di essa, o credere che essa sia la causa esclusiva del progresso, o della felicità, porta a una mercificazione dell'uomo, che si ritorce contro di lui quando si accorge che le aspettative sono state mal risposte. Basta vedere i ‘danni' del progresso e i pericoli che fa correre all'umanità una tecnica onnipotente e in ultima analisi, non controllata. La tecnica che domina l'uomo, lo priva della sua umanità. L'orgoglio che essa genera ha portato la nostra società a un economicismo intransigente e a un certo edonismo che determina soggettivamente e egoisticamente i comportamenti». Per questo è necessario «Rivedere completamente il nostro approccio alla natura», visto che senza un concreto cambiamento del suo stile di vita, la stessa famiglia umana «Potrebbe scomparire. E' quindi urgente che il ricercatore e lo scienziato sappiano coniugare la tecnologia con una forte dimensione etica, aiutando quindi la natura "a svilupparsi nella linea voluta dal Creatore, mentre i governi dovrebbero promuovere un umanesimo che rispetti la dimensione spirituale e religiosa dell'uomo».
Le parole di Benedetto XVI sono una benedizione per il movimento referendario e il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, esulta: «Le parole di Benedetto XVI sono importanti per il futuro del nostro paese e del nostro pianeta. Il nucleare è una fonte di energia insicura e che rischia di pregiudicare la vita per sempre. Proprio per questa ragione è fondamentale costruire un modello energetico alternativo, basato su rinnovabili risparmio ed efficienza energetica, in grado di preservare la vita e la sicurezza dei popoli. Per questa ragione i referendum del 12 e 13 giugno sono fondamentali: perché ci danno la possibilità di scegliere quale modello di società vogliamo per noi e per i nostri figli. Quello che è accaduto a Fukushima, dopo Chernobyl non solo dimostra che con il nucleare la sicurezza non esiste ma impone un cambiamento di stili di vita e il rispetto e dell'ambiente. La mobilitazione del mondo cattolico in favore dei quesiti su acqua e nucleare è un fatto di straordinaria importanza, senza alcuna strumentalizzazione. Tanto più che in queste ore si moltiplicano le mobilitazioni nelle parrocchie e nel mondo dell'associazionismo cattolico in vista del voto. Per questa ragione chi continua a politicizzare i referendum commette un gravissimo errore che rischia di scoraggiare quanti nel centrodestra (e sono tantissimi) centrodestra vuole difendere l'acqua pubblica e bene comune e non vuole il nucleare: non si tratta di un referendum pro o contro Berlusconi ma di un referendum su quale Italia vogliamo».
Oggi in piazza San Pietro un gruppo di missionari hanno organizzato una giornata di digiuno rivolta al mondo religioso per «La difesa dell'acqua bene comune, un dono di Dio che non può essere piegato alle logiche del profitto» Padre Adriano Sella e padre Alex Zanotelli dicono: «Scendiamo in piazza! Come hanno fatto i monaci in Myanmar (ex Birmania) contro il regime che opprime il popolo. Invitiamo, quindi, i sacerdoti, le missionarie e i missionari, i consacrati e le consacrate a trovarsi in Piazza San Pietro, a Roma, giovedì 9 giugno alle ore 12, per fare un grande digiuno. Venite con i vostri simboli sacerdotali e religiosi, ma anche con i vostri manifesti pastorali, per gridare a tutto il popolo italiano: "Salviamo l'acqua!"».
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